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Premio Ester Scardaccione 2014, talento e impegno in rosa

16 aprile 2015

A ricevere il premio Silvana Arbia, Liliana Dell’Osso e le “Marie del Sulcis”, eccellenze femminili distintesi per le loro attività con ricadute sociali significative. Riconoscimento alla memoria di Lella Romagno

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(ACR) - Donne eccellenti in diversi ambiti dove Ie potenzialità femminili lasciano il segno: dalla giurisprudenza alla psichiatria e pedagogia fino alla lotta sociale. Per la quinta edizione il Premio internazionale "Ester Scardaccione", istituito dal Consiglio regionale nel 2006 e curato dalla Commissione regionale pari opportunità (Crpo), è stato assegnato durante una cerimonia pubblica svoltasi lo scorso 19 dicembre 2014 a tre donne lucane e ad un gruppo di donne non originarie della Basilicata, che si sono distinte nella società per il ruolo civile, culturale e professionale rivestito e per l'impegno profuso a favore della condizione femminile, delle pari opportunità e della non discriminazione.

Vincitrici del premio ex aequo, per la categoria "donne nate in Basilicata e operanti fuori dai confini regionali", il magistrato Silvana Arbia, cancelliere della Corte penale internazionale dell’Aja, per il suo operato nel contrastare i crimini di guerra e il medico Liliana Dell'Osso, direttrice dell'Unità di Psichiatria dell'Ospedale di Pisa, per il costante impegno a favore del riconoscimento della parità di genere.

La senisese Arbia già alla Corte d’Appello a Milano, poi ad Arusha (Tanzania) col Tribunale penale internazionale per i crimini commessi in Ruanda, dove per nove anni è stata  chief of prosecutions nella Procura generale raccogliendo prove, istruendo processi e rischiando la vita. E proprio in Africa ha preso parte a cause in cui erano imputati autori di crimini contro l’umanità, crimini di guerra, genocidio e aggressione. Vicende di orrore e morte descritti nel suo ultimo libro “Mentre il mondo stava a guardare. Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia”, edito dalla Mondadori. La brillante giurista ha molti riconoscimenti al suo attivo: Premio "Nicola Sole"2010; "Paul Harris" (da Rotary Catania); Premio "Carlo Levi" "2012; Premio Donne Zonta 2012; Paul Harris (da Rotary Basilicata), 2012; Peace Prize, da Soroptimist International of Europe 2013.

Nel settore psichiatrico si è invece distinta la bernaldese Dell’Osso. Dopo la laurea con lode e dignità di stampa In Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Psichiatria, è iniziata la sua eccellente carriera. Da ricercatrice a docente associato e poi ordinario fino alla direzione, dal 2001 al 2010, della Unità Operativa 2 di Psichiatria dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e subito dopo della Unità Operativa 1 di Psichiatria della stessa struttura e coordinatore del Comitato ordinatore della Scuola di specializzazione in Psichiatria dell’ateneo di Pisa. Di particolare rilievo il suo contributo allo “Spectrum Project”, un progetto di collaborazione internazionale, e più recentemente agli studi sul Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). E’ autrice / co-autrice di oltre 400 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Tra queste la pubblicazione degli Atti del Convegno "Da Esculapio a Igea. La dimensione di genere della salute" che evidenzia l’importanza del "genere" tra i determinanti di salute. Una categoria analitica che dovrebbe essere maggiormente presente sia nella produzione dei dati statistici sia nell'interpretazione dei risultati delle ricerche, al fine di non perdere elementi significativi per la diagnosi sociale e sanitaria.

Novità dell'edizione 2014, che ha visto 12 candidate prestigiose contendersi l'onorificenza, la scelta di premiare anche una donna lucana operante in regione ma scomparsa nell'ottobre 2013, Lella Romagno, educatrice impegnata in battaglie al fianco dei più poveri, di oppressi, malati mentali e migranti. Un'altra innovazione ha, poi, riguardato il premio speciale della giuria che è andato alle "Marie del Sulcis", trentasette donne dai ventotto ai sessant’anni, dipendenti dell' "lgea", Consorzio per la riqualificazione delle aree minerarie sarde in liquidazione che, come sottolineato da una lavoratrice collegata in videoconferenza, “avrebbe dovuto salvare e rilanciare straordinarie aree di archeologia industriale e, invece, ha rischiato per una serie di problematiche di fermarsi per sempre”. Le “Marie” si sono barricate per mesi nelle miniere di zinco in segno di protesta per rivendicare i propri diritti e il posto di lavoro. “E' stata la prima volta – ha sottolineato la presidente della Commissione regionale pari opportunità, Angela Blasi - che il Premio è uscito fuori dai confini regionali, manifestando, per questa edizione, solidarietà ad un'associazione di ‘guerrigliere senza armi’, non lucane e non operanti in Basilicata”.

Il Premio, dedicato a Ester Scardaccione, avvocato e primo presidente della Commissione Pari opportunità, dal 1995 al 1997, anno della sua morte, si propone di valorizzare il ruolo della donna nella collettività, di promuovere politiche atte a difenderne i diritti fondamentali sensibilizzando la comunità locale. Per individuare le eccellenze in rosa, come per le passate edizioni, sono stati coinvolti enti, organizzazioni, associazioni, fondazioni, club che hanno presentato proposte di candidatura e, per l'assegnazione del premio suddiviso in due sezioni (donna operante in Basilicata e donna nata e/o originaria della Basilicata o ivi residente ma operante fuori dai confini regionali), a cui si aggiunge il premio speciale della giuria, sono stati utilizzati tra l'altro quali criteri centrali per la valutazione, la capacità di essere utili agli altri, di contribuire concretamente alla risoluzione di problematiche spesso trascurate, di rappresentare in modo creativo l'impegno personale.

Tratto distintivo di questo riconoscimento è dunque il legame tra l'azione individuale e la ricaduta sociale. Un legame che, pur tenendo in giusta considerazione talento e impegno individuale, costituisce la verifica del valore della propria attività. Tutto ciò ben raccoglie l'eredità di Ester Scardaccione, che “con passione, tenacia e sensibilità - come sottolineato dal giornalista Rai, Rino Cardone, nella cerimonia di premiazione - ha sposato anche le cause più difficili con le donne e per le donne”. Ha dedicato parte della sua vita, molto di sé e la sua attività alla difesa dei "più deboli", come amava definirli, e sua figlia Cristiana Coviello, presente alla manifestazione, ha ricordato, delineando uno spazio dì speranza e al contempo di amarezza rispetto alla società contemporanea, l'arrivo di Ester a Potenza negli anni '80, la nascita dell’ Udi, di Telefono donna e la "Carta di Basilicata" del 1997, che avevano aperto un dialogo, poi sospeso, sulla parità di genere e sui diritti delle donne. Firmatarie della Carta erano tutte le donne elette nella pubblica amministrazione che chiedevano ai parlamentari lucani e ai rappresentanti istituzionali regionali di prodigarsi per sostenere il riequilibrio della parità tra i sessi, lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, il reinserimento nel mondo del lavoro, l'incremento del numero di donne nelle cariche politiche, l'istituzione di un assessorato regionale delle Pari Opportunità e la creazione dì case rifugio per le donne vittime di violenza. "Tante le misure da attuare e il nostro Paese - ha precisato Cristiana Coviello – purtroppo, non è pronto ad accogliere le donne, ad ascoltare la loro rabbia, il loro silenzio e soprattutto non è pronto a raccogliere lo sguardo delle donne nelle stanze di potere. Se c'è una cosa che sento necessaria - ha concluso - è proprio la rappresentanza delle donne nelle stanze dei bottoni. Lo sguardo delle donne sicuramente dove esiste porta cambiamento e porta ricchezza culturale".

Una battaglia, quella per la difesa dei diritti e del ruolo della donna, sempre necessaria e le candidate al Premio, come ribadito dalla presidente del Crpo, Angela Blasi, testimoniano la forte motivazione femminile a individuare soluzioni, creare prospettive e diffondere un clima di pace e solidarietà. Dal canto suo, la Regione Basilicata, con il supporto della Commissione regionale pari opportunità, si sta attivando per modificare due leggi regionali relative a un fondo di solidarietà a favore di donne e minori vittime di violenza e per istituire un Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori".

Blasi ha precisato che "le vincitrice del Premio hanno contribuito attivamente al riconoscimento del ruolo delle donne avendo a cuore il futuro delle nuove generazioni". Dalla lettura dei profili delle eccellenze in rosa e dall'illustrazione delle motivazioni, fatta dalla rettrice dell'ateneo lucano, Aurelia Sole, è emersa la grinta e il valore del mondo femminile lucano. Valore che la rettrice ha anche riconosciuto al lavoro della Commissione per le pari opportunità e al Premio, segno tangibile della grande attenzione nei confronti di una così rilevante tematica sociale.

“Questo premio ci permette di accendere periodicamente una luce sulle donne che hanno lasciato un segno con la loro attività nei diversi ambiti in cui operano. Ma quest’anno coincide con la rinnovata attenzione che il Consiglio regionale presta alla questione del contrasto alla violenza di genere e sui minori”, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, annunciando l’imminente discussione di una proposta di legge (poi approvata dal Consiglio regionale il 22 dicembre 2014) che modifica due normative precedenti del 1999 e del 2007 sulla disciplina regionale sugli strumenti di contrasto alla violenza di genere e di sostegno alle vittime e sull’istituzione dell’Osservatorio regionale”.

“E’ un atto concreto – ha aggiunto il presidente –  che anticipa l’approvazione del nuovo Statuto e della nuova legge elettorale, dove dovremo cercare di declinare il principio di parità ed assicurare conseguentemente la rappresentanza di genere in un organismo democratico (attualmente, non va dimenticato, privo di donne) fatto di soli venti consiglieri”.

Tutte le premiate hanno ricevuto una scultura di pregio realizzata dall'artista Tina De Stefano e una pergamena di attestazione. (L. A.)


Fonti:
- Interviste e opinioni raccolte il 19 dicembre 2014
- “Mentre il mondo stava a guardare. Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia”, Silvan Arbia, Mondadori, 2011
- Da Esculapio a Igea. Un approccio di genere alla salute. Atti del Convegno, Rita Biancheri - Liliana Dell’Osso, Plus-Università di Pisa, 2007
- www.dirittiglobali.it
- Legge regionale n. 9/1999 - Istituzione di un fondo di solidarietà a favore di donne e minori vittime di reati di violenza sessuale
 -Legge regionale n. 26/2007 -  Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori
 -Legge regionale n. 3/2015 - Modifiche alla L.R. n. 9/1999 - "Istituzione di un fondo di solidarietà a favore di donne e minori vittime di reati di violenza sessuale" e alla L.R. n. 26/2007 "Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori"
- http://www.telefonodonnapotenza.it

Redazione Consiglio Informa

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