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(RegioneInforma) "LA GALLERIA DI PALAZZO FERRAU' A MATERA"
24 giugno 2004
(ACR) - Questo lavoro rientra tra le iniziative editoriali volte a valorizzare e a divulgare il patrimonio culturale del territorio e del popolo lucano. Oggetto di questo studio è un insieme di opere d'arte ritrovate in un antico palazzo materano, il Palazzo di Ferraù o Firrao, dimora privata che è aperta al pubblico occasionalmente. Per le sue caratteristiche rappresenta una realtà artistica della città di Matera inconsueta rispetto alla realtà locale e per questo meritevole di attenzione da parte degli esperti, inoltre il suo valore di testimonianza della diffusione di un certo gusto estetico presso alcuni strati sociali nella nostra regione è accresciuto dal fatto di appartenere appunto ad un'abitazione patrizia di una famiglia scomparsa da tempo dalla città e di cui Antonella Miraglia ricostruisce la storia attraverso la lettura di documenti d'archivio. Insieme all'analisi dettagliata delle opere d'arte, che ci vengono per la prima volta offerte attraverso una serie di immagini, abbiamo la possibilità di visitare luoghi privati, ma allo stesso tempo pubblici, che furono teatri di importanti fatti storici avvenuti tra il XVIII e il XIX secolo, anni brevi ma densi di storia, come scopriamo leggendo questo libro, dei quali furono protagonisti molti lucani. Questo lavoro fa emergere uno dei tanti tesori nascosti della nostra regione e permette di ricostruire una parte del nostro passato, esso ha il duplice obiettivo divulgativo e scientifico rispondendo all'intendo di aprire la strada ad ulteriori studi, approfondimenti e continuazione di indagini di questo tipo. Il lavoro di Antonella Miraglia, storica dell'arte che collabora con il Ministero per i beni e le Attività Culturali, è molto interessante innanzitutto per la scelta di studiare uno dei rari esempi in Basilicata di casa palazziata di una famiglia patrizia che conserva ancora oggi una parte significativa degli arredi e degli elementi decorativi originali, risalenti secondo l'Autrice tra la fine del Settecento ed il 1802. Il Palazzo Farraù o Firrao di Matera, è un edificio che include una casa privata, attualmente sottoposta a vincolo per il suo valore storico e artistico, al suo interno nel cosiddetto appartamento del piano nobile vi è un salone decorato e completo degli arredi originari. Gran parte degli studi di storia dell'arte in Basilicata riguarda opere destinate a decorare edifici religiosi poiché alla committenza civile, almeno fino al Settecento, vi si ricorreva più per iniziative devozionali che per l'abbellimento delle proprie residenze. Sappiamo che i patriziati cittadini erano, in Basilicata, quasi inesistenti con poche eccezioni: Matera, Tricarico, Venosa, Melfi. La casa palazziata, arredata con pezzi d'importazione e di buon artigianato locale, con giardino privato, biblioteca di famiglia, collezioni d'arte, evidenzia un benestante modo di vivere, che aveva le sue basi economiche nei magazzini colmi e nelle masserie di campo. Questo è testimoniato anche dal fatto che la famiglia Ferraù, o Firrao, di antico patriziato urbano, investì una parte cospicua delle proprie rendite per fare del palazzo materano la rappresentazione alta e fastosa dei nuovi modelli culturali, tipica della classe dirigente del tempo. La galleria di Palazzo Ferraù risale alla fine del Settecento ed è composta di opere la cui paternità è attribuita a Giovanni Battista, il quale, scopriamo, avere un ruolo politico di rilievo nella città. Infatti, dall'analisi storico-documentaria, sono emersi interessanti collegamenti dei membri della famiglia con le vicende politiche e sociali di fine '700 e dell'800 permettendo così di capire il ruolo svolto da essi nella storia locale. Lo studio, di Antonella Miraglia, è di particolare interesse e per l'originalità del tema e per il rigore scientifico con cui è stato affrontato. Apre, infatti, una finestra sulla conoscenza dell'èlites urbane della Basilicata, argomento che solo di recente è stato oggetto di studio, il lavoro è fondato su una approfondita conoscenza della produzione artistica dell'epoca e su impugnabili dati storici, un lavoro fatto con serietà, quello di Antonella Miraglia, che anche quando deve affrontare interpretazioni e confronti, non si abbandona mai ad approssimazioni ma rimane ancorato a documentati dati storici.. Scopriamo che risalire al periodo della costruzione del complesso è stato molto difficile ed ha richiesto un lunga indagine documentaria, le fondi di queste notizie, i documenti e soprattutto atti notarili, sono stati rinvenuti presso il locale Archivio di Stato. Nonostante le indagini effettuate e gli studi dei documenti rinvenuti, le ricerche non hanno ancora prodotto carte direttamente legate alla realizzazione dei lavori negli interni dell'abitazione. (A.C.)