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(RegioneInforma) L'EMIGRAZIONE LUCANA DI DON UGO CALABRESE

18 ottobre 2004

© 2013 - emigrazione.jpg

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(ACR) - "L'emigrazione lucana in Uruguay e Paraguay" è il titolo del volume presentato presso la biblioteca comunale di Tito, in provincia di Potenza. L'opera, di don Ugo Calabrese, racconta l'emigrazione dalle terre lucane a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo. Si tratta per lo più di un libro-inchiesta in cui storie, aneddoti e racconti si intrecciano in una grande odissea. D'altronde uno dei modi più efficaci per capire la mentalità dell'emigrazione è la memoria dei protagonisti, o come in questo caso, dei discendenti dei primi emigranti. Ed ecco la realtà diventare racconto, storia, rappresentazione. Al di là dell'apparente scientificità del testo, ciò che prima di tutto si compie è puntare l'attenzione verso un fenomeno che coinvolse una gran quantità di lucani : l'emigrazione per l'appunto. Povertà, mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro gli elementi che principalmente la provocarono. E proprio su questi argomenti si è snodata la ricerca di don Ugo Calabrese, incaricato dalla Diocesi lucana a seguire il settore dell'emigrazione estera. Frutto di un'attenta indagine sul campo e a stretto contatto con quelli che sono i discendenti dei primi emigrati, la fedele trascrizione di quanto riaffiora in termini di memoria, di conoscenza e di dati storici, fa del testo un'autentica opera di ricerca scientifica. O, come l'autore l'ha definita, «un dovuto atto di gratitudine nei confronti degli emigrati» che sempre gli ricordarono il senso di "missionarità" della Chiesa. A partire dai paesi lucani furono anche molti sacerdoti insieme ai loro parrocchiani, soprattutto da Brienza, apportando un notevole contributo alla Chiesa latino-americana nella laboriosa opera pastorale di formazione, educazione e sostegno a quelle comunità di neo-formazione fatte soprattutto di gente venuta da lontano. Il mito di un mondo fatto di libertà, fraternità e uguaglianza che periodicamente nasce nella storia dell'uomo, quella volta si era trovato il volto dell'America. Così a partire dal 1868 i tanti lucani emigrati in Uruguay e Paraguay contribuirono al contesto socio-economico di quei paesi, in termini di sacrificio e laboriosità. Furono in tanti a trasformarsi da operai in imprenditori e i settori erano vari: dai negozi di abbigliamento e case di moda alle industrie farmaceutiche, dalle imprese edili e laboratori di oreficeria alle fabbriche di mosaico e così via. Ma i lucani, insieme alla loro laboriosità e dedizione, portarono con sé anche i culti a cui erano devoti. Ne conseguì un gran proliferare di processioni, pellegrinaggi e feste in onore della Madonna e dei Santi Patroni. Ancora oggi risulta forte il mantenimento delle proprie radici da parte dei lucani "in esilio". In un certo senso, da questo punto di vista, è come non essere mai partiti poiché la devozione ai santi, alle feste religiose e popolari dei paesi di origine testimoniano questo filo continuo e mai reciso con la propria terra. Così anche fuori dai confini regionali la Basilicata conserva una forte e ben definita identità culturale, a testimoniarlo sono anche i tantissimi iscritti alle Associazioni di Lucani nel mondo, orgogliosi di questo saldo senso di appartenenza che li connota. A onor del vero, l'emigrazione, seppure con dei picchi in particolari periodi, ha spesso caratterizzato la storia del popolo lucano. Pertanto, non c'è bisogno di andare a scavare in un lontano passato: si pensi all'attuale rischio spopolamento di molti paesi, soprattutto dell'entroterra, o alla fuga dei "cervelli" in cerca di spazi idonei adatti alle loro competenze. Eppure, dando alla cosa una valenza positiva, l'emigrazione quella di ieri e quella di oggi, la si può vedere come un modo per far conoscere e per portare un pezzo della nostra terra, con le sue tradizioni e le sue culture, in ogni parte del mondo. E non c'è dubbio che un poco di cultura lucana viva ovunque vi sia anche un solo rappresentante di questa regione, terra di grande e antica civiltà. (K.S.)

Redazione Consiglio Informa

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