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IL CONTRIBUTO DELLA LINGUISTICA CLASSICA, L'OPINIONE DEL PROF. GUSMANI
11 dicembre 2003
(ACR) - Chiusi i lavori organizzati per il ventennale dell'istituzione dell' Università degli Studi della Basilicata, nei quali magna pars ha rivestito il Dipartimento di Scienze Storiche Linguistiche e Antropologiche della Facoltà di Lettere e Filosofia. Cerimonie, ma non solo. Infatti, presso la sede della stessa Facolà, in Via Nazario Sauro, a Potenza, mercoledì 3 e giovedì 4 dicembre, si è tenuto il seminario dal titolo "Cenni sul contributo della linguistica Classica all'analisi delle lingue, a cura del Prof. Roberto Gusmani, eminente studioso di fama internazionale nell'ambito della linguistica, nonché ordinario di Filologia classica presso l'Università degli Studi di Udine. Un progetto di lavoro realizzato dalla Preside della Facoltà di Lettere di Potenza, Prof. Rita Enrica Librandi (ordinaria di Storia della Lingua Italiana) con il contributo del Prof. Carlo Vittorio Di Giovine, (ordinario di Lingua e Letteratura Latina) e del Prof. Patrizia Del Puente, (ordinaria di Linguistica e Glottologia). Foltissimo il numero di presenti, addetti ai lavori e non, ai quali il Prof. Gusmani ha magistralmente chiarito il problema della" giustezza dei nomi". Interessante venire a conoscenza che la questione aveva già interessato filosofi quali Aristotele e Democrito, dato che la lingua, naturalmente, è strumento del ragionamento. Analizzate alcune opere di Aristotele quali i "Sophistici elenchi", il "De interpretazione"e la "Rhetorica". Per il Prof. Gusmani risulta chiaro come il problema del nome giusto o non giusto, riguardi strettamente la singola frase in cui esso è inserito (il contesto, si direbbe con minor sapere).Un giusto assunto che fa agio proprio su Aristotele, secondo il quale quando discutiamo, adduciamo non le cose di cui stiamo parlando, bensì dei semplici contrassegni, i quali, tra l'altro, designano l'intera classe che a quel contrassegno corrisponde. I nomi dunque, sono tali non per natura, ma per convenzione. Durante l'intervento il professor Gusmani ha fatto notare che Democrito nel "Proco Diadoco", scriveva che i nomi rinviano a "tracce psichiche" di quanto designato, ne richiamano i concetti, i quali, sono copie naturali, impronte degli stessi oggetti designati. Del tutto convenzionale è dunque il rapporto tra la traccia psichica ed il nome che la stessa sottende. Argomentazioni - ha sottolineato il Prof.Gusmani - del tutto valide anche per un linguista dei nostri giorni, tenendo a mente inoltre, che l'unità di base della linguistica stoica non è il nome, ma la frase. Prendendo le mosse da quest'ultimo dato, il Prof.Gusmani ha chiarito "come, se è vero, com'è vero, che secondo Aristotele e Democrito tutte le espressioni, se designano la stessa cosa, sono da mettere sullo stesso piano, e quindi sarebbe possibile ricadere nell'ambiguità dei nomi stessi, questa è un ostacolo facilmente valicabile grazie alla frase stessa, la quale ha ruolo di contestualizzare". E' del resto vero che due nomi, pur designando una stessa realtà, potrebbero avere connotazioni diverse. Le parole "papà"e "padre", ad esempio, pur riferendosi alla stessa persona, hanno diversa connotazione. "Niente discorsi referenzialisti dunque, ha affermato il Prof.Gusmani, il quale ha chiuso i lavori, tenendo una relazione sulla Teoria dell'arbitrarietà dei segni linguistici, di Ferdinand de Saussure, esplicata nel postumo" Corso di linguistica generale (1916)". Il segno linguistico è, secondo Saussure, il legame che unisce un suono, (che egli chiama significante, noi diremmo la parola), ad un concetto, (che egli chiama significato, noi diremmo il contenuto). Questo legame, sempre a parere di Saussure, è arbitrario, nel senso che, non è naturale: è immotivato. Ad esempio, non v'è motivo per cui l'associazione dei suoni "c-a-n-e", debba connotare il quadrupede amico dell'uomo". Una teoria del tutto rivoluzionaria, a tal punto che da essa parte la ricerca metodologica di una serie di discipline più o meno collaterali alla linguistica, fra cui la stilistica linguistica, la filologia e la critica letteraria, le quali, trovano nelle nuova impostazione saussuriana,un rinnovato impegno per analisi più scientifiche del linguaggio scritto e parlato.