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VIOLENZA SESSUALE E ABUSI SUI MINORI, ALLA BASILICATA LA MAGLIA NERA
23 dicembre 2003
(ACR) - La Basilicata si attesta come maglia nera nella poco edificante graduatoria per il maggior numero delle denunce di violenze sessuali sulle donne e abusi sui minori. E' quanto emerso a Villa d'Agri, in un convegno organizzato dall'Asl 2 di Potenza agli inizi di novembre, che ha avuto il precipuo obiettivo di portare questa informazione al pubblico e di cercare una soluzione. "Si tratta di un fenomeno sommerso – ha spiegato Attilio Salvatore Nunziata, Direttore Generale dell'Asl 2 – più vicino a noi di quanto siamo portati a credere". Un fenomeno le cui vittime sono innanzitutto i minori, sottoposti ad abusi di diversa natura alla cui origine non sempre c'è una sottocultura; "si pensi ad esempio alla pedofilia – ha aggiunto Nunziata – che rappresenta un fenomeno alla cui base ci sono motivazioni non soltanto, e non principalmente, di ceto sociale e di cultura". Un argomento che sposta l'attenzione anche sui centri minori della periferia, in cui non è inusuale imbattersi in casi del genere. Nel convegno di Villa d'Agri, promosso dall'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale valdagrino, sono stati esposti i dati di Ministero dell'Interno e dell'Istat, relativi all'anno 2001, sui casi denunciati; presentati in due diverse graduatorie. La prima lettura avviene in percentuale, e in questo caso la nostra regione si attesta agli ultimi posti con l'1,4%, mentre il dato negativo si evidenzia quando si analizza il rapporto tra i casi ed il numero di abitanti. In tale graduatoria la Basilicata balza primo posto con 19,3 casi denunciati su 100mila abitanti; al secondo posto c'è il Lazio con 6,6. Da valutare, inoltre, è la variazione avvenuta dal 2000 al 2001, che porta la nostra regione in forte controtendenza con il dato nazionale in calo del 43%, a causa di un aumento dei casi del 130%. La lettura dei casi denunciati, come è emerso, può portare all'amplificazione del fenomeno, sulla base di una stima che considera i casi noti essere tra il 2% e il 20% dei reali, ma può anche testimoniare un notevole incremento delle denunce, il che porterebbe a riconsiderare la realtà in termini assoluti. E' pertanto importante precisare che non si tratta della regione in cui si verifica il maggior numero di casi di violenza sessuale sulle donne e di abuso sui minori (graduatorie difficile da stilare) ma della regione in cui si registra il maggior numero di denunce in proporzione agli abitanti. Sulla base di tali dati, il convegno ha messo a confronto varie strutture ed agenzie che devono assumersi l'onere di affrontare le soluzioni eventuali. Oltre a rappresentanti del settore sanitario, hanno preso parte alla discussione esperti universitari della materia, rappresentanti della magistratura e delle forze dell'ordine, esponenti del mondo dell'associazionismo, delle istituzioni e della scuola. Dalla discussione è emersa a gran voce la condanna alla "cultura del silenzio", all'omertà che spesso occulta i casi noti. In questo quadro, per quanto riguarda soprattutto l'abuso sui minori, è stato ribadito il ruolo prioritario della scuola che, dopo la famiglia, rappresenta il luogo più vicino alle tante vittime, considerato che spesso è proprio nell'ambiente familiare che viene consumato il reato. In merito alle possibili soluzioni istituzionali, è stato chiesto al dipartimento competente della regione Basilicata di attivarsi affinché venga realizzato un progetto in cui l'integrazione della varie agenzie e strutture coinvolte sia reale e coordinato. (gil)