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(RegioneInforma) TRACCE ANTICHISSIME DELL'INSEDIAMENTO DI BANZI
13 agosto 2004
(ACR) - E' un passato fatto di tracce antichissime, di segni che dimostrano una progenie gloriosa, di costruzioni che evidenziano l'importanza dell'insediamento. E' il passato di Banzi. Piccolo ma storico centro dell'area dell'alto Bradano, che - nel tempo - ha vissuto alterne fortune e che oggi, sui suoi trascorsi storico -culturali ha deciso di investire concretamente. Come? Valorizzando, promuovendo e riportando alla luce proprio le testimonianze delle epoche che furono. Elementi diversi che segnano le storia dell'uomo, e che passano anche per la fondazione della romana «Bantia», tanto decantata da Livio.D'altra parte, il piccolo centro bradanico, può vantare un patrimonio di tutto rispetto: circa trenta siti di interesse storico-archeologico rientranti nel suo territorio.Un numero che la dice lunga sull'importanza e sul valore del centro nei diversi secoli. Ma non solo. Alcune campagne di scavo iniziate poco tempo fa potrebbero portare alle luce nuovi ed importanti siti dando ulteriore prestigio all'area. L'archeologia, quindi, per i bantini è più di una convinzione, è una concreta occasione di sviluppo, di occupazione e di promozione turistica. Di qui, la decisione dell'Amministrazione comunale di puntare sulla Storia e di farlo attraverso un programma articolato che passa, innanzitutto, dai lavori di sistemazione di alcune aree archeologiche già esistenti. Per poi arrivare alle nuove scoperte. Per quegli interventi è stato trovato un sostanzioso contributo: circa 800 mila euro Finanziamenti che rientrano in un programma sugli itinerari oraziani e che saranno utilizzati non solo per sistemare gli insediamenti archeologici esistenti, ma soprattutto per portarne alla luce di nuovi. Il che rende l'iniziative decisamente interessante. «Con questi finanziamenti - commentano gli amministratori del piccolo comune - oltre a valorizzare e rendere piú fruibili le risorse archeologiche giá conosciute, potremmo farne emergere altre. Abbiamo una fondata certezza infatti, che possano riaffiorare altri reperti archeologici». Le nuove campagne di scavo, quindi, potranno partire a breve. Ed in alcune aree ben precise: quelle di «Orto dei Monaci» e quella di «Supportico Abbadia». Sono in molti, infatti, a credere - in base a precisi rilevamenti scientifici, a sopralluoghi ed allo studio della storiografia esistente - che proprio in quelle zone potrebbero esserci le tracce di antiche strutture, forse riferibili alla fase romana dell'insediamento. D'altra parte, non va dimenticato che proprio Banzi fu uno dei capisaldi della conquista romana della Lucania e che, in epoche precedenti, nel comune si insediarono le popolazioni daune (come confermano le strutture difensive, gli edifici di culto ed alcune tombe trovate in contrada Cimitero). Nel tardo Impero, poi, dopo un periodo di decadenza il comune ritorna a splendere, grazie anche ai benedettini che da Montecassino si spostano a Banzi per fondare la più antica abbazia dell'Ordine in Basilicata. E proprio sulle chiese che, oggi, si incentra l'attenzione degli studiosi. Ad esempio, secondo alcune ipotesi il complesso medievale della Badia di Santa Maria potrebbe essere stato edificato proprio sulle rovine della antica «Bantia» (una prova verrebbe da un blocco di grandi proporzioni con un'iscrizione romana utilizzato come cantonale dell'edificio). Per passare dalle ipotesi alle tesi, dai sospetti alle certezze, però, sono necessari studi più approfonditi. Come quelli che partiranno a breve e che avvieranno, per prima cosa, la rimozione della pavimentazione esistente nella zona Supportico Abbadia, situata nel centro storico di Banzi. Per poi, provvedere alla demolizione delle strutture di natura sportiva esistenti nella Zona Orto dei Monaci. Il resto è affidato alla «fortuna» o forse alle giuste intuizioni del tecnici.Girando per i vicoli del paese, tra la gente, la sensazione netta che emerge è di speranza. Certo, è che - in ogni caso - nuovi tasselli potranno essere aggiunti al complesso mosaico di Banzi. Per arricchire uno scrigno di tesori che passa dagli indigeni al Romani, al Medioevo.Il paese infatti, può già vantare un parco archeologico molto interessante che racchiude cinta difensive, templi e tombe, oltre ai resti di una villa con un «tempietto» privato. Testimonianze da visitare a cui si aggiungono, nella zona di Montelupino, i resti del «Municipium» composto da strade lastricate e frammenti di quartieri ed una chiesa tardo-settecentesca che racchiude un portale a sesto acuto che reca uno stemma longobardo ed un monogramma benedettino.(A.I.)