venerdì, 22 nov 2024 13:43
I Quadri plastici di Avigliano per Matera 2019
18 novembre 2014
La manifestazione quest’anno a sostegno del dossier di candidatura a Capitale europea della cultura. Vincitore il gruppo Aviliart con la rappresentazione de “Il trasporto di Cristo al sepolcro”. La prossima edizione dedicata al pittore lucano Pietrafesa
La riproduzione del video richiede HTML5, Adobe FlashPlayer, e Adobe Shockwave Player
(ACR) - L'arte popolare a sostegno della candidatura di Matera 2019 a Capitale europea della cultura. I caratteristici “Quadri plastici”, le rappresentazioni viventi di scene storiche, mitologiche, sacre immaginarie o di capolavori d'arte, diventati negli anni nel Comune di Avigliano una vera “istituzione culturale”, per l'edizione 2014 sono stati a supporto del dossier di candidatura della città dei Sassi. La Pro Loco di Avigliano ha concorso alla scelta selezionando opere custodite nelle chiese materane: due tele a Matera ('Il trasporto di Cristo al sepolcro' del pittore Antonio Ciseri la cui copia è esposta nella chiesa di San Francesco di Paola e il 'Cristo deposto' del pittore Giovanni Donato Oppido custodita nella chiesa di San Domenico) e una in provincia, ad Irsina ('Immacolata con i Santa Chiara, Francesco d'Assisi, Antonio da Padova e Domenico' del pittore Francesco Celebrano esposta nella cattedrale Santa Maria Assunta).
Un ponte culturale per un obiettivo comune ha unito così Avigliano, in provincia di Potenza, a Matera. E' sostanzialmente questa la novità della XVIII edizione. “Avigliano gemellata con Matera. Abbiamo voluto unire
i due territori, così divisi, contribuendo alla candidatura per Matera 2019 – afferma Luciano Sabia, presidente della Pro Loco di Avigliano – in quanto Matera è città d'arte, culla della cultura, basta ricordare che i Sassi sono patrimonio dell'umanità”. “Abbiamo dato il nostro contributo a quella che è una sfida per tutta la Basilicata - aggiunge il sindaco aviglianese, Vito Summa - mettendo a disposizione l'evento più rappresentativo che speriamo possa arricchire il dossier della candidatura. La scelta della Pro Loco di utilizzare soggetti di arte materana e dedicare l'edizione di quest'anno è la riprova del sostegno dell'obiettivo comune di Matera 2019”.
Dal canto suo, il primo cittadino di Matera, Salvatore Adduce, non nasconde l'emozione nell'assistere a uno spettacolo indescrivibile. “Credo – afferma - sia un contributo notevole al percorso di candidatura. Avigliano costituisce di per sé un luogo straordinario, ricco di giacimenti culturali importanti. La scelta fatta riprende una parte significativa del dossier di candidatura e, quindi, del cammino di Capitale europea della cultura, coinvolgendo non soltanto il territorio di Avigliano, ma guardando all'intera regione. Credo, inoltre, che si tratti di uno sforzo culturale comune. Del resto il rilancio della Basilicata passa attraverso la cultura che tiene dentro tutto: le attività umane, i servizi, l'industria, l'agricoltura, e naturalmente l'arte con la sua capacità di dare emozioni”.
Come quella del 2011, quando il tema fu quello dell'unità d'Italia, si è trattato di un'edizione speciale. Ogni anno, lo spettacolo dei Quadri plastici si ripropone ai numerosi spettatori con la stessa magia, lasciando tutti con il fiato sospeso, mentre un religioso silenzio pervade piazza Aviglianesi nel Mondo. Tutti intenti a guardare i quadri viventi, a catturare quei pochi attimi prima che il sipario cali. “È uno degli appuntamenti più importanti dell'estate, ma soprattutto è la sintesi di una tradizione artigiana e artistica che coinvolge tutta la comunità – spiega il sindaco Summa -. È un evento molto seguito perché è una sorta di piccolo palio. Prima erano i quartieri a contendersi la rappresentazione di quadri a contenuto sacro e soprattutto ognuno si cimentava con le abilità che possedeva, ossia con il disegno, l'intaglio, i costumi. Con il tempo ha rappresentato l'espressione artistica del nostro artigianato, oggi un po' più ridimensionato. Gli aviglianesi seguono questo appuntamento in religioso silenzio. Ogni volta si riproduce, infatti, una magia che coinvolge tutti e negli ultimi anni diverse sono le persone che vengono da fuori”.
Per Sabia i “Quadri plastici” sono una sorta di “tuffo nel passato quando le vie del centro storico erano popolate da botteghe artigiane”. Una tradizione che si rielaborata negli anni, senza perderne le radici. Le prime attestazioni storiche si ritrovano nella novella “Fanatica vendetta barbara” dal libro “A piè del Carmine” scritto nel 1903 dal magistrato e letterato Tommaso Claps. “Le modalità – racconta il presidente della Pro Loco – erano diverse dalle attuali. I quadri erano su postazioni mobili, su dei carretti trainati da cavalli e muli e si svolgevano nella festività di San Vito. A ogni fermata dei carri gli artigiani e i lavoranti nelle botteghe artigiane assumevano delle posizioni plastiche. Era una gara tra artigiani per dimostrare chi era il migliore nel rappresentare il quadro vivente, molte volte sul tema della crocifissione. Attualmente la manifestazione si svolge su palchi fissi e grazie all'uso delle nuove tecnologie si cerca di dare una rappresentazione perfetta”.
Dopo anni di oblio, la tradizione è stata ripresa negli anni '90 da un gruppo di associazioni e portata avanti ininterrottamente anche con la collaborazione della Pro Loco. La manifestazione ha subito negli anni una continua evoluzione: dalla scelta dei quadri a tema all'accompagnamento musicale durante la rappresentazione in modo da creare un'atmosfera che coinvolge ancor prima che il sipario si apre. Due le aperture dei sipari a intervalli di mezz'ora l'uno dall'altro per far apprezzare i tre quadri in mostra e soprattutto il lavoro svolto da settimane dai volontari delle associazioni che per una sera si trasformano in apprezzati professionisti della scena. Quest'anno ad esordire anche un giovane dodicenne, esempio di un'identità locale che si tramanda tra generazioni.
Vere protagoniste le tre associazioni che ogni anno, con i loro interpreti, ci mettono cuore e passione per offrire uno spettacolo emozionante. “Tutto è difficile mettere in scena – racconta Tonina Salvatore, coordinatrice del gruppo 'Aviliart' - trovare personaggi che rassomigliano a quelli ritratti nelle opere, studiare i costumi e i colori”. Il suo gruppo ha rappresentato 'Il trasporto di Cristo al sepolcro', quadro che ha poi vinto la XVIII edizione. I costumi sono stati rigorosamente cuciti a mano e, come da tradizione aviglianese, realizzati a telaio dalla stessa Tonina Salvatore che ha ereditato l'arte e pure il telaio dalla nonna.
“Non ci aspettavamo la vittoria – commenta subito dopo il verdetto della giuria Gino Mancino, uno dei protagonisti della rappresentazione - il nostro quadro fissava i costumi e il movimento, mentre gli altri erano più statici. L'elemento caratterizzante era appunto quello del movimento. Era complesso rappresentare i personaggi, lo schieramento in quanto si doveva dare un senso di movimento. La posizione assunta era in effetti quella della marcia, del cammino, di un movimento lento, un senso dello spostamento. Anche l'andamento del terreno doveva dare il senso del movimento”. Per lui è stata la prima volta sul palco e oltre ad emozionarsi, si è divertito tantissimo, nonostante le tante ore di prove.
Anche per Francesco Bergamasco, direttore artistico del gruppo 'Spazio ragazzi' che ha rappresentato il “Cristo deposto” la difficoltà maggiore è stata quella dei vestiti e, soprattutto, dei drappeggi, ma anche la posizione del Cristo. Da anni partecipa come direttore artistico e prima ancora come figurante. “Tutti ci mettiamo l'anima. Non si guadagna niente, ci si rimette di tasca propria, ma è un momento di socialità per tutti. L'emozione è quella di vedere un quadro in pochi minuti. Non nascondo che ho pianto nel rivedere i quadri”.
“Dietro c'è uno studio molto accurato dei dipinti – spiega l'altro direttore artistico, Rocco Lacerenza del gruppo 'Basso la terra'. Abbiamo scelto di rappresentare 'L'Immacolata concezione con i santi' sia per il
contrasto di chiaroscuri sia per l'impatto scenografico. Il direttore artistico ha un compito difficile tanto per la composizione quanto per i colori e le luci che devono dare il senso della tridimensionalità”.
La presidente del Comitato scientifico, Mariantonietta Carbone, spiega che i criteri adottati per la scelta dei riconoscimenti equivalgono a quelli utilizzati per valutare le proiezioni cinematografiche, come la qualità del casting, ossia la somiglianza che gli attori hanno rispetto alle riproduzioni pittoriche, la qualità delle luci, della scenografia, dei vestiti e l'aderenza al modello originale. Nonostante qualche mugugno e qualche delusione per l'opera vincitrice, già si pensa alla prossima edizione, probabilmente dedicata al pittore Giovanni De Gregorio, detto ' Il Pietrafesa'. Le emozioni provate, intanto, sopiscono qualunque critica. E' l'arte la vincitrice assoluta, o meglio l'identità della comunità aviglianese che ogni anno prende forma e corpo attraverso le rappresentazioni dal vivo dei 'Quadri plastici'. (I. D. M.)
Fonti:
interviste realizzate ad Avigliano il 3 agosto 2014www.prolocoavigliano.it