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(RegioneInforma) LA VITA QUOTIDIANA IN BASILICATA NELL'ETA' ARCAICA E DELLA COLONIZZAZIONE GRECA
26 maggio 2004
I primi due capitoli del testo
(ACR) - Il primo capitolo descrive l'ambiente fisico e la storia dei primi insediamenti. Agli inizi dell'età del Bronzo, intorno al 2300-1700 a.c., si assiste, in Italia meridionale, allo sviluppo di nuove culture costituite da pochi gruppi umani provenienti dall'area egeo-analitica e balcanica che conoscevano l'uso del metallo (rame) e che adottarono nuovi modelli insediativi. In questi insediamenti si sviluppa l'economia pastorale e la tecnica metallurgica, determinando alcuni cambiamenti, ad esempio nella produzione della ceramica, nell'uso della sepoltura collettiva entro grotte precedute da corridoi d'ingresso. Nell'ambito di questo cambiamento si ha il così detto "Bronzo Medio" dal 1700 al 1500 a.c. circa e, tra le altre cose, si sviluppa in questo momento culturale una produzione specializzata per la lavorazione del latte. Questo periodo si sviluppa ulteriormente nella cosiddetta "cultura appenninica" (dal 1500 al 1365 a.c.) quando iniziano i primi contatti con le genti del mondo egeo, soprattutto Micenei. Anche questa civiltà era basata su una economia prevalentemente pastorale, l'attività più particolare di questa civiltà era la tecnica dell'asportazione dell'argilla, produzione di oggetti in legno intagliati tipica delle comunità pastorali. I Micenei giunsero in Italia spostandosi dal Mediterraneo orientale in cerca di metalli e per necessità di trovare uno scalo durante le rotte verso l'Italia centrale e settentrionale fondarono sedi mercantili e centri coloniali lungo le coste italiane. Successivamente si ha l'età del "Bronzo recente" (1350-1200 a.C.) e i contatti tra i Micenei e l'Italia meridionale diventano più stabili. Si ha poi il "Bronzo finale" (XIII-XII sec. a.C.) periodo in cui si ha la crisi dell'economia pastorale a causa delle profonde trasformazioni del paesaggio e si diffonde in tutta l'Italia meridionale il rito dell'incinerazione. Arriviamo, quindi, alla prima età del Ferro tra il 1150 e il 1010. Si può notare come in questo periodo accanto alla ceramica di importazione micenea, riprende la produzione della ceramica figulina dipinta con motivi geometrici di tradizione tardomicenea su forme tipicamente locali. Questa nuova ceramica definita "Protageometrico dell'Italia meridionale" trova uno sviluppo nell'età del Ferro in molti insediamenti sia costieri che interni. La crisi della civiltà Micenea non impedì la continuazione degli scambi commerciali e culturali degli insediamenti dell'Italia meridionale con le coste orientali, ma è alla fine del XII secolo che si hanno alcuni cambiamenti, diminuiscono i rapporti economici e si ha un abbandono repentino degli ultimi insediamenti. Il secondo capitolo intitolato "dal Villaggio alla città" tratta dei primi abitanti della Basilicata. I Greci d'Italia non differivano da quelli della madre patria, infatti la lingua, le istituzioni, i costumi erano gli stessi e, inoltre, i rapporti di convivenza con le popolazioni indigene dell'Italia meridionale e con la Basilicata, i continui matrimoni misti, contribuirono a modificare idee, concezioni e comportamenti. Studi autorevoli, quali quelli di Aristotele o Antioco di Siracusa, sono ripresi da importanti autori successivi come Stradone, geografico del I secolo a.C. che, a proposito degli Entri, dice "prima dell'arrivo dei Greci la regione non era abitata dai Lucani, ma da Enotri e Choni", e da Dionisio di Alicarnasso, storico del I secolo a.c.. Anch'egli dice che gli Enotri furono i primi di cui si ricordi l'insediamento in Italia. Aristotele informa che un successore di Entro, Italo, diede agli Enotri leggi e istituzioni, e da Italo la regione avrebbe assunto il nome di "Italia". Gli abitanti Enotri nel IX secolo a.C. erano allocati su alture per controllare il territorio. Abitavano in piccoli villaggi formati da capanne con una organizzazione sociale ed economica basata sull'agricoltura e, nel contempo, era già sviluppata una caratteristica tipologia di artigianato. Agli inizi del VII secolo a.c., in seguito alla fondazione delle colonie greche sullo Ionio e dei centri Etruschi della Campania interna, i centri enotri stabilirono relazioni commerciali con il mondo greco-ionico e con il mondo etrusco-tirrenico. In seguito alla caduta di Sibari (510 a.C.), il mondo Enotrio entra in crisi e assiste all'emergere del gruppo dei Lucani. Metaponto, fondata nel 630 a.C. circa dagli Achei, aveva quale punto di riferimento fondamentale la centralità della terra e dello spazio agrario. Nel corso del VI secolo a.C. era ormai padrona di un territorio molto vasto al punto che l'influenza di Metaponto era ormai estesa fino a Pisticci e Montescaglioso. L'arrivo dei coloni greci comportò diverse trasformazioni del paesaggio dell'area costiera ionica, e proprio alla ricerca di nuove terre da coltivare, si deve secondo alcuni, l'inizio del disboscamento e la conseguente desertificazione del territorio della Basilicata. Fra il VI ed il V sec. a.C. però, l'equilibrio tra coloni greci ed enotri viene scalfito; fra il V ed il IV sec. a.C. alcune città costiere vengono in parte abbandonate a causa dell'ingressione marina, a cui si aggiunge l'arrivo dei Lucani. E' ancora oscuro il motivo per cui essi giunsero in Basilicata, sul finire del VI sec. a.c. Essi si spinsero anche sull'altra costa iniziando una serie di combattimenti contro le colonie greche dello Ionio, tra cui Metaponto e Taranto. L'economia dei Lucani era basata su colture specializzate, come la vite e l'olivo, soprattutto Metaponto vantava un fertile e vasto territorio grazie anche ai fiumi Bradano e Basento. Infatti, la città divenne cosi famosa per la produzione cerealicola che assunse come simbolo sulle monete la spiga, anche se poi nel II secolo d.C. di Metaponto non restavano che i ruderi. Nell'area metapontina gli studiosi hanno effettuato numerosi scavi ed esplorazioni che hanno portato alla luce tracce di ben oltre 1500 insediamenti, e hanno permesso di ricostruire l'organizzazione del territorio agricolo. L'impianto urbano era organizzato in quattro complessi ben definiti: il santuario con i suoi monumenti e quartieri di abitazioni civili, l'area dei santuari che comprendeva quattro templi: il tempio "A" arcano dedicato ad Apollo, il tempio "B", di dimensioni più ridotte, dedicato ad Hera, entrambi costruiti intorno al 530 a.C.. Vi è poi il tempio "C" dedicato ad Atene costruito tre la metà del VI e la metà del V sec. a.C. e, infine, il monumentale tempio ionico detto tempio "D" dedicato ad Afrodite, edificato intorno al 470 a.C. 2-continua (A.C.)