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LA PIANIFICAZIONE E IL CONTROLLO DELLE ATTIVITA' NEL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI
01 luglio 2003
(ACR) - Su proposta dell'ANCI regionale e presieduta dal Presidente del Co.Re.Co., Giovanni Bulfaro, si e' svolta ieri una giornata di studio sui temi della "Pianificazione e controllo delle Attività degli Enti Locali". La Conferenza Permanente delle Autonomie, accogliendo l'invito dell'ANCI, ha inteso offrire agli intervenuti un'ulteriore occasione per affrontare e dibattere le tecniche e le metodologie innovative che consentono una buona gestione della macchina amministrativa. Presenti, tra gli altri, il Presidente Regionale dell'ANCI, Vincenzo Giuliani che ha introdotto i lavori, i prof. Marcello Tedesco e Giorgio Moresi e l'assessore regionale alle Attività Produttive e Politiche dell'Impresa, Carmine Nigro. Le relazioni ed il dibattito successivo hanno affrontato il tema del nuovo sistema di finanza pubblica che impone l'obiettivo di razionalizzare le risorse per la produzione dei servizi destinati ai cittadini e, quindi, la capacità dell'ente di programmare gli interventi sul territorio valutandone l'impatto sulla collettività e sull'organizzazione in una dimensione gestionale ed economica. E' emerso che gli organi politici e il management degli enti locali oggi comprendono, con maggior consapevolezza, la necessità di controllare, in qualsiasi momento, il livello di attuazione dei progetti e delle attività che sono state previste all'inizio dell'anno. Il raggiungimento dei risultati, il soddisfacimento dei bisogni della collettività, la valutazione dei dipendenti pubblici e la razionalizzazione delle risorse rappresentano obiettivi sintetici, prioritari per l'ente pubblico, che possono essere realizzati attraverso l'utilizzo di una metodologia strutturata dei controlli interni. "Le tecniche dei controllo gestione – ha affermato il prof. Tedesco - devono semplificare la gestione interna, eliminando gli errori più ricorrenti nel processo di pianificazione delle strategie dell'ente. Per questo motivo, e' importante comprendere il tipo di legame che esiste tra le fasi dei ciclo della programmazione, della pianificazione e del budgeting". Si e' evidenziato che questo processo di modernizzazione, iniziato nel 1990, anno della riforma della Pubblica Amministrazione a seguito dell'emanazione della L.142/90, può avvalersi di importanti spunti di riflessione offerti dalla recente dottrina in materia e dalle tecniche aziendalistiche che sono riconducibili alle diverse finalità che l'azienda privata e quella pubblica perseguono. "Nella peculiarità dell'ente pubblico – ha sottolineato il prof. Moresi - e' da tener presente "l'obiettivo politico dell'Ente", le finalità politiche che si intendono perseguire per poi dare risposte in termini tecnologici". E' un processo che attiene al Controllo Strategico, quindi i "traguardi" che l'ente intende raggiungere, al Controllo Direzionale, quello dei dirigenti con le "azioni" da mettere in essere e al Controllo Pratico, il confronto del budget, dei "risultati". Tutto ciò prevede un modello di controllo di gestione semplice e funzionale, che valorizzi i processi fondamentali, indicati dall'Obiettivo Strategico, in "numeri" e in risultati "visibili" per il cittadino. Ci sono problemi pratici con cui quotidianamente si scontra un piccolo comune, ha osservato Vincenzo Giuliano, ed uno di questi limiti e', per l'appunto, la verifica dei controlli di gestione. " E' necessario -continua Giuliano- creare una rete di servizi a sostengo di queste piccole realtà amministrative che, nel loro piccolo, hanno gli stessi impegni dei comuni più grandi, quindi sarebbe opportuna, in questa direzione, una rivisitazione territoriale delle Comunità Montane, con una nuova assegnazione di compiti e funzioni". In questo quadro di aiuti, quindi, utilizzare gli Enti regionali ed incentivare e sostenere l'azione consortile tra i comuni. C'e' bisogno di concertazione, di associazionismo, perchè così, come ha sostenuto Bulfaro, si mantiene in vita il processo che democraticamente e funzionalmente sta conducendo la Regione Basilicata. Un processo fatto di partecipazione ma anche di ricerca di strumenti che consentano il livellamento del momento politico ed amministrativo a quello dell'innovazione gestionale. L'attualità e l'attenzione della Regione Basilicata ai temi discussi sono stati rimarcati dall'assessore Nigro che ha condiviso l'esigenza, emersa dal dibattito, di un ruolo sempre più propositivo e centrale dei comuni. Resta, comunque, la questione dell'individuazione del modello organizzativo che permetta ai piccoli comuni di consorziarsi e, soprattutto, se deve essere la Regione ad elaborarlo e proporlo. "E' certo – ha proseguito Nigro – che c'e' bisogno di un lavoro condiviso e partecipato, tenendo ben presente che la logica dell'associazionismo prevede la consapevolezza della rinuncia, nella misura in cui ogni protagonista deve essere disposto a cedere qualcosa in cambio di un lavoro unitario e sinergico". Critico, infine, l' assessore sull'idea governativa di federalismo che sta diffondendosi in Italia, entro cui si dovrà operare, "C'erano altri progetti di autonomia e questo scenario ipotizzato potrebbe nascondere delle sorprese per le Regioni del sud". (L.T.)