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(RegioneInforma) "MUSICA E TRADIZIONE NELLA FESTA DELLA MADONNA DEL POLLINO"
24 settembre 2004
(ACR) - In questo volume sono raccolti gli atti e le testimonianze di un interessante convegno che la Pro Loco di San Severino Lucano, nell'agosto 2000, ha tenuto sul tema della festa della Madonna del Pollino. Al convegno, dal titolo "Musica e tradizione nella festa della Madonna del Pollino", hanno partecipato il Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Filippo Bubbico, Lucio Marino, Presidente della Pro Loco del Pollino di S.Severino Lucano, il Dr. Francesco Fiore, Sindaco del Comune di San Severino Lucano, il Dr. Mauro Tripepi, Presidente Ente Parco Nazionale del Pollino, e numerosi docenti Universitari. Scopo dell'incontro è stato quello di "fare il punto della situazione" su una delle manifestazioni più complesse e, al tempo stesso, più descritta, interpretata e studiata del calendario festivo del Sud Italia sia da cultori che da studiosi. Il convegno mette in luce la duplice prospettiva di recupero e di sviluppo di una delle zone più interessanti della Regione. Il tradizionale rito festoso della Madonna del Pollino, infatti, ha da sempre attirato l'attenzione di studiosi, cultori, viaggiatori, specialisti. La festa rappresenta uno degli eventi più importanti sul nostro territorio, che coinvolge sia i comuni lucani che quelli calabresi del massiccio del Pollino. "Si è voluto", secondo Marino, "dedicare alla festa, soprattutto alla musica e alle tradizioni, questa giornata anche perché se ne parlava da anni, ma non era mai stato fatto un convegno". "Ci sono molte testimonianze", continua Marino, "riguardanti soprattutto il momento della festa che si svolge il venerdì e il sabato che precedono la prima domenica di luglio, ma non è mai stata svolta una ricerca sui tre momenti salienti che caratterizzano la devozione alla Vergine del Pollino". Tutto il rito si compone di tre fasi: la salita al monte la prima domenica di giugno, la festa, il giovedì venerdì e sabato precedenti la prima domenica di luglio, la discesa dal monte a San Severino Lucano che cade nella seconda domenica di settembre. La salita al monte, la prima domenica di giugno, ha inizio il sabato con una solenne processione a San Severino Lucano e prosegue la domenica, con il lungo pellegrinaggio a piedi dal paese al Santuario (circa 17 chilometri) che dura tutta la giornata con una lunga sosta a Mezzana dove si svolgono più funzioni religiose. Giunti al Santuario i pellegrini si cimentano in balli, canti, suoni di organetti, zampogne, tamburelli dedicati alla Vergine sia all'interno che all'esterno della Chiesa. Prima di entrare i pellegrini compiono tre giri intorno al tempio, non si sa bene perché lo fanno, probabilmente perché i loro padri usavano in questo modo. Questa salita ha una sua logica particolare: i pellegrini compiono la fatica della salita per avere in cambio protezione da parte della Madonna stessa. Sul Santuario e sulla sua costruzione non ci sono documenti storici che provino la data di edificazione. Questa si fa risalire ai primi decenni del '700 e, secondo la tradizione, il Santuario fu edificato nel sito dove apparve la Vergine a un pastore e dove pare, fosse nascosta una statua della Madonna. Il sito è molto suggestivo nei giorni della festa, a luglio, quando dal giovedì alla domenica, migliaia di pellegrini si accampano nei pressi del tempio costruendo dei ripari con rami e frasche o, da qualche decennio, con tende e teloni. Infatti, alcune persone soprattutto nella notte tra il venerdì e il sabato dormono all'interno della Chiesa, qui si richiama il rito romano dell'"incubatio", cioè il fatto di addormentarsi in prossimità di templi taumaturgici per avere in sogno la strada da seguire, le prescrizioni terapeutiche per la guarigione. La giornata successiva rappresenta il momento delle celebrazioni. La Madonna viene portata all'esterno in processione, prima della quale la Madonna viene posta all'incanto, un'asta pubblica per aggiudicarsi il privilegio di poter trasportare la statua. Il sabato, poi, la festa finisce. I pellegrini cominciano a lasciare la montagna che ritorna al suo silenzio. Questo è lo svolgimento della festa rimasto inalterato negli anni e che è opportuno continuare a tramandare. La particolarità dell'incontro sta nell' aver voluto allo stesso tavolo sia gli studiosi che conoscono la festa sul piano etnografico, per mezzo di un'osservazione partecipante e solo per pochi giorni all'anno "sul campo", sia i protagonisti, i fedeli e i musicisti che vivono, è ovvio, l'evento in modo del tutto diverso e ne offrono, di conseguenza, significati diversi. (A.C.)