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(RegioneInforma) CON IL CONSORZIO DI 118 PRODUTTORI E' NATO IL MULINO LUCANO
16 giugno 2004
(ACR) - L'atmosfera rarefatta dei campi di alta montagna, il colore dorato ed intenso tipico delle produzioni baciate dal sole, l'odore tipico di prodotti coltivati in zone dalla natura incontaminate e salubre. Sono le coltivazioni di grano che da San Severino a Rotonda, da San Paolo Albanese a Senise, si estendono lungo il Massiccio del Pollino. Ettari ed ettari di terreno distribuiti tra le insenature ed i colli della grande montagna silenziosa, che in passato rappresentavano un serio mezzo di sostentamento per le popolazioni della zona. Da quel grano e soprattutto da quella farina sono nati biscotti, pasta, pane e taralli dal sapore genuino che, nel tempo, sono diventati il simbolo di una tradizione antica ma ancora attuale. Già, perché quel patrimonio gastronomico che - sino a qualche anno fa - sopravviveva grazie a ricette tramandate di generazione in generazione - oggi rientra in un progetto più organico ed articolato. Un programma di promozione e valorizzazione che sta trasformando l'area sud della Basilicata in una sorta di «laboratorio» per i prodotti da forno. Una vera e propria «isola del gusto» contrassegnata da biscotti, taralli, pane e pasta in grado di competere con aree della penisola come la Puglia e la Campania, tradizionalmente rinomate per queste produzioni. L'iniziativa è dell'Alsia (agenzia per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura) e dell'Ente Parco del Pollino ed ha portato come primo risultato alla creazione della prima farina tutta lucana. Un composto di grano tenero della varietà Carosella, frutto della lavorazioni del frumento coltivato nella zona secondo le indicazioni dell'agricoltura biologica. Ma questo è solo il primo passo, perché quella stessa farina è stata utilizzata per farne pane, friselle, taralli, pasta e biscotti salati e dolci. Insomma, per dare vita ad una linea varia di prodotti da forno da commercializzare su tutto il territorio del Parco e non solo. D'altra parte, l'idea iniziale del progetto è piuttosto semplice: bisognava mettere insieme i coltivatori di grano ed i produttori di alimenti da forno. Creando una vera e propria «filiera», seppur breve, che potesse portare come risultato finale alla promozione, con tanto di marchio di certificazione, delle diverse produzioni. In questo modo, sono stati raggruppati 118 produttori di grano del Lagonegrese, è stata unificata la quantità di messi prodotte tra Serraponto e Sarmento e, poi, il raccolto è stato affidato ai tre mulini che operano sul versante lucano del Parco del Pollino. A questo punto, trasformato il grano in farina (il tutto attraverso precise indicazioni stabilite dal disciplinare dell'Alsia), quest'ultima è stata ritirata dai panificatori della zona che l'hanno trasformata nelle più diverse prelibatezze: paste lavorate a mano, taralli, biscotti, pane. Mettendoli tutti in commercio, infine, con il marchio del «Parco del Pollino». «Il nostro obiettivo è arrivare alla valorizzazione di questi prodotti - precisa Gerardo Delfino, amministratore delegato dell'Alsia - e fare in modo che si creino sempre maggiori legami tra il territorio e le diverse produzioni». Un'aspettativa condivisa anche dall'assessore regionale all'Agricoltura, Donato Salvatore, che in più di un'occasione ha ribadito come «le diverse produzioni rappresentino i tasselli di una politica regionale improntata alle promozioni di qualità». La filiera dei prodotti da forno, però, non è solo promozione. E' anche occupazione. Basti considerare che sono state messe insieme oltre 120 persone. «Abbiamo coinvolto 118 produttori e non è una cosa da poco - precisa Domenico Cerbino, responsabile dell'agenzia Alsia di Rotonda - a questi abbiamo assicurato il mercato coinvolgendo tre mulini, ed a loro volta, a questi ultimi, è stata data la possibilità di avere altri clienti». Un ingranaggio che dovrebbe creare anche sviluppo ed occupazione. D'altronde, a rendere concreto il progetto sono soprattutto i numeri: oltre 800 quintali di grano che saranno lavorati ogni anno, 1600 quintali di farina che saranno realizzati, quasi 150 tutti i soggetti coinvolti nella filiera. A questi vanno aggiunti, poi, i circa sessanta esercizi commerciali che hanno aderito al bando per la commercializzazioni di queste produzioni.Alcuni alberghi, agriturismi, ristoranti, esercizi commerciali e rivenditori della zona, infatti, sono rientrati nella filiera, e si sono impegnati ad utilizzare i prodotti da forno nella ricette o a venderli nei negozi. In questo modo, le produzioni delle quattro filiere del Pollino (oltre ai prodotti da forno, vi è l'ortofrutta, i salumi ed i prodotti lattiero-caseari) arriveranno direttamente sulle tavole dei turisti che visitano la zona. (A.I)