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(RegioneInforma) L'EXPORT LUCANO PRIMEGGIA SULLE ALTRE REGIONI MERIDIONALI
23 settembre 2004
(ACR) - Quando si parla di economia purtroppo si pensa sempre al Mezzogiorno come ad un'enorme palla al piede di un'Italia ormai in marcia verso il grande sviluppo globale che la mette al livello degli altri paesi europei. E invece "il Sud è una grande opportunità", come dice Luca Cordero di Montezemolo, e la Basilicata primeggia fra tutte le altre regioni del meridione. Negli ultimi anni il grado di apertura dell'economia lucana verso altri paesi e altri mercati è enormemente aumentato: l'incidenza dell'export sul valore aggiunto ha raggiunto il 16,9 per cento. Se lo si confronta con la media nazionale (22,9 per cento) tale valore risulta essere cosa da niente, ma se lo si fa con quella delle altre regioni del Mezzogiorno (10,2 per cento) allora si che si può tirare un sospiro di sollievo. Un 6,7 per cento in più vorrà pur dire qualcosa! Eppure, soltanto una parte limitata del sistema produttivo lucano è presente sui mercati esteri, precisamente quello relativo alle auto e al mobile imbottito, che insieme costituiscono ben l'81 per cento dell'export complessivo. Ovviamente ciò rende la Basilicata, da questo punto di vista, estremamente vulnerabile, poiché in balìa di improvvise variazioni della domanda. Del resto, una delle caratteristiche dell'export lucano di questi ultimi anni è rappresentata proprio dall'elevata variabilità dei flussi tra un anno e l'altro. Al di là di questo, ciò che comunque si registra in questi ultimi anni in Basilicata è un netto miglioramento in campo economico, soprattutto nei settori legati all'industria e ai servizi. Questa tendenza è altresì confermata anche dall'8° censimento Istat sull'industria e i servizi in cui si prende in considerazione il decennio 1991-2001. Nel 2001 si riscontra un aumento complessivo di 2.370 unità rispetto al 1991, risultante soprattutto dalla crescita delle unità locali delle imprese (1.943) e delle istituzioni nonprofit (1.243), con una conseguente crescita dell'occupazione che nella provincia di Potenza tocca l'8,7 per cento, superando, seppure di poco, la media nazionale (8 per cento). La maggior parte degli addetti, sia a livello provinciale che nei capoluoghi di provincia, si concentra nel settore industriale e negli altri servizi. I due settori coprono il 79,3 per cento degli addetti alle unità locali delle imprese a Potenza, il 78,4 per cento a Matera. Rispetto al 1991 si riscontra un incremento degli addetti. Tuttavia, mentre per Matera tale incremento è più accentuato nel capoluogo rispetto alla provincia (14,7 rispetto a 1,7), per Potenza l'incremento è più consistente a livello provinciale. Il censimento del 2001 registra, rispetto alla rilevazione del 1991, un maggior numero di imprese nei settori delle attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, delle costruzioni, attività manifatturiere, alberghi e ristoranti, nei trasporti e telecomunicazioni ecc. Aumenta notevolmente, in termini di posti di lavoro, il peso relativo dell'industria manifatturiera nel settore della fabbricazione dei mezzi di trasporto che nel 2001 conta 8.120 rispetto ai 1.806 del precedente censimento. E in effetti, come già rilevato in precedenza, sono soprattutto i settori dell'industria manifatturiera e del mobile ad avere la meglio nelle esportazioni lucane. Inoltre, a conferma del buon andamento dell'export lucano, l'Istat rivela che nel 2003 ci sono anche altri settori in continua crescita, per esempio il settore dei prodotti petroliferi raffinati (+ 348,3 per cento), del cuoio e dei prodotti in cuoio (+ 328,1 per cento), del legno e dei prodotti in legno (+ 54,7 per cento), della gomma plastica (+ 6,42 per cento), dei metalli e prodotti in metallo (+28,7 per cento). Si tratta di ottimi risultati che dimostrano l'intraprendenza del sistema imprenditoriale della regione. Dal canto suo la Basilicata, in sintonia con il carattere propositivo che sembra caratterizzarla, e allo scopo di rilanciare la propria immagine anche fuori dai confini prettamente regionali, nonché proprio per "sregionalizzarsi" sempre di più, ha recentemente presentato un Programma di internazionalizzazione che prende il nome di "Print" (Piano Regionale per l'Internazionalizzazione). L'obiettivo primario che esso si propone è quello di migliorare le performance estere del «made in Basilicata». Si tratta di uno strumento di pianificazione e sostegno della crescita dell'attività di promozione e di sviluppo all'estero del sistema economico, culturale e istituzionale della Basilicata. Ed è proprio l'originalità metodologica, insieme alla modalità di elaborazione basata su un ampio confronto con il sistema economico regionale, a conferire al progetto in questione quel carattere di peculiarità che lo caratterizza. In breve gli obiettivi generali del Print possono riassumersi in 4 punti: assumere un ruolo di rilievo nel sistema delle relazioni internazionali e nelle politiche dell'Unione Europea attraverso la partecipazione a progetti internazionali di interesse strategico per la Regione; sostenere la crescita internazionale del sistema economico locale integrando le politiche di supporto alle imprese già attivate dalla Regione con interventi mirati ad accrescere i servizi specialistici, anche grazie ad un maggior ricorso all'uso delle tecnologie informatiche; migliorare l'offerta formativa regionale sui vari temi inerenti l'internazionalizzazione; attivare modelli organizzativi a supporto dei settori economici, culturali e istituzionali della regione, per potenziare l'azione programmatica regionale sull'internazionalizzazione. In conclusione, l'economia lucana appare connotata da alcuni tratti salienti dal punto di vista strutturale che collocano la regione su un trend di crescita superiore a quello del resto del Mezzogiorno, tanto che nel 2006, con ogni probabilità, la Basilicata avrà raggiunto un livello di sviluppo tale da collocarla fuori dall'Obiettivo 1 dell'Unione Europea. (K.S.)