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LE MELE LUCANE SFIDANO LE TRENTINE

23 aprile 2004

© 2013 - mele.jpg

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(ACR) - Una sfida a suon di prodotti tipici alle regioni del Nord?Est italiano. Un confronto lanciato all'imprenditoria agricola del Trentino Alto Adige. E' la Val d'Agri che lancia la provocazione alla Val di Non. E lo fa a suon di mele. O più precisamente di mele rosse, verdi, gialle, rosa delle varietà gala, florina, red delicius, annurca, granny smith, golden e fuji. Un frutto gustoso, saporito e croccante che potrebbe diventare uno dei simboli della nuova scommessa dell'economia lucana in generale, e della Val d'Agri in particolare. Già perché nella piana tra Grumento Nova, Tramutola e Villa d'Agri, questo prodotto sembra aver trovato un terreno ideale. Tanto da richiamare per compattezza, colore e sapore i più «noti» frutti del Nord. Un frutto da valorizzare, dunque, che ha portato alla creazione di un Consorzio per la Tutela della mela dell'Alta Val d'Agri, le cui finalità sono quelle di tutelarla, raccoglierla e commercializzarla. Dieci i produttori della zona che grazie all'input dell'Alsia (Azienda lucana sviluppo ed innovazione in agricoltura) e della Comunità Montana dell'Alto Agri, si sono messi insieme ed hanno siglato un patto per rendere le mele dell'Alta Val d'Agri non solo più gustose ma anche più competitive sui mercati italiani rispetto ai prodotti provenienti da altre regioni. Come dire uniche e convenienti. Ma non solo, poiché le «strategie» del Consorzio sono anche finalizzate, da un lato, ad ottimizzare le produzioni per giungere a standard qualitativi omogenei in tutti i prodotti (sin d'ora l'area della Val d'Agri si caratterizza per qualità organolettiche come area di montagna ed il suo micro?clima risulta uguale a quello del Trentino), dall'altro a realizzare un controllo sull'utilizzo dei fitofarmaci per poi arrivare ad una coltivazione esclusivamente biologica. «La mela dell'Alta Val d'Agri rientra in un paniere di prodotti tipici, di cui il consumatore ha la sicurezza della tracciabilità, che l'Alsia e la Comunità Montana "Alto Agri" stanno valorizzando attraverso dei progetti di filiera ? commenta Antonio Imperatrice, responsabile dell'Azienda agricola sperimentale "Bosco Galdo" di proprietà dell'Alsia ? E' un prodotto controllato e certificato che cercheremo di portare su tutti i mercati lucani e non, anche perché tutte le produzioni si fregeranno di un marchio specifico e dovranno attenersi ad un disciplinare di produzione redatto dall'Alsia che avrà criteri rigorosi». Duecento gli ettari di meleti che sono coltivati, con una produzione media di oltre 40 mila quintali di frutto. Una produzione scelta, lavorata con grande attenzione, ma ancora non di grandi dimensioni. Tanto che, al momento, il primo sogno che i produttori della Val d'Agri intendono concretizzare è quello di aumentare gli ettari di terreno da coltivare: passando dagli attuali 200 a 350. Con un relativo incremento del numero delle persone occupate nel settore (attualmente di 400 unità) e soprattutto del reddito. « La Basilicata, ed in particolare l'area dell'Alta Val d'Agri, da tempo risulta vocata alla coltivazione delle mele ? evidenzia il presidente del Consorzio di Tutela della mela, Enrico Caputi ? ma mentre prima vendevamo singolarmente i nostri prodotti ed alla commercializzazione provvedevano gli acquirenti, ora vorremmo arrivare sui mercati come produttori. Come mela dell'Alta Val d'Agri. Tra l'altro, rendendo la produzione omogenea poiché siamo un'area strategica tra Nord e Sud e le nostre produzioni dovrebbero essere meno care nei costi e nei trasporti. II tutto con beneficio per gli acquirenti ed un ritorno per i produttori». Progetti precisi, quindi, che sono già nella fase operativa. II simbolo di queste mele lucane è, infatti, già stato scelto, così come i cartoni per gli imballaggi e le confezioni che saranno di due tipi: una per contenere otto chili di prodotto, l'altro per contenerne dodici. Altre iniziative, poi, saranno messe a punto per rendere le mele ancor più dolci e croccanti, come richiedono i gusti dei consumatori. Tra queste un progetto, che ha già ottenuto i finanziamenti della Regione, che prevede il rinnovo di alcune piante per lasciare il posto a varietà di meli che sono maggiormente cercati dai consumatori. «Intendiamo affrontare nuovi mercati ? conclude il responsabile del Consorzio ? come quello del Lazio e consolidare ancor di più quelli dove siamo già presenti come la Puglia, la Sicilia, la Campania e la Calabria». Una sfida importante che il Consorzio di tutela della mela dell'Alta Val d'Agri ha iniziato lo scorso autunno con la raccolta delle prime mele e che consoliderà, a breve, con l'immissione sul mercato di mele marchiate «Alta Val d'Agri».A.I

Redazione Consiglio Informa

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