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AUDITI IN III COMMISSIONE CONSILIARE I TECNICI DELL'ALSIA
18 aprile 2003
L’agroalimentare lucano può percorrere altre strade, privilegiare nuove politiche e valorizzare altri soggetti
(ACR) - Seduta della Terza Commissione Consiliare Permanente, "Attività Produttive – Territorio – Ambiente", mercoledì 16 aprile 2003. Il Presidente della Commissione, Francesco Mollica, ha aperto la seduta con l'audizione di una rappresentanza dei tecnici agricoli dell'Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura. La richiesta di audizione, ha precisato il Presidente Mollica, è giunta a nome dei 45 tecnici che hanno prestato servizio, con la qualifica di Collaborazioni Coordinate e Continuative, presso l'Alsia fino al 31 marzo, e che sono in attesa che sia adottata una delibera che rinnovi i loro contratti di collaborazione con l'Agenzia. E' stato deciso di audire congiuntamente i rappresentanti sindacali. Il sig. Centonze, nel prendere la parola, ha affermato di ritenere che le risorse finanziarie dell'agenda 2000 – 2006 segneranno in maniera definitiva una fase di passaggio e una totale riconfigurazione del mondo agricolo. In particolare, ha sottolineato, facendo riferimento a quanto affermato dal Consigliere regionale, Vito De Filippo, che, se l'allocazione delle risorse andrà a privilegiare alcuni soggetti imprenditoriali, tra pochi anni le piccole e medie aziende si ritroveranno fuori dal mercato. "Sarebbe una scelta anche legittima, ha continuato Centonze, ma sicuramente l'agroalimentare lucano può percorrere altre strade, privilegiare altre politiche agrarie e valorizzare altri soggetti". Proprio nella direzione del sostegno alle piccole e medie imprese l'Alsia, a suo parere, può e deve svolgere un ruolo fondamentale, fornendo servizi, formazione, informazione, aiutando così, queste realtà a stare sul mercato senza ricorrere all'assistenzialismo. I Co.Co.Co, il braccio operativo che consente all'Alsia di svolgere queste funzioni, ritengono incomprensibili alcuni atteggiamenti confusi ed alcune scelte dell'Azienda. Per questo essi sperano che con questa audizione si faccia chiarezza su tutte le questioni. La Regione Basilicata, ha affermato ancora Centonze, con l'art. 4 della legge 29, ha definito procedure e modalità per la realizzazione di un quadro di riferimento entro il quale si devono muovere i servizi di sviluppo agricolo. Questi servizi, stabilisce la legge, devono realizzarsi in riferimento a piani triennali di competenza della Regione e piani annuali di competenza dell'Alsia e con l'utilizzo sia di personale interno alla struttura regionale sia di tecnici esterni. Questi ultimi sono, appunto, i 45 tecnici su menzionati, che sono stati individuati in base ai criteri fissati dall'art.13 della legge 29 e che hanno, con l'Alsia, un rapporto di lavoro a tempo determinato con scadenza prefissata. Oggi si deve costruire un percorso che, sulla base di obiettivi fissati dal piano triennale, raggiunga la finalità di salvaguardare, nelle forme e nei modi possibili, questi posti di lavoro. Gli obiettivi che l'Alsia si è posta e i servizi di supporto tecnico che ha messo in moto sono da ritenersi giusti e condivisibili perché l'agroalimentare di qualità è una pura enunciazione teorica se non viene supportato da servizi tecnici specialistici. Il problema politico da risolvere attiene piuttosto alle imprese da sostenere. Infatti, oggi nessuno aiuta le piccole e medie imprese, che sono viste piuttosto come un peso nell'apprendimento dei processi innovativi. La Riforma fondiaria non va vista come un accidente della storia. Se così fosse non si spiegherebbe il successo dell'Olanda che, valorizzando la piccola e media impresa con l'aiuto dello Stato, ha fatto della sua agricoltura una delle più avanzate nel mondo. Non si può parlare di tutela del paesaggio agrario, di tutela idrogeologica, se non si creano le condizioni per valorizzare le produzioni delle piccole aziende. L'Alsia ha un grande ruolo da svolgere. I suoi programmi operativi, che prevedono l'utilizzo del personale di cui si discute, sono servizi necessari per la creazione di un'agricoltura moderna, competitiva, di qualità, con servizi propedeutici alla creazione di marchi di qualità, con la promozione delle aree interne, con suggerimenti per l'irrigazione e la fertilizzazione. Tutti servizi che, per i loro costi, possono essere coperti solo dal "pubblico" e tutti programmi che non si possono realizzare se non con la presenza di risorse umane e finanziarie. Altro problema da affrontare, ha proseguito Centonze, è quello concernente il fatto che, sia nei comprensori di agricoltura intensiva che in quelli di agricoltura estensiva, il 70% delle piccole e medie aziende non aderiscono ad alcuna Organizzazione Professionale o Associazione di produttori. Così stando le cose viene da chiedersi chi fornisca a queste aziende i servizi tecnici senza i quali non può realizzarsi un'agricoltura di qualità. Le Organizzazioni professionali infatti, soprattutto per i prodotti di nicchia, portano avanti politiche per la valorizzazione dei prodotti stessi e i loro sforzi saranno redditizi solo se l'Alsia fornirà agli agricoltori una serie di servizi specialistici. La Regione quindi, deve fornire le risorse necessarie all'Alsia per questi programmi, in modo tale che i tecnici agricoli possano fare la loro parte. Il Presidente Mollica ha dichiarato di aver compreso il senso delle richieste dei lavoratori, ma chiede loro se ritengono una soluzione definitiva per il loro problema occupazionale questo tipo di rapporto di lavoro instaurato dall'Alsia. Chiede ancora se vi sia certezza sul numero dei tecnici che fanno parte dell'elenco stilato in base all'art.13 della legge 39. I tecnici, è stata la replica di Centonze, si stanno attivando, anche con l'aiuto del Sindacato, per costruire un percorso giuridico che dia loro maggiori garanzie. Quello che tengono a ribadire è che vogliono essere giudicati in base all'utilità del loro lavoro e alla realizzazione dei programmi loro affidati. Per il numero di tecnici agrari, l'elenco alla data odierna, è composto solo da 45 persone ed è stato stilato dopo che la Regione e l'Alsia, con atti pubblici, avevano chiesto a tutti gli aventi diritto di predisporre la documentazione per essere inseriti nella graduatoria. Pare che l'elenco si stia allungando, ma per conoscere il motivo di questo aumento di tecnici bisogna rivolgersi ai responsabili dell'Alsia. Quando fu redatta la legge, ha ricordato poi, il Presidente Mollica, non si poté specificare il numero degli aventi diritto, ma si stabilirono dei criteri precisi. Nonostante questo, il numero degli interessati è aumentato pian piano e pare che, ad oggi, siano più di 45. D'accordo con l'impostazione delle politiche agricole generali si è dichiarato il Consigliere De Filippo che tuttavia, ha espresso alcune perplessità sul posto più opportuno per collocare i servizi di sviluppo agricolo. Se si concentrano laddove l'agricoltura è già forte, si genera una forte contraddizione con gli obiettivi della legge e dell'Alsia, che è nata per supportare i territori più deboli al di là degli orientamenti comunitari. L'agricoltura va finanziata per la sua capacità di essere multifunzionale, ha precisato De Filippo. Alcuni settori agricoli sono sottoposti agli sconvolgimenti del mercato, mentre altri non rientrano in queste oscillazioni. Si tratta delle aree protette sulle quali la Basilicata deve puntare perché qui vi è una produzione agricola più stabile e solida. Il pensiero espresso dal rappresentante dei tecnici agrari, Centonze, è che non si debbano mettere in contrapposizione queste due realtà. Le aree forti, come il Metapontino, e le produzioni delle aree interne devono rafforzarsi vicendevolmente per presentarsi sul mercato. Nel momento in cui l'assistenza alle aziende dovesse concentrarsi nelle aree interne della regione, ha chiesto il Presidente Mollica, ci sarebbero problemi per i tecnici a raggiungere zone distanti dalle loro sedi di lavoro abituali? Questa domanda nasce dal fatto che, essendo le risorse disponibili piuttosto scarse, l'eventualità di pagare, oltre agli stipendi, anche rimborsi spese, farebbe venir meno la copertura finanziaria. Secondo il tecnico agrario sig. Cipriani, già oggi si stanno facendo interventi sul territorio in zone interne della regione. Sono, infatti, in atto programmi come la certificazione del peperone di Senise, e i lavoratori non percepiscono alcuna aggiunta allo stipendio. Centonze ha anche affermato che nei prossimi mesi vi sarà da tener conto della priorità delle zone interne della regione, e quindi ricordato che molte aziende si stanno orientando verso la produzione di prodotti biologici, anche secondo gli indirizzi della Regione Basilicata. Questo tipo di produzioni sono, a suo giudizio, l'esaltazione della scienza, e se non ci sarà l'assistenza necessaria il biologico esisterà solo sulla carta. Quindi, ampia disponibilità verso le aree interne, ma grande attenzione per la creazione di strutture specializzate per sostenere il biologico. La prima cosa da ribadire con forza, è l'intervento di Cotugno della CGIL, è che questi tecnici sono necessari e non rientrano nella logica dell'assistenza a lavoratori precari. La loro attività è utile per lo sviluppo dell'agricoltura e di supporto a chi deve fornire servizi di sviluppo per l'agricoltura. Ciò premesso, ha continuato, bisogna cominciare con il fare chiarezza sul numero di persone che fanno parte di questi elenchi, sia per dare attuazione a quanto previsto dall'art.13 della legge 29, questione questa che riguarda gli organi politici, sia per dare certezze a chi deve stilare un elenco certo di lavoratori interessati, e questa è la parte che riguarda il sindacato. La scarsa chiarezza nella definizione degli elenchi, oltre tutto, porta a ritardi nella definizione dei rapporti di lavoro tra l'Alsia e i tecnici, proprio in un momento in cui più necessaria è la loro opera. Per ora non si è entrati nel merito del rapporto di lavoro, né si è pensato a quale soluzione darebbe maggiore garanzia di stabilità ai lavoratori. In questo momento immaginare una soluzione diversa causerebbe notevoli ritardi nel riavvio delle prestazioni da parte dei tecnici. Non si esclude comunque, di prendere in esame, nel prossimo futuro, altre forme di lavoro subordinato. I sindacati hanno chiesto la definizione di un contratto quadro, uno strumento, cioè, che identifichi le regole di questo rapporto di lavoro, così come prevede la legge. La speranza è che i tempi per la sua definizione siano brevi, cosicché i lavoratori possano tornare al lavoro. Sull'aspetto del pagamento delle missioni, è chiaro che in futuro si dovrà prevedere una regolamentazione dal momento che, fino ad oggi, i lavoratori si sono spostati, per raggiungere le sedi di lavoro, a proprie spese. In conclusione, l'obiettivo dei lavoratori è che sia riconosciuta l'utilità del loro lavoro per lo sviluppo dell'agricoltura lucana e che si arrivi a immaginare un percorso che garantisca loro un salario per l'intero arco dell'anno. Ultima richiesta dei tecnici, ha concluso Cotugno, è che si preveda per loro un aggiornamento professionale affinché possano tenersi informati sulle continue novità inerenti lo sviluppo agricolo.