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(RegioneInforma) LA PANTEOLOGIA TRAINA LO SVILUPPO DEL POLLINO
21 novembre 2004
(ACR) - La paleontologia come settore trainante per il turismo. Lo studio delle tracce del passato più remoto come mezzo per promuovere il territorio. Se l'archeologia ha trovato terreno fertile in tutta la regione, con segni concreti di una grande progenie, è altrettanto vero che l'area sud costituisce uno dei bacini privilegiati in questo settore, un'area di scoprire e valorizzare. Cersosimo, Rotonda, Viggianello rappresentano alcuni degli esempi più eclatanti.Paesi di notevole bellezza che racchiudono tra le loro mura le testimonianze di un passato glorioso ed interessante. Dalla preistoria all'epoca indigena. Dai Greci ai Romani, al Medioevo. Tracce di genti abili e di insediamenti avanzati. Come nel caso di Rotonda, dove, ad esempio, ha trovato segni importanti la paleontologia. Proprio nel paesino della Valle del Mercure, infatti, una ventina di anni fa - durante una campagna di scavi - furono trovati i resti di un «Elephas antiquus italicus» pleistocenico ed altre testimonianze di vertebrati fossili della stessa epoca. Un animale preistorico, di cui è esistente solo un altro esemplare in Italia, che al momento è possibile ammirare nelle stanze del museo di Storia naturale di Rotonda, ma che a breve potrebbe avere una nuova sistemazione. Il Comune ha, infatti, avviato un progetto per la realizzazione di una sede idonea in grado di far ammirare nella sua interezza ed in maniera eretta lo scheletro dell'animale. Già, perché oggi sull'archeologia Rotonda ha deciso di investire concretamente. Primo tassello di questo mosaico un accordo tra Amministrazione e Soprintendenza ai Beni archeologici per la realizzazione di una nuova campagna di scavi, ad oltre vent'anni dall'ultima. Un milione e cinquecentomila gli euro che sono già stati stanziati e che saranno finalizzati principalmente allo studio delle particolarità geografiche e fossili non solo di Rotonda, ma di tutti quei comuni della Valle del Mercure che sino ad oggi non sono stati interessati da ricerche paleontologiche (tutti i reperti che saranno trovati, poi, verranno custoditi nel museo di Rotonda). Insomma, un progetto articolato che ha due finalità: ritrovare nuove fossili che aiutino a ricostruire la Storia della zona e soprattutto sfruttare le memorie del passato per fini turistici. D'altra parte, a confermare questo rinnovato interesse sono i numeri. Quelli a tre zeri. Come i 5000 visitatori di tre anni fa o i 13mila di quest'anno. Cifre che dimostrano un interesse concreto verso la Storia e le sue testimonianze.Ma Rotonda non è solo preistoria. Tra le sue mure vi sono segni di epoca romana e medioevale.Secondo alcune testimonianze il centro, infatti, sarebbe stato costruito sulle fondamenta dell'antico sito di «Neruulum», area romana realizzata lungo la via Popilia. In epoca normanna, però, il centro diviene uno dei più importanti della zona sino a quando nel Cinquecento viene incorporato nel ducato dei Sanseverino. E nel feudo dei Sanseverino rientrano anche il comune di Castelluccio inferiore e quello di Viggianello. Il primo di epoca più recente, il secondo sorto sul sito della fortificazione romana «Castrum Byanelli» e cresciuto in epoca normamma come una piccola fortezza su cui sorse il castello dei Sanseverino. Ma non è solo la valle del Mercure ad essere una miniera dal punto di vista archeologico. L'intera area sud può vantare un patrimonio storico di tutto rispetto. La dimostrazione più evidente viene da Cersosimo, dove nel corso di una recente campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza ai Beni archeologici della Basilicata sono venuti alla luce i segni di un insediamento indigeno di notevoli dimensioni. Un edificio monumentale, in una zona periferica del paese località Castello, realizzato con una tecnica di costruzione ritenuta raffinatissima per l'epoca. La struttura risalente al IV secolo avanti Cristo è stata realizzata in più fasi ed è composta di più ambienti, tra i quali un magazzino dove gli archeologi hanno ritrovato diverse granaglie tra cui semi di orzo, grano e piselli. Ritrovamenti interessanti che costitiscono una concreta opportunità per raccontare la quotidianità delle popolazioni dell'epoca. Insomma, elementi interessanti che provano concretamente l'importanza di alcuni paesini del Lagonegrese nello scacchiere storico lucano. Un territorio ricco di reperti che oggi costituiscono una ricchezza che le Amministrazioni intendono sfruttare a pieno per attrarre flussi di visitatori. Amanti dell'archeologia e dell'arte che potranno trovare nei siti già venuti alla luce ed in quelli che in fase di studio dati di notevole interesse. Diversi i progetti che sono stati presentati e finanziati, con l'obiettivo di passare dalle parole ai fatti. (A.I)