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(RegioneInforma) L'UVA COME SIMBOLO DI PROSPERITA' E DI RICCHEZZA

08 novembre 2004

© 2013 - uva.jpg

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(ACR) - L'uva come simbolo di prosperità e di ricchezza. Se in passato questo era un semplice auspicio benaugurale, oggi, proprio all'uva sono legate le potenzialità di sviluppo di interi territori. Vino e vitigni costituiscono, infatti, una vera e propria risorsa, capace di portare sviluppo sia dal punto di vista occupazionale sia da quello economico. A questo non sfugge una delle zone maggiormente vocate dal punto di vista agricolo della regione, a metà strada tra la bassa Val d'Agri ed il Senisese: il comune di Rocconova. Piccolo paese di epoca normanna, forte di un'economia legata prevalentemente all'agricoltura, attualmente può vantare la produzione di uno dei migliori vini della Basilicata, il Grottino. Un vino dal gusto delicato ed intenso, dal coloro rosso rubino e dal sapore pieno, che ha tra le sue peculiarità quello di essere «invecchiato» in antiche grotte scavate nel tufo ed adibite a cantine. Un ambiente particolarissimo, con un determinato tasso di umidità, che rende il vino decisamente unico. Conosciuto sin dall'antichità, come dimostrano i ritrovamenti di numerosi vasi nei ricchissimi corredi funerari nell'area della bassa Val d'Agri, è in epoca romana che del «nettare di Bacco» di Roccanova si trovano precise notizie storiche. Una fra queste è legata al naturalista Plinio Gaio Secondo il vecchio che nella sua «Historia Naturalis» racconta di un vino che aveva guarito Messale Potito e che veniva proprio dalla bassa Val d'Agri. Passano i secoli ma il vino prodotto nel paese della Val d'Agri continua ad essere un punto di riferimento. Ad inizio Ottocento, ad esempio, altre fonti bibliografiche lo citano, tra questa una «Statistica murattiana» che parlando dei vigneti di Roccanova li definisce eccellenti. Certo, il nome «Grottino» sarà introdotto solo successivamente, ma i vigneti del paese lucano, già in passato, potevano vantare un vino di ottima qualità. Un nettare cresciuto e migliorato con il tempo, tanto da ottenere la certificazione di indicazione geografica tipica. Un riconoscimento cercato con decisione ed ottenuto quattro anni fa, a coronamento delle giuste aspettative per il paese e per la sua gente. Quello del marchio Igt, però, è stato solo il primo passo, perché ora Roccanova ha deciso di puntare al riconoscimento doc. Una certificazione di deniminazione di origine controllata che potrebbe consentire al Grottino di entrare a pieno titolo nel panorama italiano dei vini d'autore. Di qui, la richiesta avanzata dall'Amministrazione comunale di ottenere la doc e l'avvio del relativo iter procedurale con una serie di incontri e riunioni con i responsabili dell'Alsia (l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura) ed i vertici del Dipartimento Agricoltura della Regione. Incontri finalizzati alla creazione di un Comitato promotore per il riconoscimento della doc e di un relativo disciplinare di produzione. «Ci siamo definiti il Paese del vino -precisano alcuni rappresentanti dell'Amministrazione comunale - e per questo ora intendiamo andare oltre, guardando più avanti e con una maggiore specificità a questo prodotto». Insomma, cercando di trasformarlo in una concreta occasione di promozione. Al di là delle intenzioni, però, il primo passo da fare è quello di individuare al massimo tre varietà di vitigni da coltivare, privilegiando quelli autoctoni. Una prima «selezione naturale» che permetterebbe al vino di avere una ulteriore particolarità e raffinatezza. Per questo, comunque, diventa indispensabile accelerare i tempi per far nascere il Consorzio di tutela. Solo attraverso la costituzione di un' associazione di produttori che porti all'aumento delle cantine in attività (che sino ad oggi sono tre) infatti, diventa possibile intersecare il tassello successivo: realizzare un disciplinare di produzione che preveda regole ferre per l'impianto e la coltivazione dei vigneti, e per la lavorazione e l'invecchiamento del vino. Un passaggio che non potrà avvenire in tempi brevi, soprattutto, se si considera che sino ad oggi sono state decine le varietà di vigenti coltivate nella zona di Roccanova. Un numero che dovrà essere decisamente ridimensionato, così come previsto dalla normativa del Ministero per le Politiche Agricole. Insomma, questioni tecniche e problemi burocratici che non renderanno brevissimo l'iter per la certificazione. In ogni caso, a Roccanova, sono in tanti a scommettere su questo settore. Basti pensare che alla Regione Basilicata le domande per investire sul «Grottino» sono aumentate vertiginosamente, arrivando ad oltre 70 ettari rispetto agli 11 concessi. Ma questo è un dato destinato a crescere ancora, soprattutto se si tiene presente che la viticoltura nel paese della bassa Val d'Agri sta diventano un settore trainate sia per l'economia sia per l'occupazione. (A.I.)

Redazione Consiglio Informa

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