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(RegioneInforma) CONOSCIUTE SIN DALL'ANTICHITA' IL MIELE LUCANO
30 luglio 2004
(ACR) - Le sue proprietà terapeutiche erano conosciute sin dall'antichità. Dall'epoca greco-romana al Medioevo, le popolazioni lo utilizzavano non solo per addolcire bevande ma anche per le indubbi qualità terapeutiche. E proprio la fama di alimento dall'alto valore nutritivo che lo accompagna da secoli e secoli, fanno del miele, un alimento di indubbio valore. Un prodotto da promuovere e da tutelare. Anche in Basilicata, dove la natura incontaminata e l'atmosfera salubre, conferiscono a questo alimento ulteriori caratteristiche di bontà. Già, perché il territorio lucano sembra particolarmente vocato per queste produzioni. Da Bernalda a Trecchina. Da Potenza a Pignola, passando per Vaglio, Melfi e Ripacandida sono tante le aziende che producono miele. Un miele di altissima qualità - frutto del lavoro di api che percorrono chilometri e chilometri per raccogliere il nettare dei fiori da trasformare in polline - che non a torto può essere considerato come uno dei simboli dell'identità lucana. In passato, infatti, veniva usato non solo come dolcificante in bevande o in dolci come nelle frittelle tipiche della tradizione natalizia, ma anche come alimento dalle indiscusse proprietà terapeutiche (sciolto nel latte, ad esempio, per il potere emoliente o come coadiuvante nella cura delle bronchiti). Oggi, i suoi utilizzi si sono ampliati. Rafforzati dalla scoperta di ulteriori proprietà benefiche, oltre che gastronomiche. Così per valorizzare e promuovere il miele lucano è nato un vero e proprio programma. A metterlo su il Consorzio regionale per la tutela del miele e l'Alsia. Finalità del progetto: tutelare il prodotto e portarlo alla certificazione. Obiettivi ambiziosi che gli organismi stanno cercando di raggiungere mettendo insieme i vari tasselli. A cominciare dalle produzione. Da realizzare secondo un preciso disciplinare basato sulle regole dell'allevamento secondo natura. Il disciplinare, infatti, che è entrato in vigore con la stagione apistica in corso (che va da maggio a settembre) prevede diverse fasi di produzione e varie indicazioni, tra cui quella di fare in modo che l'alimento non superi il 18 per cento di umidità ed un determinato grado di freschezza. Oltre naturalmente all'assenza di pesticidi. «Con il tempo si potrà arrivare ad un miele biologico. Ora, invece, il disciplinare approvato prevede che il miele sia prodotto con l'allevamento secondo natura - precisa Michele Catalano, dirigente dell'Alsia che sta curando il progetto pilota - e possa essere tracciato». Ossia il consumatore al momento dell'acquisto sarà in grado di capire chi è il produttore, il lotto di provenienza e la zona di produzione. Ma non solo, il miele della Basilicata avrà anche un etichetta nutrizionale in cui saranno indicate tutte le caratteristiche. Insomma, un elemento importante in più, per garantire la bontà del prodotto (proprio recentemente, tra l'altro, è stato firmata l'intesa tra Alsia, Consorzio e società Ismer Cert per la certificazione). Se queste, però, sono le indicazioni per la produzione, quello che resta da fare è di coinvolgere il maggior numero di produttori possibile. Ad oggi, infatti, il Consorzio racchiude circa 15 aziende (divise tra Bernalda, Trecchina, Rotonda, Potenza, Pignola, Vaglio, Venosa, Lagonegro, Melfi e Ripacandida) a cui si è aggiunta l'Associazione agricoltori. Ma in tutta la Basilicata le aziende iscritte all'albo regionale degli apicoltori sono 400, che producono circa 1000 quintali di miele all'anno. Numeri non indifferenti che dimostrano come la produzione di miele per l'agricoltura lucana rappresenti un aspetto da non trascurare. «Al Consorzio, al momento, hanno aderito quindici aziende sparse su tutto il territorio regionale - conferma il presidente del Consorzio, Franco Rondinella - ma intendiamo allargarci e coinvolgere anche altre aziende.E il nostro primo impegno». Il secondo impegno è, invece, far sì che il miele lucano ottenga la tutela di Indicazione geografica tipica. Un obiettivo non irraggiungibile, che vede schierati in prima linea molti comuni della regione tra cui la città del miele, Ripacandida, dove ha sede il Consorzio. «Stiamo lavorando per arrivare al nostro obiettivo principale, la certificazione di Igp - aggiunge Rondinella - D'altra parte, il nostro miele ha già ottenuto numerosi riconoscimenti ed in fatto di qualità non ha da invidiare alcunchè agli altri prodotti. Inoltre, ha la caratteristica che viene realizzato in zone dove la natura è ancora incontaminata, pulita. Quelli che stiamo portando avanti ora sono solo i primi passi». I tasselli di un mosiaco più ampio, dove l'agricoltura, l'ambiente e le tradizioni si mescolano dando vita a produzioni di altissima qualità, tra cui, appunto, il miele. (A.I.)