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LE OPERE PLASTICHE DI ROCCO MOLINARI
14 marzo 2003
Entro il 2003, a Napoli, importante personale dello scultore lucano
(ACR) - Entro la fine dell'anno si terrà a Napoli, su iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune partenopeo, una personale di scultura del Maestro Rocco Molinari, un ulteriore, importante e degno riconoscimento all'artista lucano per l'incessante impegno nella ricerca che ha sempre caratterizzato la sua produzione artistica. Il Consiglio regionale di Basilicata non ha tralasciato certo di occuparsi di questa autorevole personalità, prova ne è il catalogo "Il vigore del magma le sculture di Rocco Molinari", curato dal critico d'arte, giornalista e scrittore Ugo Piscopo, e l'omonima mostra tenutasi lo scorso anno a Latronico, in provincia di Potenza, nel centro sportivo Kalidarium (esposte oltre trenta opere). Queste iniziative sono state fortemente volute e in linea di continuità di indirizzo, da parte della massima assise, volto al recupero e alla valorizzazione di figure e opere di artisti e intellettuali lucani che, spesso, superando una dura concorrenza, si sono affermati fuori del loro territorio di origine. Egidio Mitidieri, allora Presidente del Consiglio regionale di Basilicata, nella presentazione del catalogo, scrive, infatti, che la finalità dell'indirizzo perseguito "…fa parte organica del più ampio e complesso programma di consapevole acquisizione e di potenziamento del patrimonio culturale e artistico delle genti lucani". Il Maestro Rocco Molinari è nato ad Accettura (Potenza) nel 1924, a Firenze, però, è iniziata la sua formazione artistica sulla quale notevole influenza ha avuto la frequentazione dello studio dello zio Francesco Pesce, scultore apprezzato nel capoluogo toscano, e dell'ambiente artistico-culturale che in quegli anni era collegato a quello studio. Già insegnante al Liceo artistico di Salerno, da circa quindici anni vive ed opera a Napoli. Della sua produzione artistica si distinguono fondamentalmente due fasi che sono tra loro speculari: la prima risale al periodo in cui l'artista vive a Salerno ma si ferma molto nella sua regione d'origine, la Basilicata. E' il periodo in cui "prevaleva su tutto – come afferma Ugo Piscopo - una patina di arcaicità " e "…la produzione di Molinari si espande in vigorose testimonianze di un'energia febbrile e plastica, che si viene confrontando con materiali diversi, innanzitutto con la terracotta". "L'arcaismo di questa stagione - precisa, però, sempre Piscopo - tendeva a rovesciarsi in attualità per via di preziosità o di coniugazioni e suture con gesti e ricerche esemplari del Novecento." Alcune sue opere ispirate al "Maggio di Accettura", acquistate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono conservate a Matera presso il Museo diretto dalla Sovrintendenza ai Beni Ambientali ed Artistici. Il secondo periodo, che ancora caratterizza la sua produzione artistica, coincide con l'arrivo a Napoli. Dal dominio alla rivelazione della materia, "quasi – ed è sempre Ugo Piscopo a sottolinearlo – essa sia portatrice di enigmi da decrittare, di proposte da studiare…" Ed ecco apparire reti di acciaio e zinco, legno, fili di ferro, corde e funi, plexiglas, a volte la terracotta, in composizioni di materiali poveri, con l'utilizzo di tecniche miste unite o addirittura fuse tra di loro in modo magmatico, composizioni in cui la mente, non imbrigliata in schemi rigidi o ripetitivi, ha dato forma e creato originali opere d'arte. Si percepisce "un'autentica inquietitudine che lo spinge a cercare soluzioni tecniche al di là di un accanimento rappresentativo e del compiacimento formale", per dirla con le parole del poeta e critico d'arte Michele Sovente (Premio Viareggio, 1998; Premio Penisola Sorrentina, 2002). Il Maestro Molinari con le sue opere si "è situato nel vivo del dibattito artistico dell'ultimo scorcio del Novecento, confrontandosi con nuovi ambiti di ricerca tendenti a fare della scultura un territorio multiplo, dove il rigore formale si unisce a un'alacrità fantastica ed espressiva in movimento. Sotto forma di grandi cerchi fittamente abitati da segni acuminati, le opere plastiche più recenti di Molinari si pongono decisamente oltre gli steccati tradizionali e si sostanziano del colore, della luce, di sequenze, per così dire, "cinetiche": pittura, teatro, cinema sembrano essere le nuove modalità linguistiche a cui l'artista si rivolge"(Sovente). Da evidenziare, nel catalogo, i contributi di prestigiosi critici d'arte e letterati, che conoscono e apprezzano il lavoro del Maestro: Ugo Piscopo, Claudio Spadoni, Francesco d'Episcopo, Marcello Gigante, Giovanni Battista Bronzini, Fortunato Bellonzi, Massimo Pallottino, Enrico Crispolti, Angelo Trimarco, Gennaro Savarese, Paolo Apolito, Alfonso M. Di Nola, Dinu Adamesteanu, Paolo Brezzi, Ettore Bonora, Emerico Giachery, Massimo Bignardi, Rocco Brienza, Michele Sovente. Nel "cuore" del catalogo il lettore potrà ammirare molte opere esposte a Latronico e nel regesto, infine, avere in poche pagine una visione d'insieme di più opere anche se in formato minore. (L.S.)