venerdì, 22 nov 2024 07:07
Lucani Insigni 2012, Ottavio Galella
03 agosto 2015
Ingegnere di successo, Galella ha insegnato presso l’Ecole de Technologie Superieure dell’università del Québec. E’ considerato uno dei più grandi esperti mondiali di management del traffico
La riproduzione del video richiede HTML5, Adobe FlashPlayer, e Adobe Shockwave Player
(ACR) - Un nuovo modello di mobilità
Una vita dedicata a far radicare il concetto che il mezzo motorizzato non è il re assoluto delle strade ma un anello della mobilità. I suoi progetti non rifiutano l’automobile valutato, comunque, il miglior mezzo di trasporto privato, ma tentano di proporne un uso corretto per favorire la convivenza sulle strade piuttosto che la separazione, immaginando spazi adeguati per pedoni e per chi decide di utilizzare la bici non solo per le gite fuori porta, ma come alternativa salutare e low cost alla mobilità di tutti i giorni. L’ingegnere del traffico Ottavio Galella, che vive e lavora a Montreal da diversi anni e che è lucano non solo di nascita ma perché continua ad appartenere a questa terra omaggiandola con iniziative varie organizzate in terra canadese e in Basilicata, ha creato il concetto di ponte mobile ciclabile e pedonale più lungo del mondo. La superficie complessiva dei parchi collegati dal ponte raggiunge circa 320 ettari, quasi la dimensione del famoso Central Park di New York con i suoi 341 ettari. A questi vanno aggiunti i bacini del porto e il fiume, per un totale di quasi 800 ettari. Un progetto ambizioso e di grande complessità quello del ponte mobile che ha l’obiettivo di ridurre del 75% la distanza e il tempo di percorrenza tra due dei più vasti spazi pubblici di Montreal: Jean-Drapeau e il Vecchio Porto, ma soprattutto di far attestare un nuovo modello di mobilità. Un’idea “inédite”, come ha detto André Pratte, editore de “La Presse”, che ha formato e diretto un comitato di 5 esperti, di cui ha fatto parte anche Ottavio. Il Comitato è stato messo su per predisporre un piano di trasporti meno tradizionale per Montreal. Lo hanno denominato “Montréal qui marche” e fa suo il modello di pianificazione, con il principio di pedaggio sui ponti, progettato da Ottavio. L’ingegnere, attento conoscitore degli elementi fondamentali dei sistemi di trasporto, e sempre alla ricerca di soluzioni funzionali e rispettose dell’ambiente, è stato definito da un giornalista della PBS americana come uno dei più grandi esperti mondiali di management del traffico. La sua straordinaria carriera professionale nel campo della mobilità ed i suoi numerosi riconoscimenti hanno motivato l’assegnazione del premio “Lucani Insigni 2012”. Portavoce qualificato dell’identità lucana, infatti, non ha mai dimenticato la sua Muro Lucano e la sua Basilicata.
La congestion charge per ridurre l’ingorgo
“Il Canada è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Europa quando si tratta di attuare pedaggi. Ha un bisogno impellente di recuperare”, dichiara Galella in un’intervista. Da un’indagine effettuata dal costruttore del Tom Tom GPS nel 2013, infatti, Montreal risulta al quarto posto, su ventisei città nordamericane studiate, per ritardi dovuti al traffico. Viene dopo Los Angeles, Vancouver e S. Francisco, con novantadue ore di ritardo annue sulla Highway 20. Sempre commentando lo studio Tom Tom, Galella, in qualità di ideatore e responsabile di un noto studio di consulenza, Trafix, ritiene che il completamento del collegamento Highway 30 sia importante per alleggerire l’intasamento stradale della città, ma non può essere l’unico intervento, perché deviare un bel po’ di traffico da Montreal non ne allevierà la congestione cronica. Per correggere la non ottimale gestione dei modelli di traffico urbano, Galella suggerisce un sistema regionale di pedaggio. Per il presidente di Trafix, progettare zone di congestion charge, individuando dei piani di mobilità collettiva e tariffe modulari secondo la densità del traffico, significa scoraggiare l'utilizzo dei mezzi privati, quindi ridurre la paralisi stradale e, anche, ricavare fondi per investimenti in infrastrutture e trasporto pubblico e alternativo.
Una mobilità integrata è una mobilità sostenibile
Il traffico urbano rappresenta senza dubbio uno dei più gravi problemi della città moderna. Inquinamento acustico e atmosferico, difficoltà a trovare parcheggio, incidentalità e nevrosi sono solo alcuni dei problemi che affliggono i driver di quasi tutto il mondo. I dati di un recente sondaggio canadese, condotto dalla CBC, confermano la visione di Galella sulla mobilità integrata che si traduce in mobilità sostenibile. “Il 60% della popolazione di Montreal è disposta a pagare di più se ciò significa utilizzare strade e ponti per migliorare il trasporto pubblico. La stessa cosa vale per il 31% degli abitanti di Toronto e per il 26% della popolazione di Vancouver. L’elemento da non dimenticare, sottolinea Galella, è che non esiste pianificazione se non quando si prevede una mobilità integrata e sostenibile e, quindi, pedaggi, piste ciclabili e pedonali, trasporto pubblico e trasporto privato condiviso, come car pooling e car sharing. Ridurre i veicoli privati alle ore di punta significa diminuire l’impatto ambientale, sociale ed economico che gli stessi generano. Una corretta congestion charge, dunque, significa una mobilità sostenibile e una migliore qualità della vita”. Lo slancio di Ottavio per una qualità della mobilità per tutti, d’altronde, era già insito in precedenti progetti, come le piste ciclabili e le corsie preferenziali per il trasporto collettivo e alternativo da lui realizzati.
Dal centro storico di Muro Lucano a quello di Montreal
Nato nel centro storico di Muro Lucano, Ottavio arriva a Montréal nel 1962, quando ha tredici anni ed è qui che risiede da 30 anni con la sua famiglia. Laureato al Politecnico di Montréal in ingegneria civile - trasporti, termina gli studi con un deposito di domanda di brevetto d’invenzione, che ottiene 2 anni dopo, per il principio di segnaletica luminosa forme-colori che facilita la percezione per i daltonici. Questo è solo l’inizio di un crescendo di successi. A soli 24 anni diventa responsabile del traffico e del design stradale di Longueuil, principale città in piena espansione sulla riva sud di Montréal. Galella é incaricato di rappresentarla a titolo di conferenziere al Congresso mondiale delle città unite a Bologna nel 1974. Un anno dopo fonda lo studio Trafix.
I suoi studi e progetti vengono riconosciuti ad alto livello con l’assegnazione di quindici premi a carattere accademico e scientifico: tra i quali il premio studi dell’Istituto degli Ingegneri del Canada, il primo premio del Canada per la sicurezza stradale dalla North American Assurance Co. (Nalaco) e il premio scientifico del centenario della facoltà d’Ingegneria dell’Università Toronto e del Politecnico dell’Università di Montréal. Nel 1976, dalle stesse mani del ministro dei trasporti del Québec, Bernard Picard, riceve il primo premio per la migliore presentazione al Congresso dell’Associazione delle tecniche stradali. Solo tre anni più tardi, Galella diventa il primo direttore generale dell'Associazione col mandato di trasformarla in Associazione dei Trasporti e Strade del Québec. Il mandato gli riesce con successo. Il tutto mentre porta avanti i suoi lavori a Longueuil. Sempre in questa città, Ottavio basandosi sulla prima grande inchiesta di trasporti sulla Riva-sud, da lui diretta, che permette di stabilire l’origine e la destinazione degli spostamenti della popolazione, crea la prima rete sperimentale di piste ciclabili in Canada, di 15 km, a fini utilitari. Per la prima volta in Nord-America, con questo progetto sperimentale si riesce a provare che è possibile far circolare i ciclisti contro-mano in una corsia a loro dedicata e si stabilisce il principio di trasformazione dello spazio/parcheggio delle strade esistenti in piste bi-direzionali per ciclisti. Il suo studio permette alla città di Longueuil di ottenere il primo premio per l’innovazione di piste ciclabili in Canada dal ministro federale degli affari urbani André Ouellette. Il principio è stato in seguito applicato in centinaia di comuni del Canada e su oltre 1000 km solo nella regione metropolitana di Montréal.
Contemporaneamente ai suoi impegni professionali, Galella accetta d’insegnare ai futuri ingegneri e urbanisti. Per 10 anni tiene corsi di concezione stradale e di trasporti presso il dipartimento di Costruzione Civile dell'École de Technologie Supérieure dell'Università del Québec e al dipartimento degli studi urbani dell'Uqam a Montréal. Qui rivela le sue naturali doti di comunicatore. E’ stimato per l’efficacia delle sue lezioni, per l’entusiasmo che mette in ogni progetto e per l’autonomia che riconosce ai suoi allievi.
Un altro primato che Ottavio conquista in Canada è la creazione di reti di corsie per i trasporti pubblici urbani e alcuni di questi progetti fanno il giro del Nord America. S’interessa al congestion charge per gestire la domanda di trasporti su larga scala che propone per ridure l’ingorgo stradale, prima ancora del progetto Stoccolma. Si reca poi in questa città, ma anche a Londra e a Milano per osservare sul posto le caratteristiche delle zone di pedaggio. Propone questo approccio in Nord-America e, in suo studio, conferma l’applicabilita del congestion charge su tutti i 16 ponti di Montreal, dove circolano 1,2 milioni di veicoli al giorno, che constituiscono i punti critici della rete stradale metropolitana. Il suo approccio futurista e ipertecnologico lo aveva portato a credere come altri specialisti, fin dal 1989, in un sistema del traffico “dove le strade non comunicheranno più col conducente ma col veicolo”. Ma le sue performance in tema di gestione del traffico sono sempre più numerose e valide tanto che anche il codice stradale si deve adattare. Uno scontro d’auto può sicuramente segnare l’autostrada della vita. E’ stato così per Galella. In un giorno della sua adolescenza, un incidente a Staten Island, N.Y., stava per ammazzare lui e i suoi genitori. Ottavio capì quale sarebbe stata la sua “missione”: la gestione del traffico e la sicurezza stradale. Un progetto che si è andato man mano rafforzando grazie all’ ammirazione per uno zio che ha ricoperto la carica di ingegnere capo all’Anas di Roma. Tutto insieme sembra la miscela giusta per motivarlo alla carriera con determinazione e passione.
Oltre il lavoro
Solo una persona determinata può raggiungere vette di carriera così alte. Insieme a questa qualità la dedizione al lavoro per raggiungere le mete prefissate e poi la perseveranza, la serietà, la pazienza e la
creatività, in una sola parola lo “stile lucano”, come afferma Galella in una recente intervista realizzata dal giornalista Marco Luciani Castiglia e pubblicata sulla nuova rivista montrealese Stile, edita dal lucano Pasquale Cifarelli, ex-direttore de Il Corriere Italiano.
“La determinazione – spiega - è la base fondamentale per qualsiasi progetto da realizzare”. Una propensione che Ottavio ha utilizzato a piene mani anche nell’organizzare alcuni eventi socioculturali. Ha collaborato con la Regione Basilicata, sotto la presidenza Dinardo, per la realizzazione della settimana lucana a Montréal, tenutasi nel settembre del 1999, che ha visto l’inaugurazione di tre mostre, durate diverse settimane. Quella archeologica su “I Tesori del Sud-Basilicata terra di luce”, voluta dal museo Pointe-à-Callière, quella dedicata all’arte, all’archeologia, e alla natura sulla “Basilicata, angolo dorato nel Sud d’Italia”, e quella dedicata all’arte religiosa delle “Madonne lucane, XIII-XVIII Secolo” con 23 riproduzioni a colori di grandezza naturale, presso il Word Trade Center. E poi la firma di un accordo culturale economico tra il Governo del Québec e la Regione Basilicata e una conferenza economica di Systema Bic Basilicata. A distanza di quattro mesi, e precisamente il 12 gennaio 2000, l’inaugurazione di un’altra mostra, quella dedicata a Carlo Levi, presso il Marché Bonsecours. A far da cornice siti di grande prestigio. Come la famosa Basilica Notre-Dame in pieno centro storico, dove è stata concelebrata da Don Giustino D’Addezio la messa domenicale. Foltissima la partecipazione popolare in devozione di San Gerardo Majella, patrono di Muro Lucano e della Basilicata, venerato in tutto del mondo.
“Le mostre - sottolinea Galella orgoglioso - hanno celebrato la bellezza dell’arte che è forma di conoscenza e insieme di relazione. E’ stato fantastico esporre nelle sale d’exposition Marché Bonsecours, i dipinti di contenuto sociale di Carlo Levi. Mi piace ricordare che l’artista torinese seppe cogliere le difficoltà di questo angolo di mondo ma anche la sua struggente bellezza. E’ questa la sintesi giusta della nostra terra: bella e difficile allo stesso tempo. Nel suo celebre romanzo ‘Cristo si è fermato a Eboli’ - dice ancora Galella - Levi scrisse che ‘I Sassi di Matera non sono di minore importanza delle cose più celebrate e più importanti che esistono nel nostro paese, in Europa e nel mondo. Quindi il problema dei Sassi va considerato fuori dell’ambiente degli interessi cittadini, e neanche provinciali o regionali, ma è un problema di carattere universale (…) si tratta di difendere, di tutelare un valore che, non so se tutti se ne rendono conto, è veramente un valore grandissimo e unico nella storia urbanistica, dell’architettura, della civiltà contadina, non solo, della civiltà del mondo’”.
“Quale piacere - confida Galella - suscitano queste parole all’indomani del riconoscimento di Matera a Capitale europea della cultura 2019. Un traguardo importante che non deve essere vissuto come punto di arrivo ma di partenza per uno svilippo economico di tutta la Basilicata ma ache per il sud-Italia basato sulla cultura e le bellezze naturali”. Quasi profetico, nel 2010, Galella aveva dichiarato durante una intervista di Scully sulla rete televisiva americana PBS che la Basilicata, un giorno, verrà conosciuta nel mondo del turismo quanto la Toscana.
La sua terra è sempre con lui e non perde occasione di parlarne e di cercare occasioni che possano tramutarsi in eventi promozionali. Fondamentale il ruolo da lui ricoperto nell’organizzazione della mostra “Italian Icons”, nel maggio del 2009, promossa dal Consiglio regionale della Basilicata e dedicata al fotografo Ron Galella, italoamericano originario della Basilicata (suo padre era di Muro Lucano), che in oltre 50 anni di carriera ha fermato nei suo scatti le icone del cinema e della musica, oltre che importanti personaggi pubblici della seconda metà del ventesimo secolo: Jacqueline Kennedy Onassis, Marlon Brando, Anna Magnani, Monica Vitti, Francis Ford Coppola, Bernardo Bertolucci, Robert de Niro, Sofia Loren, solo per citare alcuni dei personaggi da lui immortalati in splendide foto in bianco e nero donate alla Regione Basilicata. Se il destino ha messo del proprio nella realizzazione della professionalità di Ottavio Galella, sicuramente la Basilicata ha scritto un’importante pagina della sua biografia (C. B.).
Fonti:
- Stile, rivista italiana edita in Canada
- La Presse, Projet d'un pont mobile entre le Vieux-Port et le parc Jean-Drapeau di Bruno Bisson -19 février 2013
http://www.lapresse.ca/actualites/montreal/201302/19/01-4623068-projet-dun-pont-mobile-entre-le-vieux-port-et-le-parc-jean-drapeau.php
- La Presse, Édition du 2 février 2015, section ACTUALITÉS, Quand baisser la limite de vitesse permet de rouler plus vite di Pierre-André NormandinLa Presse
http://plus.lapresse.ca/screens/7a24a620-c034-4509-9dc6-ee08d87e9440%7C_0.html
- La Presse, Pour un Montréal qui marche! Le lundi 08 mai 2006 -Le Comité stratégique La Presse sur le transport à Montréal: Louis Drouin, Ottavio Galella, Florence Junca-Adenot, Paul Lewis et Robert Perreault,
http://www.cremtl.qc.ca/sites/default/files/upload/documents/publications/pour_un_montreal_qui_marche.pdf
- Interview di Andy Warhol, diretta da Glenn o’Brien Warhol by Galella: That's Great!