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LE SCULTURE DI PIETRO GURRADO

27 settembre 2003

Popolane, briganti, uomini della strada tra i suoi soggetti preferiti

© 2013 - gurrado.jpg

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(ACR) - La dilatazione anatomica, l'opulenza delle forme, il plasticismo giocoso e solenne caratterizzano le sculture di Pietro Gurrado, artista di origini lucane che vive ed opera a Matera. Una quindicina di sculture sono in mostra, in questi giorni, presso lo spazio espositivo l'Ariete di Potenza. Prima di dedicarsi alla scultura Gurrado si è accostato a varie forme d'arte, ha cominciato intorno agli anni settanta disegnando fumetti ed illustrazioni. Successivamente, seguendo anche la tradizione della sua terra, ha realizzato burattini e carri allegorici in cartapesta. Si è poi appassionato al teatro ed ha recitato in una compagnia napoletana. Per due anni, come burattinaio, ha messo in scena spettacoli con la sua baracca "la Bottega di Mangiafuoco". Ha partecipato a collettive e estemporanee di scultura in diverse città italiane. Nell'esposizione potentina intitolata "Angeli e demoni", che rimarrà in allestimento fino al 28 settembre prossimo, sono presenti i lavori realizzati tra il 2000 e il 2003. Sculture in tufo, bronzo e terracotta che riecheggiano, senza emularlo, Botero, l'artista colombiano dalle forme "dilatate". I personaggi dell'artista appartengono al mondo antico "popolato di storie, di figure arcaiche che ci proteggono e ci guidano nel viaggio del tempo". La sua arte comincia dall'incessante ricerca delle figure della tradizione locale e culturale della sua terra. Donne con bambini o animali, uomini di strada, briganti che rivendicano la loro libertà, che rappresentano la nostra forza atavica, che sono il simbolo di un riscatto, che è loro e nostro nello stesso tempo. In queste opere ci rispecchiamo scoprendo il nostro passato che è "un canto corale di vita vissuta in attesa di un'estate carica di colori e di continua rinascita". Negli "angeli e demoni" di Gurrado sono racchiuse tutte le nostre emozioni, le nostre aspettative, la nostra continua ricerca. Come scrive Giovanni Amodio "i suoi personaggi popolari, semplici nella loro complessità erudita, tendono alla compattezza espressiva, si ammantano di fascino arcano ed esprimono sempre un'altera consapevolezza di valori interiori che li rendono sacrali nella loro ieratica e rude bellezza". (A.D.S.)

Redazione Consiglio Informa

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