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(ACR) INIZIATI A POTENZA I MASTER DEDICATI AI FIGLI DEGLI EMIGRATI LUCANI
18 giugno 2004
(ACR) - Esistono valori che hanno la capacità di oltrepassare limiti e confini che sembrano, a prima vista, invalicabili e che rendono quel senso di completezza che si prova quando si porta a termine un progetto. L'identità di un popolo si costituisce di tanti fattori; è un corpus animato dalla sua lingua, usi, costumi, tradizioni, modi di vivere e quant'altro sia espressione dell'animo come del corpo. Tralasciare un aspetto significa perdere il significato profondo dell'appartenenza. Queste alcune delle considerazioni fatte in occasione della presentazione, avvenuta a Potenza presso la sede dell'alta formazione dell'Università degli studi della Basilicata, del Master di I livello in Didattica dell'italiano come lingua 2 . Il corso è frutto della convenzione stipulata tra la Camera dei Deputati della Provincia di Buenos Aires e l'Università degli studi della Basilicata in collaborazione con il Dipartimento Formazione Professionale; un progetto che vedrà come soggetti attivi non solo le Istituzioni universitarie e quelle Regionali, ma anche e soprattutto il potenziale del corpo docente e dei giovani provenienti da Caracas, Cordoba, Montevideo, Brisbane, Bogotà, San Paolo, Buenos Aires e Rio De Janeiro, primi destinatari delle attività didattiche previste dalla Scuola di specializzazione . "Questo Master- ha ricordato la docente di linguistica all'Università della Basilicata, Patrizia Del Puente- ricalca per certi aspetti l'iniziativa che permise, lo scorso anno, di far giungere in Basilicata un gruppo di 20 giovani stranieri figli di lucani emigrati e far seguire loro un corso di perfezionamento della lingua dei loro genitori. Come allora, l'obiettivo è quello di far acquisire competenze e conoscenze soprattutto linguistiche e di tentare di creare i presupposti per far sì che il legame esistente tra le comunità dei lucani all'estero con quelle della Basilicata sia sempre più fitto e costante." Questa volta, però, il progetto è sicuramente più ambizioso. Una vera e propria Scuola di specializzazione, "un percorso altamente formativo- ha evidenziato Grassi, responsabile del Centro di Alta Formazione dell'ateneo lucano - della durata di tre mesi, strutturato in unità didattiche ( 400 ore di lezione in aula; 190 ore per il laboratorio di didattica dell'italiano; 60 ore per la lingua inglese e 720 di stage presso scuole e istituti), finalizzate alla creazione di professionalità in grado di fornire le competenze di lingua e cultura italiana a stranieri e a figli di emigrati italiani all'estero, nonché di favorire l'integrazione d'immigrati in Italia." Nel mese di agosto, sospese le ore di lezione frontali, tenute da alcuni docenti della facoltà di lettere e filosofia dell'Ateneo lucano, i 40 giovani inizieranno uno stage itinerante attraverso alcuni dei centri più significativi della cultura italiana. Roma, Firenze, Ravenna, Venezia, Pisa: questi alcuni dei luoghi, veri e propri spaccati storico-linguistici, che i ragazzi visiteranno. A metà settembre, a conclusione del percorso formativo, verranno valutati su tutte le discipline affrontate, dalla didattica dell'italiano, alla storia, dalla linguistica all'antropologia culturale. Saranno consegnati, quindi, gli attestati di frequenza con i crediti formativi previsti dal Master. "Lo scopo principe di questo Master, -ha affermato il Presidente del Comitato Coordinamento Istituzionale per le Politiche del Lavoro, Pietro Simonetti- è quello di mettere in atto la pratica della parità come norma, cioè di dare a tutti le stesse possibilità contro il sistema, divenuto ormai di prassi, del clientelismo e della subalternità. Questa iniziativa – ha continuato Simonetti – segna un altro punto in direzione dell'allargamento e della qualificazione dell'offerta formativa". Anche questa iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle azioni intraprese, da una parte dalla Regione Basilicata e il Dipartimento Formazione Professionale per rinvigorire i contatti con le numerose comunità degli emigrati lucani e, dall'altra dall'Ateneo, per allargare i confini dell'offerta formativa nell'ottica di "catturare" nuove menti e per conservare il patrimonio della Basilicata, fatto di dialetti e parlate "minoritarie". Come ha sottolineato il delegato dal Rettore per l'Alta Formazione e docente di ingegneria all'Università della Basilicata, Giuseppe Las Casas, "l'UNIBAS è un'università senza cravatta; per noi non esiste l'utente ma uomini e donne che partecipano alla costruzione e condivisione dei saperi." I 40 ragazzi potranno, dunque, usufruire delle competenze e della disponibilità dei docenti dell'Ateneo lucano, tra le Università nazionali emergenti per qualità delle attività di studio, non solo per specializzarsi in una lingua che, in qualche modo, non è loro del tutto estranea ma anche per portarsi, una volta ritornati nei loro Paesi, un pezzo fondamentale dell'identità lucana e farla apprezzare anche lì. (L.L)