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ADDUCE: DIFENDO IL DIRITTO DI COLLAZZO A MANIFESTARE

11 marzo 2003

Si avverte, secondo il parlamentare dell’Ulivo, una preoccupante e strisciante delegittimazione del dissenso

© 2013 - ACF184.jpg

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(ACR) - "Non condivido le critiche sollevate da più parti nei confronti dell'Assessore regionale Dino Collazzo". Questa la dichiarazione dell'on. Salvatore Adduce in merito alla polemica insorta a seguito della partecipazione dell'esponente della Giunta Regionale alle iniziative di protesta che hanno portato al blocco di un treno in transito nei pressi della stazione di Potenza. "E' diritto di ciascuno – ha aggiunto Adduce - criticare i comportamenti di chicchessia e in particolare di coloro che hanno responsabilità di governo. Tuttavia, la reprimenda ha raggiunto un livello eccessivo ed è per questo che sento il dovere di esprimere la mia solidarietà all'Assessore. La mia non vuole essere una difesa d'ufficio anche perché in merito ai gesti di disobbedienza e di boicottaggio dei cosiddetti treni della guerra la mia posizione è nota: non approvo ma comprendo, e difendo il diritto di tutti a manifestare". La Costituzione, a giudizio del deputato lucano dell'Ulivo, garantisce la libertà di manifestare e garantisce il diritto dei cittadini a non subire interruzione di servizi a causa di eventuali azioni di protesta. La libertà di manifestare è quindi, attribuita come diritto soggettivo a qualsiasi cittadino, a prescindere dalla carica che ricopre e al ruolo che riveste soprattutto in considerazione del tema trattato. La guerra, infatti, rappresenta per tutte le coscienze autenticamente democratiche un tema gravoso che tocca in profondità l'animo delle persone. Su come manifestare contrarietà ad essa, ha precisato Adduce, ci sono tante e diverse modalità, come ci insegna la storia, ma nessuna di queste ha mai messo in dubbio il presupposto che si possa esternarla solo in base alla propria funzione sociale e politica. "Un assessore e un magistrato – è la tesi di Adduce - hanno lo stesso diritto di manifestare di un giornalista o di un impiegato, di un operaio o di un medico e ognuno si assume le proprie responsabilità per ciò che fa". Nelle critiche a Collazzo pertanto, si avverte una preoccupante e strisciante azione di delegittimazione del dissenso. "Certi virtuosismi moralistici e di presunto bon ton istituzionale a cui stiamo assistendo sono degni di miglior causa. Andrebbero indirizzati ad esempio a quegli esponenti del Governo di centrodestra che invitano alla disobbedienza fiscale o a non pagare il canone RAI, oppure al Presidente del Consiglio dei Ministri che recentemente ha invitato i cassintegrati FIAT ad arrotondare il loro magro salario con un po' di lavoro nero. Bisogna fare attenzione alle parole che si usano e ai metri di giudizio spesso affidati alla aleatorietà delle emozioni". "E' la Costituzione – è la conclusione di Adduce - che tutela il rispetto delle regole democratiche e a nessun altro, almeno per ora, arbitrariamente è concesso ciò. Per fortuna nostra e del nostro Paese". (D.T.)

Redazione Consiglio Informa

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