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(RegioneInforma) LE NOZZE ACCETTURESI
02 agosto 2004
(ACR) - Nel cuore della Basilicata, nel Parco di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, il Comune di Accettura fa bella mostra di sé attraverso i suoi meravigliosi boschi, gli splendidi paesaggi, la natura incontaminata e le sue tradizioni. I costumi sono intatti e per nulla modificati dalle tecnologie e dall'informatizzazione del terzo millennio. Apparentemente potrebbe sembrare che l'area comunale evidenzi, rispetto ad altre, punti di ritardo e di non adeguamento. In realtà, le sue pecularietà ambientali e culturali e le sue tradizioni costituiscono , invece, un punto di forza e di privilegio per un riscatto ed una efficiente evoluzione sociale ed economica. La sua economia da sempre si è fondata, quasi esclusivamente, sulle risorse provenienti dai suoi boschi e dal territorio. Possiede una vasta estensione boscata, tra le più importanti della intera regione Basilicata. La Foresta di Gallipoli Cognato, estesa per circa 4400 ettari si sviluppa a cavaliere dello spartiacque fra il fiume Basento e il torrente Salandrella. E' una foresta che, per la maggior parte della sua estensione si è ricostituita a seguito di un grosso e devastante incendio boschivo verificatosi subito dopo la guerra mondiale del 1915-18. Il suo popolamento è un altofusto di prevalenti cerri coetanei e omogeneamente sviluppato e ben tenuto. La proprietà appartiene in parte al Demanio dello Stato – Amministrazione Foreste Demaniali e in parte alla Regione Basilicata. Molto interessante, sotto il profilo selvicolturale e ambientale, poi, è il bosco Montepiano ubicato nel ventaglio di formazione del torrente Misegna. Anche esso è costituito da un interessante altofusto di prevalenti cerri che, frequentemente, superano i 40 metri di altezza e sono caratterizzati da una pregevole e impressionante linearità, nel senso verticale, delle piante. La relazione tra bosco e cittadini è sempre stata molto stretta non solo sotto gli aspetti economici ma anche sotto il profilo culturale e delle tradizioni. L'intesa e l'amore dei cittadini per il territorio e, soprattutto , per il bosco raggiunge il suo più elevato significato in occasione dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono del Paese , S. Giuliano, e si concretizza attraverso il tradizionale rito del "maggio" che viene svolto in parallelo alla festa religiosa. Le due manifestazioni, quella rinnovatrice della tradizione popolare e quella liturgica in onore di S. Giuliano, non si contrappongono ma si integrano tra loro, pur restando ben distinte nel loro significato. Se la festa religiosa in onore del Santo ha un rilevante significato spirituale e morale, la festa popolare affonda la sua origine nella lontananza del tempo che vuole e auspica il rinnovarsi dell'amore e della solidarietà fra i cittadini, a fronte di divisioni e dissapori. Per l'occasione il popolo si divide in due gruppi: i "cimaioli" e i "maggiaioli". I cimaioli già alla fine dei festeggiamenti vanno alla ricerca del più bel cespuglio radicato nella Foresta Demaniale Gallipoli-Cognato. Esso, nonostante il notevole peso, l'anno successivo, nella ricorrenza della Pentecoste, sarà portato rigorosamente a spalla da esuberanti giovanotti nella piazza del paese. I maggiaioli con pari diligenza ed entusiasmo, subito dopo la festa o ancora prima, si recano nel bosco Montepiano per ricercare e scegliere il cerro più alto e, nello stesso tempo, più dritto e privo di difetti che sarà destinato anche esso ad essere trasportato nella piazza del paese il giorno di Pentecoste. La scelta del cespuglio destinato a cima non è operazione facile, ma è frutto di lunghe ed estenuanti trattative nell'ambito del numeroso gruppo dei cimaioli. Ognuno vuole affermare la propria scelta quale migliore possibile e vede, quasi sempre, nella scelta altrui difetti e caratteristiche negative. Alla fine, in onore di S. Giuliano, prevale il buon senso. La scelta del maggio, benché soggetta alle stesse logiche prima indicate, è relativamente più semplice in quanto legata a parametri geometrici più difficilmente contestabili. Unitamente al maggio dovranno scegliersi le "crocce", piante di cerro di minore pregio del maggio, che, anche esse trasportate in paese, saranno destinate a puntellare e sostenere il maggio nella piazza centrale del paese, ove fungerà da albero della cuccagna. La scelta delle crocce è meno problematica e difficile in quanto le stesse esplicano funzioni meno "nobili" del maggio. Il giorno di Pentecoste i cimaioli si recano nel bosco Gallipoli-Cognato per procedere al taglio del cespuglio le cui caratteristiche sono già note a tutti e hanno costituito motivo di approfonditi e appassionati commenti positivi ma anche negativi e di critiche. Le sue caratteristiche devono corrispondere a parametri di imponenza e nel medesimo tempo deve essere elegante e svettante. La sua recisione avviene esclusivamente con l'accetta. Adagiatosi sul letto di caduta viene allestito in modo da poter essere trasportato a spalla sino al paese che, mediamente, dista 10-15 chilometri. Le foglie del cespuglio sono spinose e i cimaioli subiscono gli effetti di tale anatomia fogliare. La fede in S. Giuliano, l'entusiasmo della festa, l'orgoglio del cimaiolo dalle vesti strappate, le immancabili libagioni con prodotti locali, ben innaffiate dall'abbondante vino disponibile, alleviano la fatica del trasporto e l'effetto delle inevitabili punture delle foglie. Il corteo, un tempo seguito da asini, muli e cavalli e ora da automezzi ben riforniti, costituito da centinaia o , forse migliaia, fra cittadini, fedeli, e turisti, si snoda lungo i tornanti del torrente Salandrella. Intervistato da un famoso giornalista un cimaiolo, con simpatica allegoria, riferì che "la cima per i primi 2 – 3 chilometri viene trasportata, in devozione a S. Giuliano, a spalla. Successivamente la stessa raggiunge Accettura trasportata solo dal vino"! A rapide avanzate si alternano soste di recupero e di ristoro. La giornata trascorre, nonostante la fatica e l'immancabile caldo estivo, veloce fra canti, balli, tamburi, zampogne, brindisi e inviti a curiosi e turisti ad integrarsi ai festeggiamenti. Tutto è improntato sulla semplicità. I curiosi e i turisti restano ammirati per la spontaneità e la generosità dei cimaioli. Uno di essi si offese perché, nulla sapendo di tanta generosità e disponibilità della gente di Accettura, rifiutai, di prima mattina, di bere vino al suo fiasco. All'apparenza, il fiasco, sembrava dotato, più che di un cannetto, di un complicatissimo attrezzo idraulico più simile ad un missile in miniatura;di quei missili destinati a mandare in orbita le navette spaziali. Stanchi ma soddisfatti ed appagati, a sera, la cima e tutto il corteo raggiunge Accettura. Nella medesima giornata di Pentecoste anche i maggiaioli dovranno trasportare il maggio e le crocce in paese. Già alcuni giorni prima il maggio, antecedentemente prescelto, è stato abbattuto. L'operazione è complicatissima, ma interessante. Le radici vengono scoperte e, man mano, recise solo con l'accetta. Frattanto, per dare un primo assaggio delle proprie capacità di arrampicatore , qualche gagliardo e agile giovanotto si arrampica a circa 40 metri dal suolo per legare, in posizione distale, una pesante corda. Questa, sotto la guida di prestanti fedeli, avrà, poi, il compito di assecondare la caduta del maggio. Ove si spaccasse è già pronto un maggio di riserva. Il maggio va sramato, scortecciato e ridotto a forma tronco-conica. Tutte le operazioni sono il risultato di approfondite e vivaci disamine cui partecipano espertissimi operatori boschivi unitamente a fedeli trasformatisi, in quella giornata, in "espertissimi" operatori (sic) che pretendono di suggerire metodi e tecniche di taglio a veri e collaudati forestali! I ruoli sono confusi, la fatica si fa sentire, però il frastuono delle bande e i brindisi ricompongono le divergenze e il maggio, a sera, è ben allestito per essere trasportato in piazza il giorno di Pentecoste. Il trasporto si effettua con l'uso di decine di coppie di buoi di razza podolica che, secondo prestabiliti ordini di avvicendamento, trascinano il tronco e le crocce da Montepiano alla piazza del paese. Ogni operazione è studiata nei minimi particolari ed è frutto di vivaci dibattiti ed approfonditi esami per stabilire le varie priorità, i tempi di esecuzione, il programma delle soste, la coppia di testa, i turni di avvicendamento ed ogni altra particolarità. Le docili bestie, adornate con fiori e nastrini variopinti devono sopportare, oltre la fatica del tiro anche la esuberanza e l'entusiasmo dei cittadini e dei turisti che partecipano ai festeggiamenti. Il tratto da percorrere è relativamente breve, circa 5-6 chilometri. Le difficoltà del tiro, la necessità delle soste per far rifiatare le bestie e consumare qualche spuntino con leccornie locali, le pettole, i brindisi, i canti, i balli, le bande, la folla di cittadini e turisti, le discussioni fanno sì che la giornata trascorra veloce e la stanchezza venga sopraffatta e contenuta dalla soddisfazione e dall'orgoglio della fede nei confronti del Santo Patrono. Finalmente a sera il maggio fa il suo ingresso in paese e, contemporaneamente, anche la cima giunge dalla parte opposta. E' un ingresso trionfale per entrambi. E' un tripudio. E' festa, festa grande. E' una emozione unica. Scompaiono i dissidi e le divergenze. Vince l'amore e la solidarietà. E' il primato dell'unione fra i cittadini. E' la sconfitta dell'odio e della prevaricazione. Il bosco è catalizzatore di fede e di amore. E' il trionfo dell'amore. Lo stupore e la meraviglia dei turisti e dei forestieri si trasforma e si converte in gioia di festa e di ammirazione. Le luci della festa, le bancarelle, i madonnari, i giocolieri, le bande, i tamburi, il maggio, le crocce, la cima, la folla festante, gli anziani soddisfatti, i cimaioli e i maggiaioli orgogliosi, gli organizzatori compiaciuti, tutti in una piazzetta assolutamente incapace di contenere numerosissimi partecipanti, concorrono a creare, in un clima di grande semplicità, una grande festa di popolo e di solidarietà umana. Successivamente il maggio, su cui viene innestata la cima, sarà utilizzato come albero della cuccagna. Viene issato e puntellato dalle crocce, impiegando antiche procedure, rigorosamente conservate nel tempo. Se sotto il profilo popolare la festa è interessante, sotto il profilo dei contenuti morali è straordinariamente positiva e ricca di valori. L'innesto tra maggio e cima rappresenta il "matrimonio" fra maggiaioli e cimaioli. I cittadini si uniscono in nome della pace e della fratellanza! E' la vittoria della serenità e della concordia sui dissapori e le discordie. Si afferma il primato della solidarietà rispetto all'egoismo. La vittoria dell'amore sull'odio. Si rinnova il patto di unione fra uomo e territorio. L'albero della cuccagna completa i festeggiamenti in onore e alla presenza della statua di S. Giuliano, ma anche in nome dell'amore fra gli uomini e della solidarietà fra le genti. Gagliardi e forti giovanotti aggrediscono con la loro vigoria il maggio esibendosi in spericolate evoluzioni degne di affermati trapezisti. La manifestazione appartiene a quei culti arborei tramandati e conservati per secoli che, con i forti contenuti morali e umani, ha inciso profondamente nella formazione della apprezzata indole dei cittadini di Accettura. Il buon governo del bosco e l'ambiente ben conservato, grazie anche al concorso da sempre offerto dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, hanno consentito che una antica tradizione popolare potesse, in tempi tecnologicamente avanzati, proporre sani e antichi sentimenti e riflessioni di grandissima rilevanza morale e spirituale ai giovani accetturesi e anche ai forestieri. Dr.Carmine COCCA Università degli Studi di Bari BIBLIOGRAFIA Cocca Carmine – Matrimonio ad Accettura – 2003 – Il Forestale n.17, 22-23 De Rosa Rocco – 2002 – La terra del maggio Parco Naturale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti lucane – 2002 – Guida al Parco Whitehead F.H., Rizzoli N. – 1993 – Ecologia pratica applicata alla conservabilità della natura