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(RegioneInforma) "LA PROBABILITÀ E LA STATISTICA NELLA SCUOLA MEDIA"
23 novembre 2004
(ACR) - Il testo scritto da Sonia D'Elia intende costituire un valido supporto, una proposta didattica, un'esperienza di lavoro prodotta "sul campo". L'applicabilità di questo studio, anche in ambiti che esulano dalla scienza e dalla tecnologia, rendono il lavoro molto interessante. La metodologia proposta dalla D'Elia, si basa sostanzialmente sulla probabilità e la statistica, ovvero quelle scienze che attengono a discipline come la fisica, la tecnica, la matematica, l'algebra, l'informatica e così via. Rientrano, cioè, in quelle categorie del pensiero analitico e supportano l'azione pragmatica nella risoluzione dei problemi. L'obiettivo che il lavoro insegue, attraverso l'analisi e la sperimentazione condotta, nell'arco di un anno, tra i banchi della scuola media del capologuo lucano, è quello di mostrare come l'applicazione della probabilità e della statistica sia possibile anche nella scuola. La stessa autrice, nell'introduzione al testo, dove vengono esplicitati gli obiettivi generali e quelli specifici dei programmi scolastici Ministeriali, afferma che le due categorie "risultano essere una novità nell'ambiente scolastico italiano, mentre in quasi tutti i paesi del mondo sono considerate un bagaglio indispensabile per il cittadino". In particolare, l'intento è quello di mettere in condizione la Scuola di essere al passo con i tempi e di rivalutare alcune materie, come la matematica. Questa disciplina, infatti, si sta imponendo, sempre con maggiore forza nella programmazione ministeriale, in quanto essendo un linguaggio tecnico e specializzato, sviluppa, tramite un'attività di tipi euristico, intuizione e la dimensione del rapporto matematica-realtà. Inoltre, nelle 20 lezioni, correlate ognuna da relativa scheda tecnica e dedicate all'esposizione del concetto di probabilità e quello di statistica, l'autrice evidenzia che i ragazzi possono essere sollecitati attivamente al ragionamento, a sviluppare l'attività del pensiero intuitivo. In più, gli allievi, opportunamente seguiti, riusciranno ad organizzare meglio la struttura del pensiero abituandolo al calcolo, alla sintesi e alla risoluzione dei problemi nel modo più semplice e diretto. Il tema della "Matematica del certo e del probabile" si riferisce, come viene indicato già nelle prime lezioni, all'analisi di affermazioni del tipo vero/falso e probabilistiche. Nella loro definizione, gli alunni dovranno poter sapere sviluppare l'uso corretto dei connettivi logici (e, o, non) e dedurre, attraverso la rappresentazione grafica di istogrammi, ortogrammi e aerogrammi, i rilevamenti statistici. Dunque, in sostanza, D'Elia, fa intuire lo stretto legame che intercorre tra statistica e probabilità e cerca di sfatare la convinzione diffusa che la matematica sia una costruzione del tutto autonoma e che non possa essere correlata alla realtà esterna. Alla fine della prima lezione, ad esempio, la matematica inizia ad acquistare una nuova valenza: non più pura logica e basta ma, anche, intuizione, estro, osservazione che scaturisce dal gioco. "La probabilità- dice l'autrice- nata come osservazione ludica, oggi grazie all'impegno dei matematici è diventata una scienza al servizio dell'umanità." Nella lezione successiva viene fornito il concetto di "probabilità", ovvero quanto un avvenimento futuro è "probabile" che avvenga. In questo caso, viene richiesto agli alunni di ragionare su due proverbi simili a prima vista ma del tutto differenti nei risultati. Seguono, poi, l'esposizione degli eventi equiprobabili, l'insiemistica di rappresentazione degli eventi, la sequenza degli eventi "aleatori" e il concetto di probabilità condizionata. Il metodo didattico proposto è costituito dalla compilazione di schede nelle quali viene richiesto di valutare la veridicità e l'attuabilità di un fatto "probabile". Le ultime due lezioni sono dedicate, invece, alla verifica delle conoscenze concettuali acquisite e alla costruzione di una mappa concettuale utile a riprendere le fila di quanto realizzato. Si è riuscito, attraverso questa didattica, a distinguere tra la probabilità soggettiva e quella teorica. Il testo, per quanto riguarda la statistica, oggetto della seconda sezione, segue la stessa organizzazione della prima: 6 lezioni supportate da altrettante schede e, a completamento generale della sperimentazione, la mappa concettuale riassuntiva. Le lezioni sulla statistica iniziano con l'introduzione al concetto stesso utilizzando come escamotage il gioco dei dadi. "La statistica- spiega l'autrice seguendo il pensiero esposto nell'opera di M. Pellerey "Che cos'è la statistica"- è un termine introdotto verso la fine del XVI secolo dall'italiano Ghislini per indicare la scienza che descrive gli Stati, analizzando gli elementi che li caratterizzano: popolazione, risorse economiche…" ma, più in generale "è la scienza che studia i fenomeni di massa o collettivi". La cosiddetta popolazione statistica è quell'unità che viene analizzata tramite la raccolta dei dati che sono più correlati ad essa. Questa rivelazione statistica può essere sia parziale(un esempio è l'indice di ascolto televisivo) che completa (è il caso fornito dai censimenti della popolazione). "Essenziale in questo tipo di analisi –riprende D'Elia al termine del suo studio- non è solo la capacità di saper distinguere tra caratteri qualitativi e caratteri quantitativi ( a loro volta distinti in discreti e continui) ma, in particolare, la maniera di elaborare le informazioni a disposizione". La concretezza che questo studio propone in modo preciso e attento, è valso il patrocinio del Consiglio regionale della Basilicata. L'utilizzo di una didattica che abbia come sostrato un pensiero, al contempo logico e astrattivo, può veramente rivelarsi vincente se opportunamente introdotto nella programmazione didattica delle Scuole e per un migliore coinvolgimento relazionale tra insegnante e discente. (L.L)