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GIUSTIZIA LUCANA CIVILE, E' UNA VERA EMERGENZA
04 febbraio 2004
(ACR) - E' una vera e propria emergenza. Un tarlo che anno dopo anno rode la giustizia civile italiana: i tempi per la definizione dei processi diventano sempre più lunghi. A dirla tutta decisamente irragionevoli, anche in una regione dai piccoli numeri come la Basilicata. Una nuova conferma viene dall'analisi sullo stato della giustizia nel distretto di Potenza fatta dal procuratore generale, Vincenzo Tufano. E soprattutto dai dati del settore per il 2003. Se, infatti, i tribunali ordinari, grazie anche all'attività dei giudici onorari, hanno fatto registrare globalmente un miglioramento della pendenza: meno 2,16 per cento, è risultata aumentata sia la pendenza dei procedimenti ordinari davanti ai giudici di pace (con un più 3,99 per cento) sia la pendenza davanti alle Corti d'Appello (con un più 20,67 per cento). Dati significativi su cui hanno influito - ma negativamente - «l'inadeguatezza degli organici, le prolungate scoperture e le legittime assenze sia dei magistrati sia del personale amministrativo». Scrive, infatti, il procuratore Tufano nella sua relazione: «le sopravvenienze sono aumentate del 38,25 per cento in Corte d'Appello e sono diminuite solo del 4,95 per cento nei Tribunali per il che la litigiosità nel distretto deve considerarsi tuttora alta per il permanere di una tenace tendenza a provocare il contenzioso anzichè a sperimentare la conciliazione». Diversi i settori da cui è arrivato il maggior numero di procedimenti, tra cui quello delle inadempienze contrattuali, del risarcimento del danno, della difesa della proprietà e del possesso e soprattutto delle controversie di lavoro e di previdenza (queste ultime, infatti, hanno costituito il 67,79 per cento del carico). «Si tratta di un settore in difficoltà sul quale grava soprattutto la complessità del contenzioso relativo al pubblico impiego - commenta Tufano - la cui varietà comprende non solo le controversie relative ai dipendenti dello Stato, comprese le scuole, ma anche quelle relative ai dipendenti di regioni, province, comuni, comunità montane, ai dipendenti di istituzioni universitarie, delle camere di commercio e di aziende ed enti del servizio sanitario». Settori complessi su cui grava anche il fatto che «la durata complessiva dei due gradi di giudizio è ancora tale da non scoraggiare la vecchia e diffusa tendenza a provocare un contenzioso per qualunque ragione con la fiducia - evidenzia il procuratore - che la difficoltà in cui si dibatte in questo distretto la giustizia civile sia strumento di vantaggi a cominciare dalla notevole protrazione dei tempi di definizione». Giustizia sì, ma dai tempi lunghi. Anzi lunghissimi. Ed a creare i maggiori problemi è proprio la carenza di organici. L'esempio più lampante riguarda la Corte d'Appello che ha registrato, tra procedimenti sopravvenuti e procedimenti definiti, un saldo passivo del 42,59 per cento ed un aumento della pendenza complessiva del 20,67 per cento. «A determinare tutto questo - commenta Tufano - sono state soprattutto le condizioni proibitive in cui è stata costretta ad operare la sezione civile per mancanza di magistrati e di personale. In tre anni, infatti, il carico di lavoro è aumentato del 25,31 per cento, ma la forza lavoro in cancelleria è rimasta invariata al punto che si è dovuto disporre il rinvio di parecchie udienze collegiali perché mancava l'assistente che potesse assicurare la preparazione dell'udienza, la partecipazione e l'esecuzione dei provvedimenti assunti».Occorre, quindi, personale. Ed i magistrati lucani lo hanno ribadito in più occasioni. D'altra parte il rischio è che non si riesca a fronteggiare più la situazione. Sia in Corte d'Appello dove la durata media di tutti i procedimenti è di 556 giorni (quattro in meno rispetto allo scorso anno), sia in Tribunale dove la durata media di un procedimento è di 858 giorno, sette in più rispetto allo scorso anno. Tempi decisamente biblici, dunque. Ed allora che fare? Aumentare gli organici, sembra essere la parola d'ordine. In attesa di questo, nel distretto di Potenza, ad esempio, ci si affida anche ai giudici di pace il cui lavoro risulta «buono e mediamente adeguato all'importanza del contenzioso» tanto da «diradare la diffidenza sul piano della adeguatezza e delle capacità». «I fatti mostrano che questa magistratura onoraria è ormai indispensabile al sistema e crescerà sul piano quantitativo e qualitativo - commenta il procuratore Tufano - conformemente al maggior rigore della selezione, alla formazione periodica ed all'aumento delle competenze». Unico problema l'esiguità degli affari che rendono alcuni uffici «superflui». «Occorrerebbe procedere ad un meditato accorpamento seguendo il criterio della efficienza» aggiunge Tufano portando l'esempio del giudice di pace di San Mauro Forte che, denunciando la mancanza di un contenzioso sufficiente, «ha proposto l'aggregazione dell'ufficio a quello di Tricarico e di Matera». A.I.