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(RegioneInforma) "ZANARDELLI E LA BASILICATA CENTO ANNI DOPO"

16 novembre 2004

© 2013 - libro_zanardelli.jpg

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(ACR) - Il libro, dal titolo "Zanardelli e la Basilicata cento anni dopo" nasce in seguito al convegno organizzato dall'Associazione degli ex Parlamentari e Consiglieri regionali di Basilicata sulla visita che Zanardelli fece in Basilicata nel 1902, convegno al quale hanno partecipato illustri personaggi come i Sindaci di Brescia e di Matera, il Presidente del Consiglio Regionale, ex Consiglieri regionali, Professori universitari. Il convegno ha voluto ricordare, adeguatamente, con studi e riflessioni, il viaggio di Zanardelli in Basilicata del 1902, reso memorabile perché, per la prima volta, un Presidente del Consiglio volle rendersi conto di persona, in due settimane di cammino, in merito alle condizioni economiche e sociali di una delle provincie più povere e sconosciute della Penisola. Certamente, cento anni fa, la Basilicata versava, in tutti i campi, da quello dell'istruzione e dell'igiene a quello agrario ed economico, dal sistema ferroviario a quello industriale e bancario, in condizioni, a dir poco, disastrose. L'unica via per sopravvivere era l'emigrazione che consentì di ridurre la pesante disoccupazione che opprimeva la regione. Infatti, nell'arco di cinquant'anni, la popolazione lucana diminuì costantemente, raggiungendo la massima punta di calo demografico all'inizio del Novecento. Il paesaggio della Basilicata si presentava spoglio, con un'economia in prevalenza cerealicola-pastorale, con una piccola percentuale di territorio alberato e di coltura intensiva, in cui i contadini vivevano di un'agricoltura ancora primitiva. Pesavano, inoltre, sulla regione la scarsità di sbocchi commerciali, l'assenza di strade, di ferrovie, la difficoltà di accedere ai capitali monetari, la tendenza dei braccianti a emigrare. Ancora più impressionanti erano le condizioni relative all'igiene, alla mortalità, alla consistenza delle organizzazioni operaie e contadine. Nei primi anni del ventesimo secolo gli analfabeti erano oltre il settantacinque per cento della popolazione. Anche l'organizzazione sociale risultava pressoché inesistente, scarsissime erano le organizzazioni politiche e sindacali e la Basilicata, a differenza delle altre regioni italiane, era priva delle Camere di Lavoro e aveva la più bassa quota di leghe dei lavoratori. A tutto ciò si aggiungeva l'inesistenza di istituti bancari in grado di incrementare gli investimenti locali. A tutti questi primati negativi, si accompagnava la situazione disastrosa delle condizioni igieniche; altissima era la frequenza delle morti per malattia dell'apparato digerente, per la malaria e per il tifo, anche il tasso di mortalità infantile era molto alto rispetto al resto del Paese, pari a oltre il 30% della popolazione minorile. Fu proprio la conoscenza di tali condizioni, che indusse Zanardelli nel settembre 1902, all'età di settantasei anni, a visitare per esteso la Basilicata, primo Presidente del Consiglio dei Ministri a rendere omaggio alla regione. Fu un viaggio massacrante che, però, consentì a Zanardelli di rendersi conto della miseria della regione. Fu accolto con tutti gli onori dalle popolazioni dei numerosi Comuni che visitò, sicure di un suo intervento per migliorare le proprie condizioni. Al termine della sua visita, il Presidente Zanardelli ritornò a Roma e nei mesi immediatamente successivi, coerente con gli impegni assunti, affidò all'ingegnere capo del Genio Civile di Cagliari, Eugenio di Sanjust, l'incarico di raccogliere tutti i documenti stilati e raccolti durante il viaggio e di compilare una relazione generale sui problemi locali. Ne nacque un dossier di grande interesse ancor oggi, trattandosi non di uno studio fatto a tavolino, ma di una verifica diretta fatta sul territorio. Tutto quel materiale fece da supporto ad una Proposta di legge speciale per la Basilicata, proposta che, presentata il 28 giugno 1903, fu discussa nel febbraio del 1904 e promulgata il 31 marzo 1904. Zanardelli, però, non c'era più, essendo scomparso tre mesi prima. La legge, anche se non produsse cambiamenti strutturali, ebbe almeno il merito di migliorare i servizi, offrendo assistenza tecnica all'agricoltura, con la comparsa di strade, trattori, acquedotti e, nel contempo, di tratti di ferrovie, riuscendo a ridar fiducia alle popolazioni meridionali nei confronti del nuovo Stato, avvertito, finalmente, come meno lontano. La legge n.140 del 31 marzo 1904, approvata dal Governo Giolitti a seguito delle dimissioni e della successiva morte di Zanardelli si articolava in titoli e in sezioni. Il Titolo Primo della Legge prevedeva la costituzione della Cassa Provinciale di Credito Agrario, direttamente controllata dal Ministero dell'Agricoltura per la costruzione di case coloniche, di stalle razionali, di strade poderali, di opere per provvedere ai fondi d'acqua potabile e d'irrigazione, al rimboscamento. Prevedeva, poi, la costituzione, in ogni Comune, di una Cassa Agraria con la facoltà di concedere prestiti in grano, in danaro, in attrezzi rurali, in acquisto di terreni. Il Titolo Secondo disciplinava la costituzione di un patrimonio fondiario erariale e provinciale per essere venduto o concesso in enfiteusi. Il Titolo Terzo riguardava il rimboschimento e la conservazione dei boschi, la costituzione del Corpo Forestale per i necessari controlli. Il Titolo Quarto definiva gli interventi per le opere pubbliche: l'utilizzazione gratuita delle acque a scopo industriale e d'irrigazione, la costruzione di nuove strade, il completamento delle tratte ferroviarie. Il Titolo Quinto disciplinava le agevolazioni tributarie attraverso lo sgravio dell'imposta sui terreni nell'attesa della formazione del nuovo catasto fondiario, l'abolizione della tassa comunale sul bestiame. Il Titolo Sesto riguardava i provvedimenti scolastici con cui i Comuni e la Provincia venivano esonerati dai contributi dovuti allo Stato, venivano disposti contributi per la Scuola d'Arte e Mestieri di Potenza. Il Titolo Settimo stabiliva l'istituzione di un Commissariato Civile per provvedere all'esecuzione delle opere pubbliche. La legge, però, trovò lenta e graduale attuazione, e non ebbe gli effetti sperati. Il primo limite fu l'incoerenza tra i finanziamenti concessi e la mole delle opere da realizzare. Gli stanziamenti previsti dalla legge, oltre che diluiti nel tempo, risultarono inadeguati per l'enorme numero dei problemi insoluti. Il merito più grande di Zanardelli fu di aver saputo cogliere, primo Capo di Governo in Italia dopo l'Unità, i problemi del Paese e di aver saputo mantenere le promesse, per quanto gli fu possibile, impegnando tutta la sua attività e il suo gran talento al servizio della democrazia. L'estenuante viaggio effettuato in Basilicata con molti giornalisti al seguito, consentì di conferire la dimensione nazionale al problema del Mezzogiorno, oltre che sul piano politico, anche sul piano morale. Egli nel suo viaggio volle ascoltare tutti e dichiarò che intendeva ricevere liberamente quanti avessero voluto presentarsi da lui, anche gente umile. "Tale decisione, raccontano le cronache, fu favorevolmente commentata, tutto il paese fu in festa. Appartenenti a tutte le condizioni sociali, furono accolti ed ascoltati con grande cordialità" e di tutto prese nota per iscritto. Le richieste più frequenti che furono fatte al Presidente Zanardelli dalle autorità locali, sindaci e consiglieri provinciali, di paese in paese, riguardarono la ferrovia, grande mito del secolo, insieme con scuole, con strade, rimboschimento e incanalamento delle acque per contenere il fenomeno della malaria. Al nome di Zanardelli furono legati importanti provvedimenti: va ricordata, innanzitutto, la riforma del codice penale, nell'ambito del quale fu abolita la pena di morte, fu sancita la libertà di sciopero, riunione e associazione. Quanto ai provvedimenti di natura economica e sociale, notevoli furono l'abolizione del dazio sulla farina e l'introduzione di una rigorosa normativa sul lavoro minorile e femminile. Tentò inutilmente l'introduzione del divorzio, presentando un apposito Disegno di legge. Tutta la documentazione specifica relativa al viaggio di Zanardelli in Basilicata è conservata nell'Archivio Centrale dello Stato a Roma, nel fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri, e nell'Archivio di Stato di Potenza. In conclusione, si può affermare che l'inchiesta di Zanardelli del 1902 e la successiva Legge speciale per la Basilicata del 1904, da lui promossa, costituiscono i primi elementi significativi di intervento straordinario dello Stato nel Mezzogiorno, proponendo per la prima volta all'attenzione dello Stato la situazione, i problemi del Mezzogiorno. Zanardelli era infatti convinto che risollevare da una profonda arretratezza alcune aree avrebbe giovato all'intera nazione. (A.C.)

Redazione Consiglio Informa

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