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(RegioneInforma) ASPETTI NATURALISTICI DEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

02 agosto 2004

© 2013 - cavalli.jpg

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(ACR) - Situato tra Calabria e Basilicata ed inesauribile patrimonio umano e naturalistico, il Parco Nazionale del Pollino, con i suoi 192500 ettari circa, è il Parco naturale più esteso d'Italia. Istituito nel 1993 per l'elevato interesse naturalistico, il Parco del Pollino presenta vette con altezza superiore ai duemila metri e tra questi le più importanti sono Serra Dolcedorme (2248) e Monte Pollino (2248) da cui il parco prende il nome. Molto interessante è il pianoro di Piani del Pollino sul quale vi sono importanti esemplari di Pino Loricato che è oggi il simbolo del parco. Tuttavia, volendo analizzare i complessi montuosi che caratterizzano il parco, si possono distinguere tre massicci principali che sono il Monte Alpi (1900) a nord, il massiccio del Pollino al centro ed il complesso dell'Orsomarso a sud ovest. Altra risorsa di spiccato valore naturalistico sono i numerosi fiumi e torrenti che caratterizzano tutto il parco. Tra questi vanno ricordati il fiume Sinni (96 Km) con i suoi affluenti Frido e Sarmento, il Peschiera ed il Raganello. Di notevole importanza risulta il fatto che alcuni di questi corsi d'acqua sorgono in gole profonde dove molti rapaci (ad esempio il nibbio, l'aquila reale e lo sparviero) riescono a nidificare ed inoltre posseggono proprietà oligominerali o termali. Attualmente il Parco presenta un'elevata biodiversità. Nella fascia di altezza inferiore agli 800 metri, si può rilevare la netta prevalenza della macchia mediterranea con presenza di Leccio (Quercus ilex), Roverella (Quercus pubescens), Ginepro (Juniperus communis), Ginestra (Spartium junceum), Corbezzolo (Arbutus unedo), Acero minore (Acer monspessulanum) e Lentisco (Pistacia lentiscus). Nella fascia compresa tra gli 800 ed i 1400 metri circa, invece lo scenario naturalistico cambia radicalmente e si possono ammirare diversi esemplari di Cerro (Quercus cerris), Farnetto (Quercus fra inetto), Carpino (Carpinus orientalis), Ontano (Alnus cordata), Castagno (Castanea sativa) e di varie specie di acero tra le quali vanno ricordati Acer obtusatum, Acer campestre e Acer lobelii. Infine nella fascia superiore, che si estende sino ai 2000 metri, si possono trovare interessanti faggete (Fagus selvatica) accompagnate dalla presenza di Agrifoglio (Ilex aquifolium). Importante è la presenza dell'Abete bianco (Abies alba) e del Pino nero (Pinus nigra) mentre al di sopra dei 2000 metri la vegetazione forestale diventa davvero rara lasciando spazio al Pino loricato. Infatti protagonista indiscusso di questo parco nazionale è il Pino loricato il quale, isolato o in nuclei, presenzia con circa 2000 esemplari le aspre e soleggiate pareti sino ai 2200 metri di altezza. L'albero, che prende il nome dalla sua corteccia grigio chiara simile ad una corazza con placche lucenti, riesce ad adattarsi vivendo bene su terreni impervi e difficili. Albero importante per il suo legame a culti arborei di origine precristiana, il Pino loricato è la maggiore fonte di attrazione del Parco del Pollino. E'questa una specie longeva e con una crescita lenta. Caratterizzato da un fusto diritto con rami corti ed inseriti perpendicolarmente, il Pino loricato si presenta con una chioma rada ed irregolare. E'attualmente ben visibile su rupi e su versanti in frana dove questa specie trova la sua nicchia ecologica. In virtù del suo modo di adattarsi a condizioni podologiche piuttosto difficili, è presente quasi sempre in maniera isolata formando raramente piccoli gruppi. La situazione attuale non si presenta troppo avversa alla diffusione del Pino loricato in quanto vive una fase di espansione, ma bisognerà trovare misure di tutela di fronte ad un turismo non sempre corretto e ad un'antropizzazione crescente che sono spesso causa di danni irreversibili quali gli incendi boschivi. Un altro problema in corso di risoluzione è rappresentato dagli attacchi di coleotteri scolitidi (Ips sexdentatus, Ips acuminatus), di coleotteri buprestidi e dal pascolo talvolta indiscriminato che potrebbe apportare danni. Per quanto concerne invece la presenza di fiori nel parco, si rilevano specie endemiche rare nell'appennino meridionale. Importanti risultano la Paeonia macula e la Paeonia pellegrina, la Genziana verna e la Genzianella crespata oltre alla Campanula pollinensis e l'Achillea rupestris. Non meno interessante da quanto sin'ora trattato è l'aspetto faunistico. La elevata ricchezza di fauna nel parco è giustificata dalla varietà dell'ambiente naturale presente. Importante è la presenza del Cinghiale (Sus scrofa) e del Capriolo (Capreolus capreolus) a rappresentanza degli Ungulati nel parco. Altri importanti specie rappresentate sono il Ghiro (Myoxus glis), lo Scoiattolo (Scirius vulgaris meridionalis), la Lepre (Lepus europaeus e lepus corsicanus), l'Istrice (Hystrix cristata), la Lontra (Lutra lutra), il Gatto selvatico (Felis silvestris) ed il Lupo(Canis lupus) il quale, pur messo in crisi dalla diminuzione di prede che si è avuta nel tempo, riesce oggi a sopravvivere nel Parco del Pollino con una popolazione consistente. Grande importanza rivestono anche i rapaci che sono rappresentate da bel 12 specie diurne nidificanti. Tra questi vanno ricordati l'Aquila reale (Aquila chrysaetos), il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Nibbio reale (Milvus milvus), il Gufo reale (Bubo bubo) ed il Capovaccaio (Neophron percnopterus) Tuttavia di notevole interesse è la presenza del Lupo (Canis lupus), animale prevalentemente notturno che ha trovato un suo habitat naturale all'interno del Parco in cui è rappresentato da più branchi. Originario del nord america, il Lupo si è diffuso in Asia ed Europa diffondendosi anche in Italia principalmente nelle regioni centrali. Oggi, nonostante le persecuzioni che l'uomo attua nei confronti della specie, si possono contare più di 500 esemplari diffusi nell'Italia centro-meridionale. Il lupo è un animale sociale che vive in piccoli branchi secondo una gerarchia ben precisa. In ogni branco esiste un solo maschio ed una sola femmina che si riproducono mentre gli altri esemplari sono indispensabili per l'allevamento della prole. L'alimentazione del lupo è assicurata da una continua predazione di specie quali ovini, caprini, equini, bovini, cinghiali, cervi, lepri, rettili e carogne di ogni tipo. Altro animale di rilevante interesse faunistico per il parco è il Capriolo (Capreolus capreolus) il quale è stato molto ridimensionato rispetto al passato rischiandone quasi la completa estinzione nell'area. Animale con abitudini crepuscolari, il capriolo si nutre in aree al pascolo appartenenti a boschi e radure dove, generalmente, non vive in gruppi. E'un animale brucatore selettivo e per questo motivo si nutre delle parti più nutrienti della vegetazione disponibile. Attualmente esistono programmi di salvaguardia del Capriolo. Altra importante risorsa del Parco del Pollino, sono gli uccelli rapaci stanziali e migratori. L'aquila reale (Aquila chrysaetos) trova il suo habitat riuscendo ad attaccare le sue prede dall'alto con straordinarie e potenti picchiate. Accanto a questa vi è la presenza anche del Capovaccaio (Neophron percnopterus), avvoltoio ormai raro in Italia, del Nibbio reale (Milvus milvus), della Poiana (Buteo buteo), del Gheppio (Falco tinnunculus) e dell'Astore (Accipiter gentilis). Infine, non va trascurata la presenza degli insetti sul territorio. Pertanto di notevole importanza è la presenza di due coletotteri che sono il Buprestis splendens, insetto rarissimo e della Rosalia alpina, molto appariscente per il suo colore azzurro con macchie nere. Tra i crostacei invece va ricordato il Gambero di fiume che dimostra lo scarsissimo inquinamento presenti nei corsi d'acqua. In tutto questo paesaggio ricco di grotte, voragini e fiumi sotterranei, espressione congiunta dell'azione dell'acqua, della neve e dell'aria, sorgono bellissimi paesini di montagna. Frutto della cultura e delle tradizioni locali e forti del loro interesse storico, possiamo ricordare Rotonda, Lauria, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, San Giorgio Lucano, San Severino Lucano, Valsinni e Terranova di Pollino. In aggiunta a questi, dalle vette spesso innevate di questo immenso parco, si possono ammirare da un lato Maratea e Praia a mare, dall'altro il litorale ionico di Sibari e Metaponto. Infine, risorsa altrettanto ammirevole è il paesaggio agrario che appare ricco di particolari case rurali spesso aggregate in contrade. A circondare questi "monumenti della civiltà contadina", vi sono grosse distese di grano, vigne, orti, olivi, ciliegi, castagni, prati e pascoli i quali denotano un sistema di produzione perfettamente integrato nell'ambiente estensivo. Dr.Carmine COCCA Università degli Studi di Bari BIBLIOGRAFIA Avena G.C., Bruno F. – 1974 – Lineamenti della vegetazione del massiccio del Pollino – Not.Fitosociologia, 10: 131.158 De Grazia P. – 1942 – La casa rurale della Lucania di L.Franciosa, cap.IV CNR, Firenze Corbetta F., Pirone G.F.-1996- La flora e le specie vegetali di interesse fitogeografico in Basilicata – Risorsa Natura in Basilicata, Regione Basilicata, 5-6,127-142 Fascetti S.- 2001 – Aspetti Botanici e forestali del Pino Loricato –Regione Basilicata Notizie n.99,103,110 Formica A. – 2001 – Pollino Parco Nazionale, Basilicata Regione Notizie, 99, 11-16 Gellini R., Grassoni P.-1996- Botanica Forestale, Cedam Padova Pignatti S.- 1982- Flora d'Italia Tranfaglia A., Romano A.- 2003 – Le principali avversità del Pino Loricato-Regione Basilicata Notizie n.99,111,118

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