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"LA CHIUSURA DEL CIRCOLO SOCIALISTA DI POTENZA ALLA FINE DELL'800"
23 febbraio 2004
Il titolo dell'ultimo lavoro di Michele Strazza
(ACR) - "Il socialismo a Potenza dalle radici ad oggi". Al centro della manifestazione il breve saggio storico di Michele Strazza su "La chiusura del circolo socialista di Potenza alla fine dell'800". L'appuntamento è per giovedì 26 febbraio 2004, alle ore 17,30, nell'Istituto Principe di Piemonte a Potenza. Interverranno l'autore, la docente di Lettere, Margherita Torrio, ed esponenti politici dei Socialisti democratici italiani a livello regionale e provinciale, Salvatore Blasi, Donato Paolo Salvatore, Antonio Giansanti, Rocco Malatesta, Fausto Santarsiero. La ricerca storica di Strazza nasce dalla esigenza di testimoniare, con un'analisi puntuale, la presenza nel capoluogo di regione di un socialismo organizzato. Le fonti storiche ufficializzano la nascita, a Potenza, del Partito Socialista il 24 novembre 1902, con lo svolgimento del primo Congresso dei Socialisti di Basilicata. Negli anni precedenti al 1902, tuttavia, la presenza dei socialisti in Basilicata non era mancata del tutto. Al di là, però, della partecipazione al congresso di Genova nel 1892 della potentina "Società produzione fra muratori", per registrare una presenza del nuovo partito in Basilicata si dovrà aspettare il 1896 in occasione del Primo Congresso Socialista Appulo – Lucano, con la costituzione, a Bari, di una Federazione tra la Puglia e la Basilicata. Alla fine dell'Ottocento anche a Potenza nascono i primi circoli socialisti intorno a esponenti del ceto borghese: gli avvocati Ernesto Ciccotti e Francesco Magaldi, il professore D'Errico, il medico Gavioli, il ragioniere Errico Poppi, lo studente universitario Raffaele Pignatari, quello liceale Fittipaldi, il parrucchiere Vincenzo Satriani. E sono sempre i socialisti potentini a tentare il salto di qualità nel 1898 con la fondazione del giornale "L'Alba", che nel sottotitolo della testata reca la dicitura "Giornale socialista dell'Italia meridionale". Diretto da Andrea Vecchione, il periodico è sottoposto da subito a rigidi controlli ed è oggetto di sequestri disposti dal capo del Governo e Ministro degli Interni, generale Luigi Pelloux, che era stato attaccato sulle sue pagine. La repressione dei moti del 1898 in Italia è anticipata in Lucania dalla chiusura, il 9 gennaio del 1898, con un atto di forza da parte delle autorità, del Circolo Elettorale Socialista di Potenza "Romeo Frezzi", scioglimento definito dall'Avanti un "delitto" della polizia e nullo perché operato senza esibire "copia del decreto o del mandato", né giustificato, a posteriori, dal ritrovamento di materiale compromettente. Il grave atto repressivo fu anche oggetto di un'interrogazione parlamentare, presentata il 12 gennaio, al Ministro degli Interni a firma del deputato socialista Leonida Bissolati. Bissolati definì le ragioni addotte dal Sottosegretario agli Interni, Arcoleo, per giustificare lo scioglimento "addirittura misere", pretesti utilizzati per nascondere il vero progetto, quello di cercare di disperdere i possibili avversari politici del Ministro delle Finanze, Ascanio Branca, eletto proprio nel collegio potentino. Anche la redazione de "L'Alba" fece sentire forte la propria protesta contro le ragioni addotte per giustificare lo scioglimento del circolo socialista potentino, definite, il 4 marzo del 1898, "una vendetta presa per conto della sbirraglia". L'azione repressiva dello scioglimento del circolo non impaurì affatto i socialisti potentini: l' annuncio della costituzione di un nuovo circolo e le forti espressioni usate nei confronti del Prefetto di Potenza e dello stesso Sottosegretario Arcoleo ne sono testimonianza. E così la chiusura del circolo socialista, espressione degli intenti repressivi delle autorità dell'epoca "invece che "deprimere" ebbe l'effetto contrario di "caricare" i socialisti potentini e di indirizzarli verso un impegno sempre più consistente a livello di politica cittadina. Il nuovo secolo avrebbe visto, poi, un decisivo espandersi del movimento socialista lucano in tutta la regione dopo i grandi scioperi bracciantili di Lavello e Matera e dopo il Primo Congresso Regionale del partito, ma questa, conclude Strazza, è tutta un'altra Storia. (L.S.)