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IN MUSICA L'IDENTITA' LUCANA

23 dicembre 2003

© 2013 - corale.jpg

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(ACR) - La tradizione lucana sale su un palcoscenico e diventa il primo progetto di musica etnica di Basilicata. E' questo l'intento dell'Associazione Musicale Multietnica Europea che da pochi mesi ha dato vita al gruppo Ethnos, il cui debutto è avvenuto a Villa d'Agri venerdì 12 dicembre. L'idea è quella di raccogliere i canti popolari antichi che hanno accompagnato il nostro passato ed oggi rappresentano radici e identità del popolo lucano e rimodularli su forme musicali moderne. Sono dunque la ricerca e l'amore verso la propria terra che spingono gli Ethnos, oltre alla capacità di trasformare nenie, canti alla Madonna, tarantelle e ballate popolari in brani dalle caratteristiche tecniche nuove, dalla musicalità incentrata sul virtuosismo dei musicisti che compongono il gruppo. Si tratta infatti, di artisti di primo livello alla cui guida c'è il chitarrista Graziano Accinni, conosciuto per essere da molti anni al fianco del cantautore lucano Pino Mango. "Non si tratta certo di abbandonare un percorso per intraprenderne un altro - ha affermato il musicista di Moliterno in una conferenza stampa di preparazione all'evento - in quanto le due strade possono benissimo viaggiare parallele".Dunque la maturità artistica acquisita in anni di esperienze ad altissimo livello ha infatti permesso ad Accinni di fare un passo coraggioso, facendo incontrare a metà strada le due forme musicali e trovando un "armonioso" punto di fusione fatto di contaminazioni di grande impatto live che, a giudicare dall'entusiasmo del pubblico del 12 dicembre, coinvolge garantendo successo. Inoltre si tratta di un ripercorrere le tappe della sua infanzia in quanto, in una famiglia di musicisti che lo ha avviato su una strada già battuta, il suono della tradizione ha rappresentato un importante punto di partenza che oggi ritorna nella sua produzione artistica. A ciò si aggiungono i trascorsi con il gruppo folk del suo paese, a cui è rimasto comunque legato. Tornando agli Ethnos ed al loro successo, è importante sottolineare che al centro della scena sono appunto le chitarre, con Silvio De Filippo e Marco Tirone che affiancano Graziano Accinni, a cui si aggiungono il basso di Sal Genovese e la mediterraneità delle percussioni di Gennaro De Filippis e della voce di Franco Accinni. Si tratta di una "partitura per diciotto corde e voce", in cui i protagonisti sentono che "attraverso il dialogo tra tre chitarre ed una voce narrante scorre la vita di una civiltà, la civiltà contadina del popolo lucano con il suo fascino antico e misterioso. In un immaginario viaggio, si tenta con una commistione di linguaggi di raccontare la ricchezza di un popolo fatta di gesti semplici e quotidiani, appartenenti ad un mondo che non esiste più, ma che è in ciascuno di noi. Un popolo umile ma dignitoso, che con il volto chino va ancora incontro alla Madonna nera. Un'umanità che non crede in monachicchi, streghe e filtri magici, ma ne conserva la ritualità, i gesti, ma anche i suoni, i sapori, i colori. Il dialogo tra le chitarre e le voci saranno alternati a momenti coreografici atti a sottolineare i momenti della vita che scorrono tra realtà e magia con i loro tempi: dal lento e ritmato lavoro dei campi , al dolore, alla morte, alla redenzione. È attraverso la dolcezza del suono delle corde e la forza evocativa della voce che si tenta di dare un volto ad un popolo ricco di storia e contenuti. Il popolo Lucano". E', questo, il manifesto del progetto Ethnos in cui si intrecciano le sonorità antiche con le forme tecnologiche e artistiche che raggiungono pubblici diversi. Sul palco della prima teatrale, voluta a Villa d'Agri dall'associazione per segnare il debutto proprio nell'area in cui l'idea è nata e da cui parte per diffondersi, si sono esibite altre espressioni di musica tradizionale lucana, con sconfinamenti in Campania e Calabria. Il messaggio è chiaro: una cornamusa celtica è facilmente diventata per il grande pubblico una forte espressione di musica etnica; perché non farlo con i nostri organetti, le nostre zampogne, il canto delle prefiche e gli inni religiosi? Il progetto, fanno sapere da Artlive, che cura organizzazione e management del gruppo, parte dalla Val d'Agri per un tour di spettacoli in Basilicata prima di presentarsi ad appuntamenti già in agenda in Italia e in Europa. Inoltre si pensa subito ad un cd, probabilmente registrato live in quanto è nell'immediatezza delle sensazioni che i musicisti esprimono dal vivo la vera forza del gruppo e la sua capacità di lanciare il messaggio. In questo modo la musica antica di Basilicata può diventare anche moderna, seguendo fedelmente l'evoluzione di un popolo che mantiene radicata la forza e la tradizione delle sue origini ma è caratterizzato anche dall'apertura verso nuovi orizzonti e nuovi traguardi. In sostanza si mette in musica l'identità lucana. (Gi.L.)

Redazione Consiglio Informa

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