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(RegioneInforma) LE MALATTIE PIU' DIFFUSE NEI PAESI LUCANI
29 settembre 2004
(ACR) - La Basilicata detiene tristemente il quarto posto nella classifica nazionale per l'incidenza e la mortalità cardiovascolare, mentre si colloca in quartultima posizione per la prevalenza di malattie tumorali. E' questo l'allarme lanciato dal medico chirurgo barilese Giuseppe Mecca nel suo ultimo volume intitolato "La valutazione globale del rischio cerebro-cardio-vascolare - Identificazione dei soggetti a rischio - Morbilità e mortalità in Basilicata e confronti Nazionali – Incidenza e prevalenza delle malattie cerebro-cardio-vascolari a Barile". Il libro sarà presentato in occasione del 56° Congresso Nazionale Fimmg-Simef, che si svolgerà a Villasimus (CA) dal 4-9 ottobre prossimi. In anteprima Mecca illustra i risultati del suo lavoro: "Da un'attenta analisi – afferma il medico - emerge che in Basilicata si muore decisamente meno per tumore, mentre si paga un caro prezzo per l'incidenza e mortalità cardiovascolare. Ciò induce ad attivare con immediatezza programmi di educazione e di informazione sanitaria e una politica, a tutti i livelli, che intervenga in modo deciso e che affronti questa realtà non felice". A Barile il medico ha condotto uno studio, durato due anni, su un campione di 1.500 assistiti. I risultati di incidenza non sono confortanti: ipertensione arteriosa (17.8%), dislipidemia (4.0%), diabete mellito (4.2%), sindrome plurimetabolica (9.53%), soprappeso-obesità (14%), disturbi ansioso depressivi (7.2%), cardiopatia ischemica (3.0%), scompenso cardiaco (10.7%), tabagismo (26.3%), ictus (1.0%). "Sfuggono a questa osservazione – avverte Mecca – una percentuale non certo bassa di assistiti in apparente benessere che non fanno ricorso ad un controllo clinico". Quali le cause di questo fenomeno? "In Basilicata abbiamo un comportamento strano. Per esempio, in alcune regioni del Nord – continua il medico di Barile – si beve di più in termini assoluti (nel senso che si ha un consumo totale di bevande alcoliche molto alto), mentre qui da noi la percentuale più alta è quella relativa (la media procapite di consumo di vino è di mezzo litro)". Sotto accusa gli stili di vita dei lucani. In Basilicata il 43,2% della popolazione di sesso maschile è in soprappeso, una percentuale più alta rispetto a quelle del Mezzogiorno (42,4%) e dell'Italia (38,2%). Stessa situazione per il popolo delle donne lucane: Basilicata (27,2%), Italia (24,3%). I dati sull'obesità non sono migliori. Nove uomini lucani su 100 sono obesi. Le percentuali scendono nel Mezzogiorno (8.3%) e nel resto d'Italia (7.1%). Ancora più preoccupanti i dati sulle donne: obese quasi 12 lucane su 100 contro l'8.8% delle altre donne del Sud ed il 6.7% di quelle italiane. I lucani si dimostrano poi grandi bevitori. Più alta è la percentuale (+ 2-3%), rispetto al dato nazionale, di persone che consumano oltre mezzo litro di vino al giorno. Il dato sul consumo di tabacco in Basilicata è inferiore a quello che si registra nell'intero Mezzogiorno e in Italia. Fuma comunque il 23% della popolazione. Questi stili di vita scorretti portano a delle conseguenze negative in termini di incidenza e prevalenza delle malattie cardio-vascolari. Le patologie più frequenti sono disturbi circolatori celebrali, cardiomiopatie e diabete. La prevenzione diventa fondamentale: "E' importante un approccio multidisciplinare per la valutazione del rischio – afferma l'autore del volume - nonché una revisione delle linee guida per l'identificazione e la terapia dei pazienti a rischio di sviluppare malattie cerebro-cardio-vascolari. L'identificazione dei fattori di rischio di tali patologie rappresenta un importante compito non solo di tutta una serie di specialisti (dietologo, psicologo, psichiatra, diabetologo, endocrinologo, cardiologo, internista, geriatra, nefrologo, neurologo, farmacologo) ma anche e soprattutto del medico di famiglia, che ha un rapporto più frequente e confidenziale con i pazienti". Secondo il medico l'attenzione deve essere spostata dalla stima di uno o più fattori di rischio, considerati singolarmente, alla valutazione del rischio individuale globale. Esso viene calcolato partendo dall'età e dal sesso del soggetto e combinando questi dati con i valori della pressione arteriosa sistolica e diastolica, della colesterolemia totale e Hdl e dei trigliceridi, del diabete e dell'insufficienza ventricolare sinistra, della storia familiare e personale di malattia vascolare, del soprappeso, dell'attività fisica, del tabagismo, dell'abuso di alcol e della corretta alimentazione. Ne deriva che questi algoritmi permettono di identificare i soggetti con elevata probabilità di essere colpiti da un evento vascolare a breve o medio termine e che, pertanto, possano avvalersi di un intervento sui fattori di rischio evidenziati. (R. A.)