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(RegioneInforma) SPOPOLAMENTI E RIPOPOLAMENTI NELLA VAL SARMENTO

07 giugno 2004

© 2013 - pollino_pini_loricati.jpg

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(ACR) - Nel passato era tra le aree meno fortunate della territorio lucano. Una «terra» lontana, ai confini, difficile da raggiungere. In poche parole, faticosa, sia da abitare sia da coltivare. Soprattutto, per quella natura franosa del terreno che rendeva tutto precario.Così la storia della Val Sarmento è stata contraddistinta da fasi alterne. A volte, radicalmente diverse. Interessanti per il passato più remoto, dove popolazioni «all'avanguardia» hanno saputo tagliarsi un loro spazio autonomo nel panorama degli insediamenti indigeni. Meno fortunate per i tempi più prossimi, dove uno sviluppo che stentava a decollare si univa ad una disoccupazione crescente. Sono nati così i grandi flussi migratori e nella Val Sarmento i territori sono andati avanti in bilico tra spopolamenti e ripopolamenti. Un avvicendamento continuo che riuniva in sè sentimenti ancestrali e una ricerca continua di progresso e di sviluppo, tradizioni antiche e desiderio di innovazione. Queste stagioni, però, oggi sono alle spalle e per quel territorio le cose sono decisamente cambiate. Tanto che ora ai problemi, che in alcuni casi rimangono, si affacciano anche le potenzialità. Diverse. Individuabili, soprattutto nella promozione turistica e nell'agricoltura. E proprio sulla creazione di un vero e proprio flusso turistico, capace di creare promozione e rilancio economico puntano le amministrazioni comunali di una decina di paesi dell'area. Una basata sulla convinzione che la bellezza e la verginità del paesaggio, i prodotti tipici, un clima ospitale ed accogliente possano essere un buon biglietto da visita per gente desiderosa di passare qualche giorno in terra lucana. Le iniziative in questo senso, nel tempo, non sono mancate. Ma ora, i comuni della Val Sarmento in collaborazione con alcune amministrazioni del Lagonegrese hanno deciso di passare dalle idee ai fatti: dando vita ad un progetto piuttosto articolato in cui tutti gli elementi favorevoli possono unirsi. Obiettivo finale: dare vita ad una vera e propria «Cittadella del gusto» che unisca i prodotti tipici e la conoscenza storica dei luoghi. Una sorta di «viaggio» storico-gastronomico che consenta alla gente di conoscere i vari aspetti del territorio lagonegrese. I comuni coinvolti nel progetto sono una decina (anche se non è improbabile che durante l'iter possano aggiungersene altri) tra cui Senise, Terranova del Pollino, Francavilla sul Sinni, Noepoli, Cersosimo, Rotonda, Maratea. A cui vanno aggiunti anche alcuni paesi dell'area calabrese del Massiccio del Pollino.Tutti uniti dal desiderio di realizzare un programma che possa avere numerosi sbocchi anche per il futuro. «La nostra idea è quella di realizzare una "Cittadella del gusto" nella zona del Sarmento che punti, soprattutto, alla valorizzazione delle produzioni tipiche - commenta il sindaco di Senise, Giuseppe Petruccelli - Sarà realizzata lungo la Fondovalle del Noce ed avrà anche una sede che i turisti potranno visitare, dove si esporranno i prodotti e si potranno fare assaggi. In questo modo, intendiamo fare cultura e gastronomia. Valorizzare l'agricoltura e la conoscenza storica dei luoghi» Di qui, la scelta di una varietà di prodotti della terra (alcuni da far invidia alle zone più rinomate per tipicità e genuinità) che passa per i peperoni di Senise. Arriva ai fagioli ed i formaggi di Terranova del Pollino, si sofferma sulla melanzana rossa o merlingiana di Rotonda. Ed infine approda al vino, con quel nettare particolare che si produce in quella zona. Il tutto ovviamente non dimenticando l'ambiente con quella natura accidentata ed incontaminata della parte del Massiccio del Pollino che rientra nel territorio di Terranova o con quel suggestivo crinale di arenaria che rappresenta una delle più interessanti caratteristiche di Noepoli. E soprattutto, la storia avendo un occhio di riguardo per i resti della necropoli di Cersosimo dove gli scavi della Soprintendenza hanno riportato alla luce un antichissimo insediamento ed in particolare dei pesanti cunei in ferro di finissima fattura probabilmente provenienti dall'Oriente (reperti considerati rarissimi e di gran pregio) e per la diga di Senise, una delle più grandi opere in terra battuta realizzate in Europa che sbarra il Sinni nel punto in cui il letto del fiume va restringendosi. Le carte da giocare, quindi, sono tante. Recentemente, il progetto è stato definito nei diversi particolari e l'accordo di programma tra i diversi comuni è già stato firmato. Per passare alla fase pratica del progetto manca la delibera del Cipe che dispone l'erogazione dei fondi. Circa 300 miliardi delle vecchie lire che saranno suddivisi tra i diversi comuni. Insomma, un programma articolato che potrebbe trasformare il destino di un'area che racchiude uno pieno di tesori da scoprire e valorizzare. (A.I.)

Redazione Consiglio Informa

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