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(RegioneInforma) SIGNIFICATIVA PRODUZIONE DI PROSCIUTTI IN VAL D'AGRI
24 settembre 2004
(ACR) - In passato era uno dei simboli della tradizione agro-pastorale, di quell'identità contadina che per decenni ha segnato il destino dei lucani. Oggi è il simbolo di una terra ricca di potenzialità, di un agricoltura florida proiettata sempre più verso il futuro. E' il prosciutto di Marsicovetere, caratteristico ed arroccato paese che dall'alto dei suoi 1037 metri circa domina la Val d'Agri. Un prodotto che si consumava già dal quarto secolo avanti Cristo, rinomato per le sue caratteristiche di genuinità e di bontà. D'altra parte, quella dei salumi è una delle tradizioni più antiche legate alle popolazioni della valle. Salsicce, soppressate e prosciutto, insaccati ed essiccati al fumo dei camini, per secoli hanno rappresentato un punto di riferimento nella tradizione enograstronomica della zona. In questo panorama, però, Marsicovetere è riuscito a distinguersi proprio per la lavorazione del prosciutto. Grazie ad un clima favorevole, ad una giusto percentuale di umidità, ad una stagionatura eseguita in sottani o cantine che non necessitavano di areazione, in paese si è sempre prodotto un ottimo prosciutto. Un alimento che non solo in Val d'Agri ma in tutta la regione è riuscito a farsi un nome. Valorizzare questo prodotto, farlo uscire dai confini locali, e soprattutto dargli un marchio tipico è uno degli obiettivi che si sta cercando di portare avanti. «Intendiamo promuovere e valorizzare il nostro prosciutto - commenta il sindaco di Marsicovetere, Michele Mazza - certo i numeri non sono eccessivi, ma stiamo parlando di un prodotto di nicchia rivolto agli estimatori». Quattro i principali produttori nella zona, per un quatitativo di circa 1500 prosciutti l'anno. Numeri non eccessivi ma significativi sul fronte della tradizione e della promozione. Per diffonderlo e commercializzarlo due le iniziative su cui l'Amministrazione del paese lucano punta: una sagra che da anni, ormai, si tiene nel mese di agosto ed un progetto dell'Alsia e della Comunità Montana dell'Alta Val d'Agri sulla filiera dei salumi. «La sagra è un modo per divulgare il prodotto e nello stesso tempo per attrarre i turisti - aggiunge il sindaco - Si è trattato, però, di un primo passo, a cui si è aggiunto il progetto della Comunità Montana a cui abbiamo partecipato come Comune con l'intento di contribuire anche a creare un mercato. Il vero problema è, infatti, avere un mercato per questi prodotti. Noi non intendiamo arrenderci e lavoreremo perché questo accada». E che l'interesse intorno ai salumi ci sia ,lo dimostra anche il fatto che proprio, nei giorni scorsi, un imprenditore belga ha fatto richiesta di un lotto nell'area Pip di Marsicovetere per realizzare una fabbrica di salumi e di prosciutti in particolare. Un dato incoraggiante anche se in attesa di nuove iniziative, comunque, sono in molti a contare sulla filiera dei prodotti tipici portata avanti dall'Alsia. Un progetto articolato che prevede di arrivare - tassello dopo tassello - alla creazione di un paniere di prodotti tipici, tutti certificati con il marchio dell'Alta Val d'Agri. Prevedendo anche regole precise per le diverse fasi della produzione: dall'allevamento alla trasformazione, dalla produzione alla commercializzazione. In modo di dare vita ad una vera e propria filiera dei salumi (tanto che sino ad oggi al programma hanno aderito 6 allevatori che producono circa 8000 capi l'anno). Per la lavorazione, poi, è stato disposto un disciplinare di produzione che stabilisce una serie di norme tra le quali l'igiene, il benessere e la sanità dell'allevamento (ossia non avere tanti animali per stalla); la buona pratica agricola (l'allevatore deve seguire sempre delle norme precise per la produzione), una precisa lavorazione per le carni ed una determinata stagionatura. «Il nostro obiettivo è arrivare alla commercializzazione di questi prodotti - aggiunge il responsabile dell'azienda sperimentale dell'Alsia di Villa d'Agri, Antonio Imperatrice - e farlo con un marchio di certificazione. Oltre ai salumi, ed al prosciutto in particolare, il paniere prevede anche altri prodotti come mele e formaggi». Il dato innovativo, però, oltre la certificazione è la tracciabilità delle singole produzioni. Grazie al progetto, infatti, chi acquista un prosciutto potrà risalire non solo ai metodi di trasformazione, ma anche all'allevamento ed agli animali che hanno dato vita a quel prosciutto. Insomma, un modo concreto non solo per garantire ulteriormente la genuinità del prodotto, ma soprattutto un'occasione per portare oltre i confini regionali le tradizioni e le bontà della Val d'Agri. «Certo, le produzioni non sono eccessive - commentano alcuni abitanti del paesino della Val d'Agri - ma il nostro prosciutto ha tutte le potenzialità per emergere». (A.I.)