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(RegioneInforma) "I BENI CULTURALI NEL MEZZOGIORNO: REALTÀ E PROSPETTIVE"
29 dicembre 2004
(ACR) - Questo il titolo dato alla raccolta degli atti, relativi alle due giornate di studio, svoltesi a Potenza, il 6 e il 7 ottobre del 2000. Il testo, curato da Cataldo Colella, ha riunito gli interventi, le relazioni, i documenti e le osservazioni prodotti durante la tavola rotonda, alla presenza di illustri studiosi, di rappresentanti istituzionali e del Ministero dei Beni culturali per la Basilicata. Il Consiglio Regionale di Basilicata ha dato il patrocinio per la pubblicazione di questo testo, con la consapevolezza che lo sviluppo del settore dei "Beni" culturali ha, di fatto, concretizzato. Nelle due giornate, di cui le pagine del testo sono le vive testimonianze, si sono dibattute molte questioni, anche alla luce di quanto si stava svolgendo a livello politico ed istituzionale per il settore dei beni culturali. Nell'introduzione al testo, ad opera del Direttore dell'Archivio di Stato di Potenza, nel 2000, Gregorio Angelini, viene ricordata la sottoscrizione dell'accordo di programma quadro per il triennio 2001- 2003 raggiunto tra il Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Basilicata. Un accordo che ha segnato positivamente la collaborazione tra Regione e strutture periferiche del Ministero. Inoltre, ciò ha favorito enormemente a spostare l'attenzione sui problemi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale. Premesse che si sono tradotte, successivamente, nel P.O.R adottato dalla Regione per il 2000-2006 e che hanno orientato la programmazione del settore culturale legandolo a quello della promozione di impresa. Lo stesso Angelini, nel suo intervento, ha messo in rilievo una delle innovazioni del Piano Operativo Regionale (P.O.R.) Basilicata 2000-2006: "la valorizzazione - ha sostenuto Angelini- di beni archivistici e bibliografici di notevole valore storico, venendo contemplati nella misura unica dell'asse dei beni culturali, hanno assunto ugual importanza rispetto a quelli storico-artistici. Gli interventi sugli archivi, i nuovi orizzonti individuati negli assi "Città" e nella "Rete e nodi di servizio" e le misure II.1 (risorse culturali) che si intrecciano con alcune misure dell'asse 1 (risorse naturali), costituiscono materia di approfondimento nell'ultima parte del testo. La legislazione riguardante i beni culturali nella programmazione regionale sui fondi europei è, effettivamente, molto vasta e indispensabile per la corretta attuazione delle attività culturali da predisporre a livello regionale. Le tappe fondamentali, alle quali i relatori hanno fatto riferimento, sono costituite dall'Estratto dal Rapporto interinale, dall'Asse "Risorse culturali" contenuto nel P.O.R. Basilicata, dal documento relativo al Complemento di programmazione per l'asse risorse culturali e, in fine, dalle linee guida dettate dai PIT ( Progetti integrati). Nell'Estratto dal Rapporto interinale (con Deliberazione CIPE n.140 del 22.12.1998) vengono programmate, in coerenza con gli obiettivi strategici, le linee di intervento da attuare nel periodo 2000-2006 in stretta connessione con quelle suggerite dalla CE. In particolare, gli interventi sollecitati dal programma vanno in direzione del potenziamento della infrastrutturazione turistica che agevoli, attraverso un sistema "a rete", la fruibilità del patrimonio; il recupero, risanamento e riqualificazione dei centri storici, dei parchi, delle aree protette, e del vasto patrimonio archeologico e monumentale della regione. Questi interventi sono attivati previa la valutazione di fattibilità dell'analisi SWOT (Strength, weakness, opportunities, threads) che va ad individuare i punti di forza, quelli di debolezza, le opportunità e le minacce che la situazione territoriale (VAS) e socio-culturale presenta. In fine i PIT (Progetti integrati). Questi rappresentano uno dei punti di eccellenza per l'organizzazione del periodo di programmazione dei Fondi Strutturali 2000-2006. Tra i più importanti, il progetto Basitel2 e quello previsto dall'Asse V "Città". "I PIT- si legge nel testo - individuano soprattutto le realtà programmatiche. La strategia del PIT deve ruotare intorno ad un'idea-forza per lo sviluppo e/o il riequilibrio territoriale. A questi programmi regionali sono state affiancate le linee di intervento previste dai Programmi di Iniziativa Comunitaria (LEADER)". Nel complesso, ognuna di queste misure e programmazioni, per essere veramente efficaci, devono attenersi strettamente alla realtà culturale e territoriale della Basilicata. Più da vicino, Salvatore Italia ha evidenziato, nel suo intervento, il concetto di "Bene" culturale come fonte per lo sviluppo economico generale del territorio lucano. Un territorio che ha un enorme potenziale artistico-storico- culturale nonché ambientale che non viene pienamente espresso. Infatti "i beni culturali - ha sostenuto Italia- nelle norme fondamentali delle leggi del 1939, venivano visti nell'ottica della mera conservazione". La legge in questione, la n.1089 del 1939, soppiantata dal Testo Unico, "era- ha continuato Italia- una normativa in cui il legislatore privilegiava l'aspetto della conservazione dei beni" e per nulla quello della valorizzazione e della promozione. Aspetti, quest'ultimi, che anche a parere di Maria Pia Rinaldi Mariani, la quale ha dibattuto sulla collaborazione tra Stato e Regioni nell'ambito dei programmi europei per l'obiettivo 1, sono fondamentali per la creazione di nuovi sbocchi professionali e professionalizzanti. Salvatore Abita, invece, nella sua relazione, ha tracciato la nuova mappa dei Beni culturali, in un confronto tra passato e presente. "Il Ministero dei Beni culturali degli '60 era un Ministero- ha sostenuto Abita- che faceva protezione dei Beni culturali, ma di fatto i fruitori dei musei erano persone che avevano bisogno di cartellini perché il museo era dentro di loro". Le cose si sono, poi, evolute con gli anni '70 e ' 90, in particolare con la nascita "dell'economia mussale, cioè quell'aspetto mercantile del museo". Il volume è arricchito di una vasta documentazione composta da immagini e rapporti scritti. La carrellata fotografica ha lo scopo di evidenziare i punti di forza e le ricchezze che la Basilicata "naturalmente" contiene. Le immagini proposte testimoniano la ricchezza del patrimonio regionale e il modo di fare tipico del lucano. Sono, infine, scatti che appartengono alla storia, all'arte e alla cultura, parlano di monumenti artistici e di architetture, ma anche di musei a cielo aperto nei quali si respira l'aria del passato e dove si svolgono le attività di antropologi, archivisti e archeologi. Dal punto di vista delle Risorse culturali "in base a un'indagine condotta nel 1999 dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro sui presidi culturali nel Mezzogiorno - ha spiegato Angela Costabile- è emerso che il Mezzogiorno non è una realtà omogenea: sia per le attrezzature, sia per l'offerta culturale e per i servizi offerti che risultano qualitativamente e quantitativamente scarsi in rapporto con le altre realtà nazionali". Ma le iniziative e i progetti vanno moltiplicandosi in questo settore. "Il Pass3- ha evidenziato Annamaria Muraglia- è un progetto volto alla realizzazione di interventi di innovazione amministrativa che, partendo dalla documentazione storica connessa ad una particolare stagione amministrativa, consenta di adeguare e meglio indirizzare le iniziative future per lo sviluppo sociale ed economico dell'area geografica a suo tempo interessata dalla riforma fondiaria". Si tratta, infatti, di un progetto che mira al recupero della memoria e della civiltà contadina lucana e alla messa a punto di azioni di valorizzazione e promozione. Anche nell'intervento di Elvira Pica, si può scorgere il dinamismo regionale rispetto alle attività da porre in attuazione per la tutela e la promozione dei "beni Culturali". "La Soprintendenza- ha affermato Pica- opera su tre linee principali: la definizione di rapporti di collaborazione anche con le amministrazioni locali e gli enti pubblici; il potenziamento delle strutture mussali e dei siti archeologici presenti nella regione; il miglioramento dell'offerta, grazie a un'attività di promozione perseguita attraverso la presentazione di mostre, sia nelle altre regioni italiane che all'estero". Anche Maurizio Restivo si è espresso in termini positivi sulla realtà museale della Basilicata ed ha affermato che "non abbiamo nulla da invidiare alle altre Biblioteche nonostante sul nostro territorio manchi la struttura che, in sinergia, possa gestire il mondo del libro. Per quanto riguarda i piani strutturali, abbiamo portato avanti alcuni progetti meritevoli come il SAST (Servizio Avanzato per la Salvaguardia del territorio) e abbiamo previsto il RICR (Recupero Informatico Cataloghi Retrospettivi) e la conservazione del materiale multimediale". Rosa Maria Salvia, invece, ha sottolineato il valore di una "terza via, fra l'intervento per la cultura all'interno dello stato sociale, e quindi tutto pubblico, e l'attivazione dei privati che, però, comporta un legame rispetto alle leggi di mercato. Una via alternativa sarebbe, secondo Pica, quella comunitaria e la costituzione di una serie di reti e sistemi di relazioni non mercantili- e quindi il Comune al centro di queste reti- di beni culturali valorizzando la capacità di iniziativa dei cittadini, delle formazioni sociali intermedie e dell'imprenditoria privata". Insomma, e questa è una delle prospettive condivise da Raffaele Sassano, bisogna seguire anche nella politica dei beni culturali, "il principio della sussidiarietà che è alla base di tutta la riforma della pubblica amministrazione". In più, Sassano ripercorrendo l'iter normativo (dall'art. 14 della Legge 11/2/1994, all'art.3 del Decreto Legislativo n. 368 del 1998 che ha sancito l'ingresso del Ministero nel CIPE, al DPEF 1999-2001 e le varie linee della nuova programmazione che potranno riguardare anche la valorizzazione delle aree archeologiche, dei musei, dei centri storici del Sud nell'ottica di azioni di tutela di tipo "orizzontale") ha individuato "nell'unificazione delle modalità di programmazione delle singole amministrazioni, l'elemento centrale di tutto l'apparato normativo". In conclusione, lo scenario che questo testo dispiega è quello di una partenariato sempre più stretto tra Stato, Regioni, enti locali e altri possibili soggetti sia pubblici che privati. L'obiettivo è quello di tutelare, il ché però non significa chiusura, ma deve prevedere ogni azione volta alla valorizzazione/ promozione (e, dunque, apertura) del vasto patrimonio che la Basilicata ha a disposizione e che può, realmente, costituire una risorsa fondamentale per lo sviluppo, per l'economia, l'impresa e l'occupazione. (L.L.)