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(RegioneInforma) COMMERCIO EQUO E SOLIDALE E BANCA ETICA
28 marzo 2003
(ACR) - Entrare in una Bottega per il Commercio equo e solidale è come intraprendere un lungo viaggio. Si possono trovare oggetti poco comuni che provengono da tutto il pianeta, ma anche prodotti alimentari: dal caffè al tè, dal cacao alle barrette di cioccolato, dalle spezie ai cereali e al miele. Comprare in uno di questi negozi vuol dire sostenere un tipo di commercio che costituisce un approccio alternativo a quello convenzionale. Il C.E.e S. – come recita la Carta Europea - promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l'ambiente, attraverso il commercio, l'educazione e la corretta azione politica. Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una più equa distribuzione dei guadagni. Il Commercio Equo e Solidale favorisce una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori. In Basilicata i punti vendita sono due: a Potenza, in Via Caserma Lucana 17, c'è il negozio dell'Associazione "Una Terra" e a Matera, in via delle Beccherie 89, la "Bottega del Mondo". Tutte le Botteghe di questo tipo, nel mondo ve ne sono circa 3000, non sono solamente un luogo di vendita, ma soprattutto, un luogo di scambio culturale, di campagne d'informazione sulle dinamiche del commercio Nord-Sud e di sensibilizzazione per un commercio più giusto. L'obiettivo di una Bottega del Commercio Equo non è di avere dei profitti, ma di vendere sempre di più per comprare sempre di più dai produttori del Sud del Mondo, assicurando loro il pagamento di un prezzo giusto e remunerativo. La vendita di un prodotto del Commercio Equo ha un senso solo se si comprende che non si sta comprando una merce qualsiasi, ma un prodotto che è frutto del lavoro di uomini e donne che vivono in un villaggio del Sud del Mondo, che hanno, talvolta, problemi di discriminazione etnica, di emarginazione, di guerra, ma anche il giusto diritto ad un riscatto dalle condizioni di miseria e di sfruttamento. Così, comprare i bicchieri blu, ad esempio, significa acquistare un prodotto delle donne Maya del Guatemala che, resistendo a minacce e aggressioni, sono riuscite a creare una cooperativa che lavora il vetro riciclato. Comprare gli anacardi dell'Honduras significa acquistare i prodotti di una cooperativa di donne che, oltre a trasformare i frutti di anacardo, fanno corsi di alfabetizzazione e hanno creato un'area per la coltivazione di ortaggi per il consumo interno alla propria comunità. Nella primavera del 1969, quando un gruppo di giovani cattolici inaugurò a Breukelen, una piccola città olandese, la prima Bottega del Mondo, nessuno avrebbe potuto immaginare quale sviluppo avrebbe avuto il movimento del Commercio Equo. In pochi anni si è diffuso in tutta l'Europa settentrionale, coinvolgendo migliaia di volontari e centinaia di associazioni. In trent'anni centinaia di migliaia di produttori agricoli e di artigiani hanno aderito a tale importante iniziativa. Non tutti i produttori possono essere iscritti nei Registri Internazionali. A garanzia degli importatori e dei consumatori, ma soprattutto, dei piccoli produttori, sono stati fissati i criteri per l'ammissione ai Registri: devono essere strutture democratiche, al loro interno non devono essere attuate forme di discriminazione, i prodotti devono soddisfare le esigenze di mercato. Promuovere il commercio equo e solidale è l'impegno che si sono dati l'Unione Europea, TransFair e Movimondo con un programma di tre anni. La scuola e la catena della grande distribuzione commerciale saranno i luoghi privilegiati delle campagne d'informazione e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle condizioni del commercio internazionale Nord-Sud. La televisione, le sale cinematografiche, le riviste e i giornali diffonderanno l'invito ad un consumo equo, solidale, cosciente e responsabile. In Italia, inoltre, è stata stilata nel 1999 una "Carta italiana dei criteri" che elenca, appunto, i criteri e gli obiettivi del Commercio equo e solidale e le caratteristiche che devono avere le Botteghe nel Mondo, gli importatori, i produttori, gli esportatori ed i prodotti trasformati. Legata a questo fenomeno, è importante la presenza della Banca Etica che è l'unico istituto creditizio, nato in un contesto non economico ma di terzo settore, la cui attività e obiettivi si ispirano ai principi della finanza etica, intesa come strumento trasparente di gestione del risparmio finalizzato allo sviluppo dell'economia civile, sociale e non profit. E' il primo ed unico istituto di credito, in Italia, orientato a promuovere l'economia e la finanza sociale, che si propone come punto di riferimento per il sostegno e lo sviluppo di tutte le organizzazioni che si preoccupano dell'impatto ambientale e sociale della loro attività. Banca Etica si situa nella categoria delle "Banche popolari" e al suo interno vige il principio "una testa un voto", ovvero ogni socio, indipendentemente dal numero delle azioni possedute, può esercitare un unico voto. Il risparmiatore viene inoltre periodicamente informato sulle realtà finanziate. L'erogazione del credito è, per Banca Etica, una delle attività più delicate. Nella scelta dei progetti e dei soggetti da finanziare stanno infatti l'essenza e la specificità della banca stessa. Banca Etica nasce come strumento finanziario per dare credito alle iniziative socio economiche che si muovono nella direzione di un reale sviluppo umano e che dimostrano di produrre un beneficio sociale. Queste esperienze fanno parte, direttamente o indirettamente, di quel movimento che ormai molti chiamano "dell'economia civile". Un movimento che si propone di coniugare, in modo efficace, le esigenze dello sviluppo economico con quelle di una crescita umana e sociale diffusa. La coerenza, nella pratica quotidiana dell'erogazione dei finanziamenti con questi principi, è la base del rapporto fiduciario tra la Banca e il risparmiatore, che può diventare così soggetto attivo nel sostegno di queste iniziative. Dall'esigenza di definire, nel modo più oggettivo possibile, gli ambiti in cui, anche statutariamente, il fine dell'organizzazione risulta essere la promozione e/o la tutela di un determinato "bene comune" come, ad esempio, la comunità umana, la natura, la cultura e l'arte, le relazioni tra i popoli del mondo, la giustizia e la pace, la solidarietà, deriva la scelta di individuare determinati settori verso cui orientare i finanziamenti. In Basilicata, ad oggi, hanno beneficiato di questa forma di finanziamento due cooperative che operano nel settore dei servizi sociali e sanitari: la "Piccola Società Cooperativa Socialeanthos a.r.l." con sede a Marconia di Pisticci (MT) e la Cooperativa di Solidarietà "L'Aquilone Cooperativa sociale a r.l." con sede a Potenza. I soci della Banca Popolare Etica, nel rispetto di quanto previsto nello Statuto, sono organizzati territorialmente in strutture locali e di area. La Basilicata rientra nell'area di riferimento territoriale Sud che comprende anche la Campania, il Molise, la Puglia, la Calabria e la Sicilia e, essendo in via di attivazione la circoscrizione territoriale della Basilicata, per ora fa riferimento a quella di Salerno. Intanto, con legge n.28 del 5 aprile 2000, la Regione Basilicata ha dato il suo contributo aderendo alla Banca Etica con l'acquisto di 300 azioni in coerenza con i principi di solidarietà contenuti nel proprio Statuto. Commercio Equo e Solidale e Banca Etica: due strumenti che interagiscono per uno sviluppo reale ed equidistribuito. (M.T.N.)