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(RegioneInforma) SI RINNOVA IL RITO DELLA FEDE DELLA MADONNA DI VIGGIANO
13 agosto 2004
(ACR) - Riti della fede che si rinnovano, tradizioni di devozione che si tramandano di generazione in generazione, luoghi di culto che hanno segnato la storia. Non è solo agricoltura e ricerca petrolifera la Val d'Agri. Non è solo un territorio ricco di bellezze paesaggistiche, naturalistiche, storiche. In quei territori che vanno da Corleto Perticara ad Armento, da Grumento Nova a Viggiano, vi sono i segni di una religiosità antichissima, di una fede sentita e partecipata che ha segnato le genti sin dal passato più remoto. Nell'antichità, infatti, nella valle dell'Agri si ritrovano tracce di diverse aree sacre in cui le popolazioni indigene officiavano riti propiziatori agli dei per ottenerne la protezione e la tutela. Tra questi, un posto di riguardo spetta al santuario di Ercole, i cui resti sono stati ritrovati nel Novecento, in una frazione di Armento. Frequentato dalla seconda metà del quarto secolo avanti Cristo fino al secondo secolo avanti Cristo, il tempio di Ercole ha rappresentato nel passato un importante punto di riferimento per le popolazioni indigene, perché situato in una posizione strategica negli itinerari che le genti della costa ionica e dell'Appennino lucano, percorrevano con le greggi. Grazie proprio a quei sentieri della transumanza – secondo i risultati delle varie campagne di scavo – il tempio diventa un luogo importante anche negli scambi commerciali e culturali dell'epoca (tra le merci vendute in particolare vi era il sale che dalla costa ionica arrivava nell'aree interne per essere utilizzato per conservare le carni). E se in passato la religiosità ha rappresentato un elemento importante per le genti della Val d'Agri, oggi le cose non sono molto diverse. In quella che attualmente viene comunemente detta la valle, infatti, quello della religiosità potrebbe rappresentare un elemento importantissimo, anche dal punto di vista turistico. Non bisogna dimenticare, infatti, che proprio in quest'aree vi sono alcuni dei luoghi di culto più interessanti della regione. Aree che la devozione popolare ha trasformato in mete di pellegrinaggi, in luoghi di speranza ed attesa. Tra questi simboli, un posto di primo piano, tocca al santuario della Madonna nera di Viggiano, che dai suoi 1750 metri di altitudine domina l'area, e che rappresenta il più importante luogo di culto mariano della Basilicata. Da decenni, infatti, la venerazione della Madonna nera, proclamata protettrice della Basilicata nel 1991 da papa Giovanni Paolo II, rappresenta il filo conduttore di una religiosità che in tutta la regione ha radici profonde ed antiche. Basti pensare alle migliaia di persone che ogni anno affollano non solo il santuario ma anche la Basilica Pontificia che incornicia maestosamente il cuore del Centro Storico di Viggiano. Da settembre a maggio, infatti, sull'altare maggiore della Basilica è custodita la sacra effige della Madonna nera, opera lignea del tredicesimo secolo, rinvenuta – secondo la tradizione – nel quattordicesimo secolo sul monte che domina il paese della Val d'Agri. Ritenuta dalla devozione popolare un'immagine particolarmente miracolosa, l'effige della Madonna di Viggiano è una delle figure più venerate non solo della regione, ma di buona parte del meridione d'Italia. Essa raffigura la Vergine con in braccio il bambinello. Entrambi, poi, sono rappresentati con la carnagione scura per via del colore del legno (sia nel Seicento sia nel Novecento la statua lignea è stata dorata) e le loro sembianze riportano alla mente le pitture murali coeve. Insomma, un'immagine di notevole pregio artistico che si coniuga all'interessante valore architettonico e storico che ha anche la Basilica pontificia che custodisce al suo interno non solo un soffitto ligneo a formelle dipinte e bassorilievi in marmo bianco del Quattrocento, ma anche dipinti di pregio risalenti al Seicento ed all'Ottocento. I recenti restauri hanno, poi, riportato alla luce un altare battesimale di grande impatto emotivo che si aggiunge all'altare maggiore scolpito in marmo bianco con motivi ornamentali dell'Ottocento. E da qui che la Madonna nera si muove la prima domenica di maggio per essere trasferita nel santuario del Monte a dodici chilometri dal paese dove resta sino ai primi di settembre. La prima domenica del mese, infatti, con una processione che richiama migliaia di persone la sacra effige ritorna nella Basilica di Viaggiano. E' questo uno dei momenti più intensi e partecipati della fede delle genti lucane. Una processione che richiama migliaia di persone, di tutte le età, che accorrono per chiedere aiuto e protezione alla Madre celeste. A volte a piedi scalzi, percorrendo chilometri e chilometri, in alcuni casi portando in testa i cinti di candele ornate con nastri e fiori, intere famiglie giungono da tutta la regione, ma anche dalla Campania e dalla Calabria per la Madonna. E' il popolo di Maria che ogni anno rinnova la sua devozione ed il suo amore in una celebrazione dove si uniscono attesa, speranza e devozione. Ma la Basilica Pontificia non è il solo luogo di culto degno di attenzione. Interessanti sono anche la Chiesa di San Sebastiano a Viggiano, la Chiesa di Santa Lucia al Casale di Armento (dov'è custodita la statua di Kyriotissa opera lignea del Quindicesimo secolo) e le chiese di Marsiconuovo. Testimonianze non solo di una fede antica e di un passato glorioso, ma soprattutto occasioni per un nuovo sviluppo basato anche sul turismo religioso. (A.I)