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(RegioneInforma) BOSCHI E SVILUPPO IN BASILICATA
02 agosto 2004
(ACR) - Il territorio lucano si estende prevalentemente oltre la isoipsa dei 500 metri s.l.m. Esso è ricoperto da fiorenti ed apprezzabili boschi assoggettati a varie forme di governo e trattamento. Complessivamente, è una rappresentazione varia e multiforme di caratteristiche vegetazionali ed ambientali ove le querce, insieme ad altre specie del piano mediterraneo, dominano lo scenario vegetazionale costituendo un arredo naturalistico ambientale insostituibile ed interessante sotto l'aspetto estetico paesaggistico. Tale caratteristica conferisce all'intero territorio un notevole interesse in quanto è premessa e punto solido e valido per uno sviluppo economico e sociale per le popolazioni residenti. Il legame tra ambiente e sviluppo, almeno per il passato, non sempre è stato tenuto nella dovuta considerazione. Vi era attenzione per altre esigenze ed i tempi non erano adeguati per la stretta relazione fra sviluppo economico-sociale e peculiarità ambientali possedute dal territorio. E'pur vero che la economia lucana, per svariati secoli, si è basata sulla sua autonoma e soggettiva gestione, affacciandosi di rado a scambi ed incontri economici con regioni contermini. Attualmente la dinamica economica e sociale è notevolmente cambiata. Gli scambi con le regioni limitrofe sono ordinari. Le produzioni locali sono esportate. L'arrivo di merci e prodotti dalle altre aree sono quotidiani. L'industrializzazione, in alcune zone, è avanzata. La domanda di fruizione di territori sani e preservati da degrado ed inquinamento è fortemente aumentata. La regione possiede le caratteristiche necessarie per soddisfare tale esigenza. Gli abitanti delle vicine regioni, in particolare, sono fortemente desiderosi di fruire di un territorio sano, ricco di boschi e privo di emergenze ambientali. I cittadini pugliesi potrebbero essere i maggiori fruitori del territorio lucano in quanto le differenze fra le due regioni sono notevoli. Il territorio pugliese, che possiede meraviglie naturali di grande rilevanza, è, rispetto a quello lucano, molto diverso e orograficamente meno tormentato e vario. La pedologia è per buona parte anche meno evoluta. La estesa area murgiana, molto interessante per la vasta gamma di essenze floristiche di grandissimo interesse scientifico e culturale, non consente l'affermazione di fenotipi forestali di dimensioni notevoli. L'orografia poco accidentata, poi, se da un verso favorisce alcune caratteristiche ambientali rilevanti, non permette una panoramica territoriale profonda e varia. I boschi, pur interessanti sotto il profilo della variabilità delle specie vegetali, hanno uno sviluppo ed un accrescimento meno consistente. Sicchè, i popolamenti vegetali attuali, pur esplicando una notevole funzione idrogeologica ed ambientale, si presentano con un aspetto estetico meno appariscente rispetto ai soprassuoli lucani. L'orografia tormentata e molto varia della regione Basilicata, invece, offre ai soprassuoli la possibilità di esibirsi in spettacolari e variopinti paesaggi degni di ogni positiva considerazione sotto l'aspetto estetico e panoramico. Tale peculiarità ambientale rende fortemente appetibile la fruizione del territorio per scopo ricreativo, turistico ed igienico. Conseguentemente è quanto mai necessario preservare i boschi ed il territorio lucano da utilizzazioni non rispondenti alle necessità prima prospettate. Particolare attenzione andrà riposta nei confronti delle utilizzazioni forestali che devono necessariamente essere eseguite in maniera compatibile con le esigenze prima citate senza modificare sostanzialmente l'aspetto ecologico e paesaggistico posseduto dai nostri boschi. Il territorio, i costumi, le tradizioni, i boschi, la macchia, i fiumi, i torrenti, i paesi, le sorgenti e le montagne devono costituire una risorsa fondamentale e devono rappresentare una proposta valida da offrire agli amanti della natura e del territorio ancora sano e preservato. I fruitori in grado di valorizzare tali territori, oltre ai locali, sono individuabili nelle limitrofe regioni e, più segnatamente, nella comunità pugliese. Essi, conoscendo le caratteristiche del territorio lucano, sono potenzialmente capaci di esaltare le positive doti dell'ambiente montano lucano attraverso presenze nei fine settimana, di permanenze più lunghe nei periodi estivi ed invernali e di contributi, di idee e suggerimenti. Perché quanto prima detto possa affermarsi, è indispensabile che alcune condizioni vengano rigorosamente rispettate. Occorre che la popolazione si convinca che una nuova risorsa, costituita dalle bellezze territoriali ed ambientali, può essere capace di produrre sviluppo e benessere sociale. La qualità della ospitalità è fondamentale per accogliere chi ha interesse a visitare e fermarsi sulle montagne della Basilicata. Essa, pur adeguandosi alle moderne necessità richieste dalla società contemporanea, deve fondarsi su schemi legati a costumi propri del luogo, non lasciandosi convincere dalle chimere di una moderna impostazione, libera e svincolata dalle tradizioni e dalla cultura autoctona. L'orgoglio dell'appartenenza ai luoghi di origine, deve adattarsi alle necessità ed alle attese che i visitatori desiderano conquistare e conseguire. Non occorrono grandi insegnamenti a riguardo, ma occorre essere sempre se stessi e accogliere dignitosamente i turisti proponendo ad essi le risorse naturali, la nostra cultura e le nostre tradizioni. La concorrenza offerta dalle altre regioni in questo campo, ben difficilmente può essere sconfitta uscendo dal campo della nostra cultura e dalle tradizioni locali. Occorrerebbe, oltre ad una consistente campagna di investimenti economici, oggi non più proponibili, anche una preparazione professionale settoriale non attuabile nel breve periodo. Sicchè, importante ed essenziale è la conservazione delle risorse locali esistenti unitamente alle nostre tradizioni ed alle usanze da secoli tramandate dai nostri avi. Timori e perplessità possono sorgere allorché interessi diversi, discendenti più dall'egoismo e dalla soggettività che dalle necessità di un'azione organica e pianificata sull'uso del territorio, potrebbero indurre operatori economici sconsiderati a devastarlo adattandolo ad usi e gestioni soggettive e non corrispondenti e confacenti alle esigenze prima prospettate. Per fortuna, a riguardo, vi è stato un freno negli ultimi decenni attraverso l'adozione di leggi che hanno rallentato la corsa alla conquista di nuove superfici e terreni agrari. Soprattutto nei primi decenni del dopoguerra vi è stata un'aggressione al territorio che aveva sconvolto alcune aree, particolarmente quelle collinari. Le attuali leggi in tema di agricoltura emanate dalla Comunità Europea favoriscono il recupero di territori marginali a favore del bosco e della naturalità. Tale tendenza è positiva ed assicura la conservazione del territorio e la stabilità dei versanti e degli ambienti. Gli Enti locali hanno ben compreso l'importanza che va annessa al comparto forestale ed al territorio, anche in previsione di possibili sviluppi che possano derivare da una buona gestione di essi. Da circa trent'anni, a causa della riduzione di domanda di legna e legname, ma anche per effetto di una politica ambientalista troppo conservativa e restrittiva, in Basilicata non si operava nel campo dei tagli boschivi. Tale circostanza, mentre ha consentito un incremento della provvigione dei soprassuoli forestali, ha purtroppo indotto in essi un invecchiamento generale che è risultato salutare per le giovani fustaie ma dannoso per i cedui e le fustaie già mature da trent'anni per il taglio. Su queste ultime vi è stato anche un incremento di necromassa con deterioramento della qualità tecnologica del materiale legnoso. Nei cedui, invece, oltre all'incremento di necromassa, si è avuto un invecchiamento notevole che, ove i suoi possedevano sufficiente feracità e sono stati effettuati i lavori di conversione ad alto fusto, hanno consentito un miglioramento dei soprassuoli. Le stazioni meno feraci, però, non avendo avuto la possibilità di sostenere il forte incremento di massa legnosa, sono stati invase da necromassa prodotta dalla morte di soggetti forestali per mancanza di sostentamento. Gli incendi boschivi hanno avuto vita facile per inserirsi in queste aree ricche di necromassa. Evidentemente una ulteriore gestione così impostata, conduce verso una irreversibile degenerazione dei soprassuoli boschivi. Parimenti, una gestione dei boschi condotta in maniera soggettiva e non pianificata avrebbe, ugualmente, condotto i soprassuoli verso un degrado ed una condizione non ottimale. Tale circostanza è stata attentamente e positivamente valutata dalla pubblica amministrazione che ha emanato leggi le quali hanno favorito la elaborazione di piani economici dei boschi comunali. Sicuramente non rappresenta una novità, ma tale iniziativa si inquadra favorevolmente e pienamente nell'ottica di esaltare la funzione dei boschi non solo sotto l'aspetto strettamente produttivo, ma anche sotto l'aspetto estetico ambientale. Sotto questa veste occorrerà guardare le nostre comprese. Per altro, le stesse, provengono da un'antica politica forestale che è stata capace di tramandare ai nostri giorni soprassuoli pregevoli ed interessanti. Se la politica e la tecnica forestale adottata nel passato non fosse stata questa, sicuramente, non avremmo avuto la possibilità di osservare ed ammirare i pregevoli soprassuoli boscati oggi esistenti e capaci di offrire spunti e idee per uno sviluppo regionale forte e deciso. Non va disconosciuto l'operato che le generazioni precedenti hanno riversato sul nostro territorio e sui nostri boschi per poterli consegnare a noi nello stato in cui ora si trovano. Ora, di essi, ne godiamo i benefici ed i frutti e progettiamo future attività connesse. Attualmente sono l'espressione della cultura dei nostri padri. Se non vi fosse stato il dovuto rispetto del territorio e dei boschi, noi, ora, non potremmo discutere e riflettere sul loro migliore impiego; staremmo, invece, a progettare il loro recupero! Giova ricordare la positiva azione, comunque, sino ad ora svolta nei riguardi dell'ambiente e del territorio dalla nostra società, nonostante le critiche e le cattive considerazioni spesso espresse anche a sproposito. A nulla vale ogni buona iniziativa attuata a favore del territorio se poi, la sua conservazione e la sua integrità viene posta in discussione e compromessa da azioni devastanti provocate dall'incoscienza umana. Il riferimento è nei confronti di tutte quelle azioni negative che inducono modificazioni ambientali irreversibili o di lento recupero. Sicuramente gli incendi boschivi rientrano nella casistica che induce modificazioni ambientali irreversibili. L'incendio di un ceduo di latifoglie è un evento negativo relativo e confinato in una fase di recupero ambientale limitata nel tempo. L'incendio di un altofusto di conifere non ancora produttivo induce nel territorio una modificazione ambientale permanente senza speranza di recupero in mancanza di opere di ripristino e di piantagione. Stante tale condizione di grave pericolo per questi boschi, occorrerebbe, per essi, rivolgere una maggiore attenzione per assicurare loro l'incolumità. Non basta confidare nel buon senso dei cittadini e nella buona educazione dei fruitori di questi boschi, occorrerà prevenire le azioni disastrose anche attraverso interventi tecnici di presidio e di difesa, attiva e passiva di tali boschi. Le azioni svolte a loro favore, però, non sono riservate esclusivamente alla sola pubblica amministrazione, ma anche e soprattutto ai cittadini attraverso un comportamento più attento ed adeguato nei confronti del territorio. Esso non è un oggetto di esclusivo e riservato consumo, ma va utilizzato compatibilmente con le esigenze pubbliche attuali e delle future generazioni senza compromettere ad altri l'uso. Lo stesso pascolo bovino ed ovino nei boschi non sempre è stato positivamente considerato. Indubbiamente, in taluni periodi vegetativi o evolutivi del bosco, può provocare danni, ma in altri periodi, invece, esso rappresenta un rimedio importante per la difesa dei boschi dal fuoco. E'rilevante la positiva azione svolta dai genotipi podolici in alcuni complessi boscati nei quali detti animali svolgono un servizio di ripulitura della necromassa presente nel sottobosco prevenendo gli incendi boschivi. Tuttavia, non va sottaciuto il valore estetico ed ambientale che gli stessi genotipi svolgono in alcune aree attraverso la loro presenza che ben si integra nell'ambiente naturale lucano. Sicuramente quanto detto non rappresenta la panacea per la soluzione di tutti i problemi delle aree interne della nostra regione, ma vuol essere solo un modesto contributo al dibattito in corso. Conoscendo l'orgoglio e l'indole del popolo lucano, sono certo, comunque, che, con la dovuta opportuna oculatezza e la sapiente e pianificata gestione del territorio, si sapranno cogliere le opportunità e gli aspetti significativi che lo stesso territorio è in grado di offrire, allo scopo di conseguire quei risultati di sviluppo da tutti sperati ed auspicati, anche accogliendo il gradito e valido contributo che altri popoli e regioni potranno offrire. Dr.Carmine COCCA Università degli Studi di Bari BIBLIOGRAFIA Alessandrini A. – 1990 – Il tempo degli alberi,Ed.Abete Alessandrini A. – 1993 – Pensare il bosco,Ed.Abete Bernetti G.- 1995 . Selvicoltura Speciale. Cerrato M.- 2000. L'allevamento brado del bovino di razza Podolica-Informatore Agrario ,56:46, 33-35. Cocca C., Ragni M. – 2003 – Prevenzione incendi con i bovini podolici- Osservatorio dell'Economia materna, Matera Promozione, N.2,92-103 Combe J. – 1999. Bosco e pascolo allo stesso tempo – Rapporto annuale WSL, 13. Matassino D. – 1983. Zootecnìa di collina e di montagna: sviluppo e prospettive, Calabria economica. Pardini A, Piemontese S.,Argenti G.- 1993. Limitazioni degli incendi boschivi con il pascolamento di bande parafuoco inerbite in Toscana. Italia-Forestale-e-Montana., 48: 6, 341-352. Susmel L., Viola F.- 1981. Pascolo in foresta. Considerazioni ecologico-colturali, Economia Montana- Whitehead F.H., Rizzoli N. – 1993. 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