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(RegioneInforma) PANIERE DI PRODOTTI TIPICI IN VAL CAMASTRA
06 dicembre 2004
(ACR) - La strada del gusto è un percorso articolato che attraversa moltissimi comuni della Basilicata. E' un atlante che nella terra dei Basilischi e di Gesualdo, dei briganti e di Francesco Saverio Nitti, segna un punto altissimo grazie a produzioni che hanno superato il Tempo. Formaggi, salumi, pasta di casa, ortaggi, olio e vino - con gli anni - sono diventati il vessillo di una tradizione che affonda le radici nel passato più remoto e che mescola atti ripetitivi con cultura primordiale. Un patrimonio notevole e vasto, un tesoro di usanze e sapori, che oggi in tanti vogliono preservare e valorizzare.D'altra parte, dal Basento alla Camastra, dal Pollino all'Alto Sauro, dal Marmo Platano al Vulture sono tanti i prodotti simbolo dell'enogastronomia lucana. Alimenti vanto di un popolo realizzati in contrade e cittadine, paesi e campagne, come veri e propri riti da rispettare in tutte le sue parti. Potenziarli, promuoverli e portarli sui mercati sono gli ambiziosi obiettivi di un programma di valorizzazione messo su dal Gal della Camastra, dalle Comunità Montane «Alto Basento» ed «Alto Sauro» e dall'Alsia. Un progetto complesso ed interessante che intende creare un paniere di prodotti tipici dell'area che va dal Basento alla Camastra da commercializzare con tanto di marchio tipico. Quindici i comuni che sono interessati al progetto: Albano, Abriola, Anzi, Avigliano, Brindisi di Montagna, Calvello, Cancellara, Corleto, Campomaggiore, Castelmezzano, Filiano, Laurenzana, Pietragalla, Pietrapertosa e Vaglio di Basilicata. Paesi di montagna, comuni di quelle aree interne difficili da raggiungere e da vivere, che possono vantare una forte vocazione agricola e che, ora, su queste tradizioni hanno deciso di scommettere. Puntando alla trasformazione delle loro produzioni in simboli di sviluppo ed occupazione. Il meccanismo è piuttosto semplice e già rodato in altre realtà della regione: creare delle micro filiere di produzione in modo da legare la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione. Ma non solo, alla fine del processo produttivo immettere sui mercati alimenti con un marchio di certificazione che possa garantire al consumatore la tipicità e la bontà dei singoli prodotti. Due, al momento, le filiere brevi ipotizzate: quella dei salumi e quella delle produzioni cerealicole (costituita da farina, pasta e biscotti). Concretizzazione del progetto, invece, è un paniere di prodotti certificati. Un «cesto» che racchiuda la farina di montagna e la pasta fresca, la salsiccia di Cancellara ed il pecorino di Filiano, i biscotti di Avigliano ed il caciocavallo podolico. Produzioni che in qualche modo rappresentano la storia della regione, che sono l'espressione di usanze tramandate di generazione in generazione, di famiglia in famiglia. «Il nostro obiettivo è dare vita ad un percorso metodologico che segua quello già realizzato nell'area del Pollino - precisa Rocco Sileo, dirigente dell'Alsia che è l'ente attuatore del progetto - con l'individuazione di alcune produzioni tipiche da inserire in un paniere. Si tratta di un progetto congiunto tra vari enti in cui ogni partner si impegna a trovare le risorse». E proprio su questo terreno si stanno muovendo i tre enti promotori del progetto ossia Gal e Comunità Montane. D'altra parte, si spera che la parte burocratica possa essere risolta in tempi brevi per poi passare alla fase operativa del progetto, alle produzione ed alla commercializzazione. A cominciare dal convincere i coltivatori a mettersi insieme. Sino ad ora, infatti, ad aver aderito alle filiere sono circa 30 produttori mentre sono poco meno di una decina i trasformatori. Questi numeri, però, sono decisamente destinati ad aumentare. Tanto che nei prossimi giorni sono previsti una serie di incontri finalizzati alla definizione del progetto. Terminata questa fase, poi, si dovrà redigere un disciplinare di produzione (con regole ferre di coltivazione ed allevamento a cui i produttori dovranno attenersi), passare alla realizzazione del logo e garantire sia i prezzi alla produzione sia il mercato. D'altra parte, l'obiettivo finale, determinante per la riuscita dell'intero programma, è la commercializzazione. La vendita sui mercati che al momento sembra destinata solo a quello interno.Anche perché si tratta di alimenti realizzati ancora a livello quasi familiare e quindi non di grosse produzioni. E se per alcuni produttori questo è il vero e proprio limite, l'handicap da superare ad ogni costo, è altrettato vero che a non essere in alcun modo preoccupati sono i responsabili del progetto. «Si vuole arrivare a tutelare un prodotto di qualità, di nicchia - precisano i vertici del Gal della Val Camastra - per questo non servono i grandi numeri, le grandi produzioni». (A.I.)