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DAPEF 2004, LA PREMESSA ALLA "NOTA DI AGGIORNAMENTO ED INTEGRAZIONI"
19 gennaio 2004
(ACR) - Il Presidente del Consiglio regionale, Vito De Filippo, ha trasmesso ai Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti copia della Deliberazione della Giunta regionale avente ad oggetto: "Dapef 2004 – Nota di aggiornamento ed integrazioni". Lo schema di Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (Dapef ), approvato dalla Giunta regionale il 22 luglio 2003, ha offerto, si legge in premessa, al confronto politico gli elementi e le coordinate che contraddistinguono l'attuale fase di evoluzione del quadro socio-economico e istituzionale della Regione: i processi di mutamento delle componenti e delle dinamiche sociali e territoriali, la riforma in senso federalista dello Stato, la revisione della politica di coesione europea, la ridefinizione dei sistemi di governance istituzionale e sociale, l'accentuazione delle valenze strategiche dei fattori "territoriali". Nell'ultimo triennio il quadro congiunturale dell'economia lucana ha fatto registrare, sia pure in forma molto più attenuata rispetto al trend dell'economia nazionale e internazionale, segni di rallentamento, rendendo perciò indispensabile e indifferibile un grande sforzo di riclassificazione e di condivisione di priorità e di impegni convergenti verso un sostenuto e diffuso rilancio dell'economia regionale, la difesa e l'espansione dei progressi sociali conquistati e la tutela dei valori naturali e ambientali, nell'ottica condensata dal trinomio "sussidiarietà-solidarietà-sostenibilità". La prospettiva strategica di contesto è quella della imminente fuoriuscita della Regione dall'area dell'Obiettivo 1 nel più generale quadro della riforma della politica di coesione dell'Unione europea, oltre che della riforma degli assetti istituzionali nazionali e della finanza pubblica, nella consapevolezza che il passaggio da un'economia regionale sostenuta in senso compensativo a un'economia incentivata in senso competitivo dovrà avvenire attraverso una fase transitoria ("phasing-out") caratterizzata dalla progressiva selettività delle azioni di coesione e dalla verifica sempre più stringente dell'efficacia degli interventi ai fini dello sviluppo della cooperazione e delle ricadute occupazionali. Recenti orientamenti collegano il rilancio della competitività del Mezzogiorno con il recupero di una capacità di programmazione delle politiche pubbliche e di integrazione delle risorse, evidenziando come fattori fondamentali dello sviluppo quelli basati sull'economia della conoscenza, sullo sviluppo endogeno dei territori e dei sistemi di imprese che vi operano. La breve ma intensa fase di confronto, più comunemente chiamata "verifica", che ha impegnato negli ultimi mesi le forze politiche e l'ininterrotta interlocuzione intercorrente tra il governo regionale e le forze economiche e sociali sui grandi temi dello sviluppo regionale hanno fornito una serie di importanti elementi di puntualizzazione e di integrazione dell'impianto del documento che si è ritenuto utile e prezioso ricapitolare in un Addendum, in cui si riconoscono anche le questioni poste al centro del documento per una rinnovata intesa tra la Regione Basilicata, le autonomie istituzionali e le rappresentanze economiche e sociali, intitolato "Coesione, competitività, protagonismo al plurale: la Basilicata oltre l'Obiettivo1" e focalizzato appunto sugli indirizzi, gli obiettivi e le priorità della programmazione regionale 2004-2006. E' appena il caso di rimarcare la peculiarità e la pregnanza del percorso di consolidamento degli strumenti di programmazione partecipata, che sta assurgendo a vera e propria strategia di sviluppo e attraverso cui viene perseguita e valorizzata la massima corresponsabilizzazione di tutti gli attori delle istituzioni e della rappresentanza civile, in coerenza con i rispettivi ruoli e responsabilità e secondo un principio che può definirsi di "sussidiarietà cooperativa", con l'obiettivo di avviare una nuova e più impegnativa fase dei loro rapporti di confronto e di cooperazione e con lo scopo primario di implementare un rinnovato regime di relazioni concertative, quale premessa e garanzia di un pieno sviluppo delle capacità di autogoverno delle comunità locali e quale contributo alla costruzione di quell'originale modello di democrazia regionale che dovrà trovare la sua definizione nel nuovo Statuto regionale in corso di elaborazione. In linea con gli scenari evolutivi e con i fattori propulsivi sopra evidenziati, la Regione basilicata ha focalizzato il quadro programmatico e conseguentemente impegnato risorse finanziarie sulle politiche dell'accrescimento della conoscenza e della competitività endogena dei territori e delle imprese ben al di sopra di quella soglia del 50% della spesa per investimenti suggerita in sede scientifica come massa critica minima per il rilancio del Mezzogiorno. Questo impegno programmatico è tanto più rilevante sia perché le risorse a regia regionale sono relativamente contenute rispetto al totale delle risorse pubbliche mobilitabili, sia perché in una situazione di frammentazione e dispersione delle fonti finanziarie la Regione sta perseguendo, attraverso gli strumenti della programmazione negoziata, il maggior grado di integrazione tra i diversi livelli di governo in una logica di "multilevel governance". Va evidenziato che ciò si realizza in una situazione di sostanziale tenuta dell'assetto finanziario complessivo che è anche decisamente migliore di quello delle altre Regioni del Mezzogiorno, ivi comprese quelle a Statuto speciale. Gli specifici contenuti programmatici, che hanno catalizzato lo sforzo di approfondimento di questi ultimi mesi e che postulano appunto, elementi aggiuntivi di attenzione, arricchimento e specializzazione, riguardano le seguenti aree tematiche: Politiche industriali e sviluppo delle aree interne; Politiche sociali: diritti di cittadinanza ed emergenze immigrazione; Politiche di sostegno alla famiglia; Mercato del lavoro e sostegno ai segmenti deboli. L'Agenzia sociale; Risorse naturali e sviluppo dei servizi pubblici locali; Lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione tecnologica e le sinergie con l'Università; L'internazionalizzazione, nuova frontiera dello sviluppo regionale; Sussidiarietà, decentramento ed efficacia del sistema pubblico regionale. Ad essi va aggiunta, per la forza scatenante degli avvenimenti più recenti, la decisione, poi rientrata, del Governo di localizzare sulla costa jonica lucana il deposito delle scorie radioattive rivenienti dalle centrali nucleari dismesse, una riacutizzata sensibilità collettiva per le questioni attinenti alla salvaguardia ambientale e alla riaffermazione dei tratti caratterizzanti il modello di ecosostenibilità che la Basilicata ha scelto per sé in tutti questi anni. La grande mobilitazione popolare contro il Decreto legge governativo non soltanto ha obiettivamente spostato in avanti l'attenzione verso i fattori di qualità dello sviluppo, ma ha anche modificato la stessa agenda politica regionale, proiettando in una nuova luce le opzioni programmatiche richiamate dal Dapef.