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(RegioneInforma) SANTA MARIA DELL'ORSOLEO "GUARDIANA DEL POPOLO"

21 settembre 2004

© 2013 - foto_art_15.bmp

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(ACR) - Il convento-santuario di S. Maria dell'Orsoleo, nel territorio di Sant'Arcangelo, ha avuto sempre grande importanza, soprattutto sotto l'aspetto religioso, per tutti i paesi della media Valle dell'Agri. Orsoleo, come, del resto, tanti altri monumenti antichi, ha avuto uno strano destino: mentre è giunto fino a noi più o meno intatto il complesso esterno degli edifici, non è arrivato, invece, se non qualche raro documento del suo archivio, al contrario del vicino monastero di Carbone, di cui non resta altro che qualche rudere senza importanza alcuna e senza significato, ma del quale sono arrivati intatti moltissimi documenti originali, della massima importanza per la conoscenza dell'origine e dello sviluppo del grande centro monastico bizantino. A quattro chilometri da Sant'Arcangelo, in Basilicata, sorge l'antico convento di Santa Maria dell'Orsoleo; il monastero, che, fino alla metà del secolo XIX, fu sede provinciale dei Francescani Minori detti Osservanti, è posto al centro di una zona collinare estesa per circa duecento ettari. Nei tempi passati, buona parte del territorio era coperta da un fittissimo bosco, oggi, purtroppo, totalmente distrutto. Non si hanno notizie circa l'origine del Convento; nei più antichi documenti, il primo è del 1192, conservati nell'archivio della Badia di Cava, si parla già di Orsoleo che, perciò, si deve pensare come nome già conosciuto nella zona. Questo dimostra errate e leggendarie, come del resto, quasi tutte le spiegazioni eponime, le varie ipotesi nate, per la spiegazione del nome, piuttosto tardivamente nel corso dei secoli (un orso e un leone che sarebbero stati visti ai piedi della quercia in cima alla quale si trovava l'immagine della Madonna) e fa pensare a un'origine del nome più antica e razionale. La spiegazione più congrua per il nome Orsoleo sembra quella che lo fa derivare dalla lingua greco-bizantina. Secondo questa ipotesi, dunque, il vocabolo Orsoleo si spiega con un'etimologia basata sulle parole ouros (per metatesi urso o uros, che significa "guardiano, difesa, protettore) e leo (forma obliqua di leos che vuol dire popolo). La spiegazione sembra quanto mai appropriata all'ambiente, all'epoca e all'origine stessa dell'antico santuario la cui memoria più antica si perde nell'oscurità dei secoli, se si pensa che già nel primo documento di Cava si parla di un'antica cappella della Madonna esistente nella zona. Nei tempi lontani in cui, verosimilmente, dovette nascere e svilupparsi il culto mariano in questi luoghi, tempi di povertà estrema, di soprusi di ogni genere, di oppressione e di ingiustizie, di pericoli e di paure, soprattutto per le invasioni dei Saraceni, che dalle coste, risalendo il corso dei fiumi, arrivavano anche nelle contrade dell'interno,saccheggiando, rubando e uccidendo, era un conforto e un incoraggiamento per le popolazioni circostanti, guardare alla collina di Orsoleo, dove la Madonna vedeva i pericoli e proteggeva i suoi figli. Se alla fine del secolo XXII il nome in questione era già quello con cui comunemente si indicava la zona ove sorgerà,poi, il grande convento, si deve, ovviamente, pensare che l'origine della parola Orsoleo sia molto più antica e che, quindi, non possa riportarsi al periodo dei Fraticelli(sec.XXII XIV) cui si riferisce la suddetta leggenda dei pellegrini francesi Ursus e Leo, di cui parla anche il Gonzaga nella sua vasta opera sull'origine e sviluppo dell'Ordine francescano. E' lecito dunque, pensare a un tempo molto più antico(sec.X o prima) in cui in questa zona, insieme con il culto della Madonna, sarebbe nato l'appellativo Orsoleo riferito a Maria come Protettrice del popolo. Un altro importante documento che riguarda la chiesa di Santa Maria dell'Orsoleo è quello del 12 Novembre 1305, anch'esso conservato a Cava. In tale documento si dice che il Re di Napoli comanda al Giustiziere di Basilicata di far restituire al Vescovo di Anglona la Chiesa di Santa Maria di Orsoleo, divenuta quindi luogo di culto e pellegrinaggio, di molta devozione, sede di una Madonna miracolosa. Storicamente è certo che il Convento fu fondato da Eligio Della Marra. Era, questa, una delle famiglie più nobili del Regno di Napoli, originaria della Puglia. Una bolla Papale del 1474 parla della fondazione del Convento, richiesta da Eligio Della Marra, famoso al suo tempo per la ricchezza e la magnificenza, ma anche per la pietà e il sentimento religioso che volle edificare il nuovo Convento per i Padri Francescani e rinnovare l'antico culto e la devozione alla Madonna. Il Convento, nel corso dei secoli, è stato sede di Archivio, di cui purtroppo non è rimasto neanche un documento e, successivamente, vi si insegnò sacra teologia e filosofia. I Principi Carafa, succeduti nella conduzione del feudo di Sant'Arcangelo, diedero, aiuti vari al Convento ed è per questo che il complesso monastico e la Chiesa si arricchirono di molte opere d'arte, tra cui è opportuno ricordare l'"Adorazione dei Magi", il "Trionfo della fede, l'Annunciazione, la "Caduta della manna", la "Cattura di Cristo", il "Mosè, tutte attribuite al pittore Giovanni Todisco di Abriola.Sul frontone esterno della Chiesa si legge l'anno di conclusione dei lavori(1643). Nel 1738 essa venne restaurata ed arricchita di pregevoli stucchi. Durante il dominio di Ferdinando Colonna e di suo figlio Marcantonio, la Chiesa di Orsoleo si abbellì di una delle opere più pregiate: lo stupendo altare maggiore che, ancora oggi, si presenta come un'opera fantasiosa e geniale, unica per la sua genialità in tutta la regione. Con L'eversione delle leggi feudali del 1806 da parte di Gioacchino Murat e con la liquidazione dell'asse ecclesiastico successiva all'unità d'Italia, inizia anche per il complesso monumentale di Orsoleo un lento, inarrestabile processo di degrado, fino alla vendita a privati. Negli anni seguenti, il Convento fu ridotto a masseria, il grande chiostro divenne recinto per gli animali, mentre i locali affrescati, che un tempo erano stati biblioteca, refettorio, sala capitolare, divennero depositi di derrate o locali usati per la fattoria. Nel 1945 il complesso ospitò la scuola media autorizzata ed in seguito legalmente riconosciuta "Vittorio Alfieri". Dopo il trasferimento della scuola a Sant'Arcangelo, inizia un nuovo periodo di abbandono e di degrado che, solo con l'acquisizione dell'intero complesso da parte della Regione Basilicata, si avvia a nuova vita con minuziosi e periodici lavori di recupero e restauro, per regalare alla comunità, non solo "santarcangiolese", un luogo di rilevante interesse storico ed artistico di richiamo nazionale. (M.R.D.P.)

Redazione Consiglio Informa

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