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(RegioneInforma) LA CORRETTA ALIMENTAZIONE E' FATTA ANCHE DI ORTAGGI
08 novembre 2004
(ACR) - La salute passa per l'alimentazione, o meglio per una corretta ed equilibrata alimentazione. Lo dicono i medici, lo dimostrano le statistiche, lo confermano gli studi clinici sulle varie patologie. Ed una corretta alimentazione è fatta anche di ortaggi e verdure. Cipolle, vino, pomodori e cavolfiori, ad esempio, aiutano a combattere i radicali liberi e le malattie cronico-degenerative come il cancro. Per questo rappresentano una ricchezza da tutelare e valorizzare sempre di più. Come nel caso del cavolfiore della Valle dell'Ofanto, un ortaggio di notevole pregio che si caratterizza non solo per le sue qualità organololettiche ma anche per essere tra quelle verdure che aiutano a combattere i tumori in maniera più concreta rispetto ad altri prodotti. Tutto merito di alcune sostanze dette glucosinolati. Un gruppo di composti che contengono zolfo, naturalmente presenti nei vegetali appartenenti alla famiglia delle Brassicacee.In particolare, alcuni studi epidemiologici hanno dimostrato come i composti di degradazione dei glucosinolati possiedano proprietà anticancerogene che aiutano a combattere lo sviluppo del tumore ai polmoni ed all'apparato digerente. Indubbie proprietà benefiche a cui non sfugge il cavolo broccolo coltivato tra la valle del fiume Ofanto e la piana di Gaudiano. Anzi, alcuni studi avrebbero dimostrato che il prezioso ortaggio conterrebbe quantità importanti di questa sostanza. Grazie anche alle condizioni di quei terreni alluvionati che costituiscono la peculiarità di questa parte della regione. Così le caratteristiche anti-cancerogene unite alla qualità ed alla tipicità rendono questo prodotto indubbiamente interessante. Tanto che i produttori di quel fazzoletto di terra al confine con la Puglia, hanno deciso di unirsi, dando vita ad un Consorzio, per dare il via ad un percorso che porti ad un marchio di qualità e che caratterizzi gli ortaggi già dalla raccolta in corso (che dovrebbe concludersi nel mese di maggio del prossimo anno). Una certificazione che rappresenti non solo una garanzia per il consumatore ma anche un modo per contraddistinguerlo dalle produzioni che provengono da altre regioni. In questo modo, il cavolfiore si trasforma in un simbolo, in una sorta di bandiera di chi la salute vuole favorirla anche a tavola. D'altra parte, le potenzialità ci sono. Tra le inflorescenze di questo prodotto, infatti, si nasconde sia una miniera per la salute sia una grande opportunità economica ed occupazionale per la zona. Di qui, l'idea di lavorare per promuoverlo come prodotto di qualità. Così per passare dalla parole ai fatti, oltre al Consorzio di produttori, è stato realizzato dalla Camera di Commercio uno studio affidato a due professori dell'Università degli Studi di Basilicata che aiuti a ricostruire il passato, il presente ed il futuro di questo ortaggio. Questo, però, rappresenta solo un tassello di un mosaico più complesso perché l'intento è quello di arrivare ad una certificazione comunitaria. Un riconoscimento che consenta di contraddistinguere il cavolo-broccolo lucano sui mercati italiani, favorendone indirettamente anche la coltivazione. D'altra parte, quell'ortaggio dall'odore fortissimo, è da decenni prodotto in quel territorio che va dalla Valle a Gaudiano, da Lavello a Barile. Una terra che se cinquant'anni fa era in bilico tra povertà e malaria, oggi può vantare una vera e propria rinascita che passa per molti fattori. Agricoltura, turismo enogastronomico, storia ed ambiente ad esempio. Elementi che trovano un comune denominatore anche nel cavolfiore. Ora sette aziende si sono consorziate, hanno approvato un disciplinare di produzione che fissa regolee ferre per la coltivazione e la raccolta, ed hanno dato deciso di lavorare per arrivare ad un marchio di qualità. Circa seicento gli ettari di produzione per 160 addetti. Numeri indubbiamente destinati ad aumentare (così come i produttori che aderiscono al programma) soprattutto se si considera che l'obiettivo principale dell'iniziativa è quello di arrivare a conquistare sia i mercati italiani sia quelli stranieri. Già, perchè una capillare commercializzazione rappresenta la vera conquista non solo per il cavolfiore ma anche per le altre produzioni tipiche di cui la regione in generale ed il Vulture-Melfese in particolare sono ricchi. «Dopo le iniziative sul salsiccia di Picerno abbiamo deciso di dare una giusta vetrina a questa produzione - ha precisato il presidente della Camera di Commercio di Potenza, Pasquale Lamorte - per stimolare il dibattito tra gli esperti e per creare un legame sempre più stretto con il territorio, al fine di dare anche la giusta remunerazione ad una produzione di qualità». (A.I.)