venerdì, 22 nov 2024 13:26

Vai all'archivio
Stampa Invia

Lucani insigni 2013, Giovanni De Maria

09 aprile 2015

Partito dalla Basilicata alla conquista dello spazio, studiò i campioni lunari delle missioni Apollo. Chimico, a 26 anni era già ricercatore all’Università di Chicago nel gruppo degli allievi di Enrico Fermi. Nei suoi ricordi c’è sempre Tricarico

La riproduzione del video richiede HTML5, Adobe FlashPlayer, e Adobe Shockwave Player

(ACR) - “Ch’Fai? Lu cuem’c! Per una strana deformazione del dialetto, i contadini avevano confuso la parola chimico con comico. Erano gli anni Cinquanta. Quando rientravo a Tricarico, incuriositi, mi domandavano quale fosse il mio lavoro. Allora studiavo una materia sconosciuta. Forse dai tempi della Magna Grecia ero il primo della Basilicata a laurearmi in chimica. Mi guardavano tra il sorpreso e il divertito. Oggi le cose sono profondamente mutate. E’ l’era d’internet, delle nuove tecnologie. I contadini parlano di fibre di carbonio, di estrazioni petrolifere, d’inquinamento, radioattività”. Sembrano passati anni luce, ma tutto ciò accadeva nella piccola Lucania poco più di mezzo secolo fa.

Giovanni De Maria, dottore in chimica, è uno dei quattro “lucani insigni 2013” premiati l’11 dicembre 2014 a Venosa per i meriti raggiunti in campo sociale, scientifico, artistico-letterario oltre che nella diffusione dell’identità della Basilicata nel mondo. Il suo nome è legato in qualche modo allo sbarco sulla luna del luglio del 1969. Primo studioso italiano incaricato dalla Nasa a svolgere ricerche sui campioni lunari della missione Apollo 11, il professor De Maria ha poi sviluppato studi sui modelli delle successive spedizioni spaziali. Nel decennale del primo allunaggio è stato tra i trenta scienziati a essere insignito dello “Special Nasa Award”. A premere il tasto del lancio in orbita del missile, un altro lucano, Rocco Anthony Petrone, originario di Sasso di Castalda, tra i dieci top manager dell’Agenzia spaziale statunitense.

Negli Usa con il team di Enrico Fermi

L’avventura umana e professionale del chimico De Maria è stata folgorante. Giovanissimo è già ricercatore al dipartimento di Fisica dell’Università di Chicago. Quegli anni li ricorda ancora con profonda nostalgia. La partenza da Tricarico, “la conoscenza di Rocco Scotellaro prima e Carlo Levi dopo. E dei miei indimenticabili contadini che tanto mi hanno dato dal punto di vista umano. Poi lo sbarco oltreoceano. Lavoravo nel gruppo di Enrico Fermi, morto da appena due anni. Lì si sono svolte le prime ricerche sulla radioattività che vide nel 1942 la realizzazione della pila atomica a opera proprio del nostro grande connazionale. I suoi allievi sono stati anche i miei maestri. Ho conosciuto la signora Fermi. Fui invitato a casa. Il ricordo del professore lo porterò sempre nel mio cuore”.

Il rientro in Italia e l’impegno per l’Unibas


Nei primi anni Sessanta il rientro in Italia dove ricopre diversi incarichi all’Università di Roma e in varie associazioni scientifiche e culturali non solo nazionali. Infaticabile studioso e ricercatore, è autore di oltre 130 pubblicazioni scientifiche. I suoi allievi insegnano in Università di mezzo  mondo: dal Brasile agli Stati Uniti, dalla Russia alla Repubblica Ceca. Consulente d’istituti stranieri operanti nel settore della tecnologia avanzata dei materiali nucleari e d’impiego nel campo missilistico è da diversi anni consigliere dell’Euratom. È stato anche direttore di un programma di ricerche nel settore delle energie alternative con particolare riguardo a quella solare. Preso tra mille impegni, ha trovato spazio e tempo per occuparsi della sua Basilicata dove è stato tra i promotori della nascita e dello sviluppo dell’Ateneo lucano. Non sono neppure mancati riconoscimenti. Nel 1994 è stato insignito del premio H. C. Kurhakov dell’Accademia delle Scienze della Russia, nel 2001dall’allora presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, della medaglia d’oro di “Benemerito della Scienza e della Cultura”. In questo periodo collabora con il professor Carlo Rubbia allo sviluppo del Project 242 dell’Asi per la realizzazione di un motore spaziale a propulsione nucleare basato sulla fissione dell’isotopo metastabile 242 dell’Americio.

Le ricerche sui campioni lunari


“Ma è stato quel piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l’umanità”, a cambiare il destino professionale di De Maria. Sono le 4 e 56 del 21 luglio del 1969, quando Neil Armstrong impresse la propria orma sulla Luna. Seicento milioni di persone dinanzi alle televisioni dei bar. In quel momento si trovava a 388.650 chilometri dalla Terra ed era prossima al primo quarto. In tanti la osservavano con il naso all’insù. La tv non era ancora entrata in tutte le case. Il corpo celeste oggetto di studio e di osservazione dalla nascita dell’astronomia, era stato conquistato. “Ha toccato: l’uomo è sbarcato sulla Luna” esclamò un emozionatissimo Tito Stagno, il giornalista Rai che condusse quella fantastica e storica diretta. Immagini sgranate, un paesaggio arido e desolato, distese di lava pietrificata, crateri e catene montuose. Fu la conclusione della grande sfida Usa-Urss per la conquista dello spazio. La bandiera a stelle e strisce “sventolava” sul suolo lunare. Neil Armstrong, Edwind Aldrin e Michael Collins lasciarono sul suolo una targa di acciaio inossidabile con la scritta: “Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, Luglio 1969 d. C. Siamo venuti in pace, per tutta l’umanità”.

Quello dell’Apollo 11 fu un progetto grandioso al quale parteciparono 30.000 persone che lavorarono incessantemente in varie località degli Stati Uniti, dal Massachusetts al Mississippi, da Cape Canaveral in Florida allo Johnson Space Center di Houston. Uno scambio d’informazioni e conoscenze davvero straordinarie. Una missione da ben dieci spedizioni. “Nel lontano 1972 - racconta con un pizzico di emozione De Maria - ebbi il privilegio di effettuare un vasto programma di ricerche sull’analisi massa-spettrometrica del comportamento dei campioni selenici alla vaporizzazione in condizioni di equilibrio termodinamico alle alte temperature. La ricerca era stata ispirata dalla possibilità di conoscere la composizione della nebulosa primordiale dalla quale quattro miliardi di anni fa si formarono in un processo di condensazione i corpi solidi del sistema solare. I reperti lunari, non avendo la luna né atmosfera né vegetazione, dovevano considerarsi rappresentativi di una situazione primordiale e avrebbero fornito preziose indicazioni sulla composizione molecolare della nebulosa”.

Tra Luna e Marte, il sogno di vivere nello spazio


Non solo le origini negli studi del professore lunare. Inevitabile uno sguardo al futuro e le possibilità di conquistare altri mondi. “Nel corso della ricerca, - prosegue De Maria - oltre ai risultati connessi al processo di formazione dei pianeti, intravidi la possibilità di produrre ossigeno gassoso estraendolo dai composti solidi. Queste ricerche appaiono oggi di particolare interesse in relazione al progetto della Nasa di ritornare nel 2018 sulla Luna per installarvi delle vere e proprie basi abitate stabilmente dagli astronauti. Si aprono quindi nuove frontiere per la ricerca scientifica che mirano alla soluzione di una vastissima gamma di problemi connessi con la colonizzazione del nostro satellite. L’esperienza che l’uomo maturerà sul nostro satellite, imparando a vivere permanentemente su un sito inospitale come la Luna, sarà di fondamentale importanza per futuri progetti di missioni spaziali su altri corpi celesti, primo fra tutti Marte. Il pianeta rosso - aggiunge - è il più simile alla Terra per cui sarà meno ardua la sopravvivenza dell’uomo e la creazione di colonie abitabili”.

Già, Marte è il sogno del professor Carlo Rubbia di raggiungerlo in 45 giorni con un razzo superpotente al quale De Maria collabora attivamente. Il progetto dell’Americio va avanti seppure tanti sono i problemi da risolvere nell’utilizzazione di materiale in condizioni estreme.

Lo sbarco sulla Luna, inutili dubbi


Si parla di nuove frontiere, eppure c’è chi contesta addirittura che sulla Luna non ci siamo neppure andati. Dallo sventolio della bandiera, a strane ombre e lettere sui massi. Gli americani da sempre sono abilissimi nella messinscena di avvenimenti mai accaduti. L’esempio degli Ufo è lampante con le recenti affermazioni dei vertici statunitensi. I complottisti dell’allunaggio mai avvenuto sono assai agguerriti. Le loro tesi appaiono in alcuni casi plausibili. Chissà se davvero siamo sbarcati Un sorriso tra lo sbigottito e il curioso, che ricorda i suoi contadini, traspare dal volto di De Maria. “Già il mio lavoro offre ampie garanzie. Poi se qualcuno mi porterà un basalto terrestre con le stesse caratteristiche di quello lunare, allora anch’io crederò che gli americani ci hanno ingannato per decenni”.

Petrolio e Basilicata, rischi per l’ambiente


Eh sì gli statunitensi, sempre un passo avanti. Anche nell’estrazione del petrolio, dove utilizzano tecniche innovative. Quello del greggio è un tema di scottante attualità in Basilicata. De Maria si è anche occupato di energia solare ed è un forte sostenitore dello sviluppo di energie alternative e sviluppo sostenibile. “Utilizzare il petrolio bruciandolo è utile - sostiene il professore lucano - ma crea forti danni all’ambiente. La produzione di anidride carbonica è tra le cause principali del mutamento climatico e di fenomeni atmosferici un tempo assenti come le terribili bombe d’acqua. Bisogna sì produrre petrolio ma allo stesso tempo stare molto attenti che non si raggiungano poi livelli di non ritorno”.

L’Italia tra le stelle, un desiderio lungo mezzo secolo


Boom economico e voli nello spazio. Quei formidabili Sessanta, gli anni della giovinezza del professor De Maria. Anche l’Italia era allora una “potenza” tra i corpi celesti. Il Belpaese fu il primo, dopo Usa, Urss e Canada, a mettere in orbita un satellite . I due programmi, San Marco e Sirio con ripetuti lanci seppure intervallati da lunghi periodi di assenza causati dalle scarsità dei fondi. L’ultimo nel 1988. E oggi sembra che l’Italia torni con la testa tra le stelle. Da mesi Samantha Cristoforetti, la prima italiana a volare nello spazio, è in orbita. E da lassù invia immagini, odori e sensazioni di struggente bellezza. Un sogno, un successo, un’impresa che racconta qualcosa della giovinezza del professore lucano che “inorgoglisce un’intera nazione. E’ bellissimo poter ammirare da così lontano Terra e Luna”. Partenza e arrivo di una vita straordinaria e intensa. Di un chimico salpato giovanissimo da Tricarico per scoprire i segreti primordiali di costellazioni lontane. Con una fantasia nel cuore: colonie di umani tra i crateri lunari. (M. B.)


Fonti

Intervista a Giovanni De Maria _ Venosa, 11 dicembre 2014

Giovanni De Maria, “Colonie lunari” in www.orioli.eu/img/documenti/n.4, giugno-dicembre 2008

Giovanni De Maria, “Mass spectrometric investigation of the vaporization process of Apollo 12 lunar samples”, in “Proceedings of the Lunar Science Conference”, 1971, vol. 2, p.1367

Giovanni De Maria, “High temperature interaction between H2, Ch4, Nh3 and ilmenite”, in Conference Proceedings 2003, 654 Staif 2003, 1142-1149

Renato Cantore, “La tigre e la luna. Rocco Petrone. Storia di un italiano che non voleva passare alla storia”. Rai Eri, Roma 2009

“45 anni fa lo sbarco sulla Luna. Marte il prossimo obiettivo”, in www.rainews.it/dl/rainews/articoli  

“The Apollo missions” in www.nasa.gov/missionpages/apollo/missions  

“21 luglio 1969 – L’uomo sulla Luna” in www.astronautica.us

“10 motivi per cui forse l’uomo non è mai stato sulla luna” in www.focusjunior.it/scopro/curiosita-e-record/
 
“L’uomo sulla Luna 40 anni dopo”, in www.lastoriasiamonoi.rai.it
 
Leopoldo Benacchio, Esplorazione dello spazio” in Enciclopedia dei ragazzi Treccani 2006, www.treccani.it
 
Claudio Censori, “La sfida dello spazio Il contributo italiano alla storia del Pensiero-Tecnica”, in Enciclopedia Treccani 2013

Redazione Consiglio Informa

argomenti di interesse

Per visionare il contenuto è necessario installare Adobe Flash Player

contenuti correlati

IN I CCP LICENZIATI ATTI

Avviata discussione sulla Pdl per i lucani nel mondo

Cicala: “Più spazio ai giovani lucani nel mondo”

“A noi il compito di creare i presupposti per un reale coinvolgimento...

Cicala: auguri alla Federazione dei Lucani in Lombardia

Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, ha rivolto alla neonata federazione parole di ringraziamento per questo traguardo raggiunto. “Ci sarà una nuova e crescente attenzione verso l’associazionismo dei lucani nel mondo”

Cicala: “Rocco Petrone simbolo dell’ingegno dei lucani”

Il presidente del Consiglio regionale esprime il plauso dell’Assemblea per le manifestazioni che ricordano il cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna ed il ruolo da protagonista che nell’occasione ebbe l’ingegnere di origini lucane