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Lucani insigni 2013, Antonio Ruggiero
26 maggio 2015
Oncologo pediatra del Policlinico Gemelli di Roma originario di S. Angelo Le Fratte, ha ottenuto numerosi riconoscimenti scientifici tra cui la convalida delle linee guida sull’uso degli antiemetici sui bambini in trattamento chemioterapico
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(ACR) - Il medico pediatra Antonio Ruggiero, originario di S. Angelo Le Fratte, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e specializzato in Pediatria generale, Oncologia ed Ematologia pediatrica è uno dei vincitori dell’edizione 2013 del premio assegnato ai lucani che si sono particolarmente distinti nella vita sociale nazionale e internazionale.
Ruggiero ha svolto una grande attività di ricerca, le cui risultanze sono pubblicate in monografie e riviste mediche italiane e internazionali, ha ottenuto numerosi riconoscimenti scientifici tra cui la convalida delle linee guida sull’uso degli antiemetici sui bambini in trattamento chemioterapico. Uno studio giudicato, da un’autorevole rivista scientifica, come miglior lavoro dell’anno nel campo medico diagnostico e di cura. “Il campo della ricerca dedicata alle patologie tumorali nei casi che riguardano i bambini e i neonati - ha precisato durante la premiazione Ruggiero - è un ambito d’azione che si evolve in una nicchia ancora poco nota al grande pubblico. Le neoplasie sono fuor di dubbio una patologia fortemente invasiva della sfera psicologica e affettiva di familiari e pazienti”.
“Un disagio palpabile che diviene quasi insostenibile - ha spiegato Ruggiero - in tutti quei casi riguardanti gli under 12. E così, poter gestire alcuni sintomi particolarmente invalidanti come quello della nausea, diventa un’esigenza di primaria importanza, un modo per tentare di alleviare le sofferenze dei piccoli pazienti e dei parenti costretti a misurarsi con simili manifestazioni. E’ questa la filosofia che ha ispirato uno dei miei ultimi studi sulla ‘Gestione farmacologica della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia in bambini con il cancro’”.
“Le neoplasie pediatriche - ha spiegato Ruggiero - non vengono tenute nella giusta considerazione data l’esiguità dei casi, basti pensare al fatto che neppure l'industria farmaceutica dedica alla sperimentazione oncologica pediatrica molte risorse. L'incidenza del cancro nei bambini è meno di un trentesimo di quella degli adulti e dunque si investe meno. Fondamentale, di conseguenza, è stato lo scandagliare l’esigua letteratura scientifica in materia pubblicata negli ultimi dieci anni, per cercare di mettere insieme una serie di suggerimenti terapeutici nella gestione degli effetti collaterali maggiormente sgradevoli di ogni chemioterapia. Il bambino vive la chemioterapia quasi come una punizione - ha argomentato il medico - e per lui la sensazione di vomito diventa ancora più spiacevole. Questo spesso ha ricadute negative su tutto il programma terapeutico. Altro problema, non secondario - ha continuato - è che la maggior parte dei farmaci antiemetici sono sperimentati solo nell'adulto, che ha caratteristiche fisiologiche molto diverse dai bambini”.
Uno degli inconvenienti di una vita professionale così impegnativa, ha confessato Ruggiero, è stato quello di non poter mantenere un rapporto costante con la propria terra. Proprio per questi motivi ha spiegato di essere particolarmente orgoglioso e emozionato nel ricevere il riconoscimento del Consiglio regionale della Basilicata. “Questo per me - ha ribadito Ruggiero - è l’occasione per rafforzare il legame con la mia terra e i suoi valori. La tenacia, la semplicità, il non porsi sotto le luci della ribalta, il non dimenticare l’importanza dei risultati - ha commentato Ruggiero - sono solo alcune delle caratteristiche che esprime la gente della nostra terra. Lucani nel mondo ne ho incontrati pochi, ma quei pochi ricordano sempre con molto piacere e affetto il legame con la Basilicata”.
Ruggiero, in occasione della premiazione, ha anche ricordato alcuni episodi della sua lunga attività. Una carrellata di avvenimenti che possono diventare la chiave di lettura per capire un mondo, quello dellepatologie tumorali pediatriche che, alle volte, è volontariamente ignorato. “La tristezza e il dolore che attanagliano le famiglie - ha ricordato Ruggiero - sono elementi che destabilizzano ogni affetto, ogni certezza, ogni progetto. Un quadro scoraggiante, ha continuato, in cui alle volte nasce la solidarietà, unico elemento di vicinanza umana che riesce a trasmettere l’energia necessaria per affrontare le difficoltà”.
Passando in rassegna i ricordi professionali più intimi e toccanti, Ruggiero ha parlato anche del ruolo scomodo del medico che deve trasmettere notizie non sempre positive, cercando contemporaneamente di
trasmettere la fiducia necessaria per combattere battaglie impegnative. “I traumi che rimangono, in tutte le loro sfumature, sono ferite indelebili che faranno parte per sempre della vita delle persone. E’ per questo che è necessario sintonizzarsi. Tutti insieme, staff medico, familiari dei bambini e naturalmente i bambini, devono diventare una sorta di esercito che si prefigge l’obiettivo di combattere insieme, tutti i giorni, senza risparmiarsi. Tra i ricordi che ritornano alla mente e che hanno lasciato un solco profondo e indelebile nella mia vita quotidiana - ha spiegato Ruggiero - vi è quello di una famiglia con un bambino molto piccolo che ha affrontato la malattia con grande dignità e speranza e quelli di tanti bambini coraggiosi che, con grande semplicità, diventano il faro dei loro cari. Da loro traggo insegnamento, da loro prendo forza per andare avanti nella ricerca. Rapporti preziosi che, insieme, agli insegnamenti della nostra terra diventano la molla per fare sempre di più, per rapportarsi a chi sta male, a chi lotta, a chi non vuole staccarsi dalla speranza”.
Ruggiero ha parlato infine del futuro, non nascondendo un sogno nel cassetto. Il medico, confessa di nutrire la speranza di tornare nella sua terra con un progetto da realizzare. “Un progetto che se realizzato mi renderebbe molto felice e potrebbe portare un valido contributo alla nostra terra ma che, allo stato attuale, ha bisogno di trovare adeguati spazi di realizzazione”.
“La professione mi mantiene lontano dalla Basilicata - confessa Ruggiero - ma non per questo mi sento meno legato alle origini che sono sempre un motivo di orgoglio e lo spunto per tenere alta la buona nomea dei lucani”.
Una visione dei rapporti tra i lucani e la loro terra che è stata richiamata anche dal presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza. Alla conclusione della premiazione, che si è svolta a venosa l’11 dicembre 2014, rivolgendo un elogio ai premiati, ha affermato che “i nostri corregionali, con il loro prezioso lavoro, contribuiscono a portare lustro e visibilità alla nostra regione. Professionisti a cui va il nostro ringraziamento per quel sentimento di appartenenza che celebrano in ogni parte del mondo. L’identità dei lucani, ciò che ci unisce, viene costruita e curata ogni giorno da persone come quelle che oggi hanno ricevuto questo premio”. (R. B.)
Fonti:
Intervista ad Antonio Ruggiero realizzata l’11 dicembre 2014