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IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE "CITTA' DEL VINO" RIUNITO A RIONERO
10 marzo 2003
All’incontro, il Presidente Radice e il prof. Cocchi autore di 'Vino e Salute'
(ACR) - In una delle 'città del vino', Rionero, divenuto ormai centro di riferimento per la produzione vitivinicola dell'intera Basilicata, si è svolto un'interessante manifestazione voluta dall'amministrazione comunale e tesa a promuovere il "Centro della civiltà dell'aglianico" sorto un paio di anni fa. Nelle settecentesche sale del palazzo di "Don Giustino" Fortunato si è tenuto il Consiglio nazionale delle città del vino. Un appuntamento di grande rilievo ed importante per almeno due aspetti: uno che potremmo definire organizzativo e associativo, l'altro per lo spessore scientifico rappresentato dall'intervento dei relatori, tra i quali il Dr. Cocchi, emiliano di nascita ed impegnato da più anni presso l'Università di Edimburgo dove svolge la sua attività di nutrizionista. Il Consiglio Nazionale delle "Citta del vino", che rappresenta 495 citta' italiane, tra cui cinque della Basilicata, non è un organismo di produttori ma di amministratori che credono nell'associazionismo quale volano per lo sviluppo coordinato delle aree vocate alla produzione vitivinicola. L'incontro nazionale ha anche sancito la costituzione del Coordinamento regionale delle cinque citta' della Basilicata che aderiscono all'Associazione "Citta' del vino" e cioe' Rionero, Atella, Barile, Acerneza e Venosa ed e' stata l'occasione per eleggere il presidente del coordinamento, l'assessore Pietragalla di Rionero. IL Presidente del Consiglio Regionale, Radice, ha salutato con grande soddisfazione l'iniziativa che e' per l'intera Basilicata un fatto distintivo e pone la Regione all'attenzione nazionale ed internazionale. Tutto cio' e' stato possibile grazie al lavoro sinergico adottato dai produttori e amministratori ma soprattutto dai contadini che con abnegazione coltivano le terre del nobile vitigno dell'Aglianico. Un vino – ha dichiarato Radice – che, pur essendo apprezzato in tutto il mondo, non fa registrare ancora grandi numeri in termini di produzione. Bisogna, quindi, pensare a strategie di mercato in grado di far decollare il prodotto e renderlo sempre più competitivo investendo su standard qualitativi molto alti. E' stata, poi, la volta del prof. Cocchi, che è anche presidente di Nutrinforma il periodico scientifico che si occupa di ricerca, progettazione, informazione nutrizionale. "Il vino e' un alimento ma, ancor di piu', se di qualita' e consumato con moderazione può diventare una medicina". Evidenze cliniche e sperimentali – è stato sottolineato - suggeriscono che il vino rosso contribuisce alla salute dell'individuo e si ritiene che questi effetti siano dovuti agli antiossidanti contenuti nei derivati dell'uva e non in tutti, solo quelli sottoposti a processi di trasformazione molecolare.. Per riassumere si puo' affermare, tranquillamente, che un buon bicchiere di vino rosso protegge il sistema cardiovascolare, i reni, migliora le funzioni polmonari, abbassa il rischio di demenza, riduce i rischi di infarto, di patologie a carico della retina, della colecisti e della prostata. Beethoven, come tanti alti grandi, - ha concluso il professor Cocchi - se invece di bere alcool puro, che distrugge il cervello, avesse bevuto del buon vino ci avrebbe lasciato tantissime altre opere. "E' dimostrato, - ha concluso – che i consumatori di vino sono piu' intelligenti e ricchi e che l'unico prodotto che migliora con l'età' rimane il vino!" (L.T.)