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(RegioneInforma) LA BASILICATA NEI DISEGNI E NELLE LITOGRAFIE TRA IL 1818 E IL 1845
13 gennaio 2005
(ACR) - Tra i viaggiatori che, dopo il decennio di dominio francese del Regno delle Due Sicile (1806-1816), visitarono le terre della Magna Grecia nel Mezzogiorno e attraversarono, nel viaggio di ritorno dalla Sicilia e dalla Calabria, i centri del lagonegrese, si annovera il barone inglese Richard Keppel Craven, che risaliva verso la capitale partenopea per la vecchia strada consolare attraverso Campotenese. La strada carrozzabile dalle vetture pubbliche non oltrepassava Lagonegro e i viaggiatori diretti in Calabria potevano proseguire da li soltanto prendendo in fitto carrozze e cavalli. Dopo aver convinto la guida a percorrere "il corso liscio della nuova strada" in modo da rendere il viaggio meno faticoso, il viaggiatore annotò la presenza di "moltissimi vigneti" a spalliera attorno a Lauria che davano un vino "di solito aspro, debole e acido". La passione per il disegno e i viaggi con l'intento di fornire "in modo esaustivo le reali condizioni del Sud" anticipa, nella "controllata scrittura" di Craven, il modo di scrivere usato dai meridionalisti della seconda metà dell'Ottocento. Anche nelle rappresentazioni grafiche il nobile inglese ricostruisce vedute dei luoghi e dei centri abitati veristiche, senza ridondanze pittoresche, e slarga la prospettiva sul paesaggio circostante contestualizzando la scena ritratta e raffigurando con precisione il costruito cittadino in cui si intravedono alcuni abitanti. Così è per il disegno di Lauria che venne inciso da Charles Heath, come le altre quattordici vedute che corredano il Viaggio nelle province meridionali del Regno di Napoli, pubblicato a Londra nel 1821. Un'ulteriore veduta di Lauria compare nell'edizione parigina del Costes sulla Italie pittoresque, edita nel 1834. Qualche anno dopo anche il pittore e scrittore inglese Artur John Strutt, all'età di diciannove anni, partiva da Roma il 30 aprile 1838, in compagnia del suo amico poeta William Jackson, attraversando a piedi l'Italia meridionale e la Sicilia orientale per vedere e ritrarre i costumi popolari di quelle regioni e il paesaggio, in modo da arricchire il proprio bagaglio artistico e culturale. Le lettere inviate da Strutt ai suoi familiari costituiscono il diario del suo Pedestrian tour in Calabria and Sicily pubblicato a Londra nel 1842 a cui si aggiunsero, nella seconda edizione londinese del 1844, sessantacinque incisioni all'acquaforte dello stesso artista. Tra queste quella raffigurante Lauria, località attraversata dal pittore e dal suo amico inglese nell'ultima decade di maggio del 1838. Prima di addentrarsi in quel centro, che si affaccia sulla Valle del Noce, l'artista disegnò Lauria "al sommo di una rocca, da un lato della quale un torrente, precipitando formava una cascata". Non lontano dal punto in cui in quel momento si trovava, ritrasse con immagine veristica "il piccolo ponte rustico che attraversava i ruscelli ed i contadini" che, ritornando a Lauria inferiore, "vi passavano sopra ai piedi della roccia, sullo sfondo imponente della grande catena di montagne che arriva fino ai punti estremi della Calabria". Un contributo alla conoscenza visiva dei centri della Basilicata, nel corso della prima metà dell'Ottocento, venne anche dalla stampa periodica. Sul Poliorama pittoresco, una sorta di enciclopedia illustrata (di cui era proprietario e direttore Filippo Cirelli ed editore e organizzatore commerciale Gaetano Nobile, che aveva iniziato a pubblicare dal 1836) apparvero tre vedute di città della Basilicata, tra il 1838 ed il 1845. La prima raffigurante Montepeloso (attuale Irsina) fu pubblicata nel 1838; la seconda su Marsico Nuovo fu stampata nel 1844. Entrambe le vedute si avvalsero dei testi descrittivi firmati da Giuseppe Maria Rossi. Le vedute furono realizzate con litografia, tecnica incisoria che accentua il dato paesaggistico cercando di imitare il disegno e l'acquerello. Un bianco riverbero di luce illumina il costruito cittadino di Montepeloso, con l'antica cattedrale e alcun case di campagna, punteggiata da alberi di olivo e fruttiferi, posti lungo la strada a ridosso del costone su cui sorge la città. Il disegno che rappresenta invece la città di Marsico Nuovo, inciso da Salvatore Puglia, documenta l'espansione di quel centro dall'altura all'estesa collina, mentre lungo i pendii circostanti e nella valle si infittiscono le coltivazioni in orti e giardini, a volte murati, e caseggiati che attestano il progredire della pratica agricola. Allo stesso disegnatore e incisore Salvatore Puglia, regolare collaboratore di Gaetano Nobile, si deve la litografia di Potenza, capoluogo della Provincia di Basilicata, rispesa dal versante sud. Pubblicata nel 1845, sempre sul Poliorama pittoresco, raffigura la parte del centro storico che si dirama dalla Torre Guevara e dagli edifici degli ex conventi dei francescani e delle clarisse, a quelli del centro, contornati e trattenuti da lunghi muraglioni. S'intravede in lontananza, a ridosso di un paesaggio campestre, un tratto di strada che sale verso la città, superando dei fossati con un ponte a tre archi, mentre un paesaggio agreste, a tratti infoltito dagli alberi, si estende tra pendii, dossi e valloni. In primo piano è un parapetto in pietra e, su un lato, degli alberi di pioppo. La veduta slarga così sulla campagna circostante fra alberi, arbusti ed un viottolo di campagna dove si avvicendano per il lavoro nei campi fittavoli e contadini. Un'ulteriore veduta della città di Potenza vista dal lato nord, fu pubblicata, nello stesso anno, all'interno dell'edizione ampliata dell'Atlante di Giuseppe Bifezzi. La litografia di Franz Wenzell, raffigura parte del centro storico di cui si intravede il profilo della Chiesa Cattedrale di Potenza e i caseggiati cittadini. In primo piano è raffigurato l'Orto Agrario della Provincia con la sua casina voluto dalla Real Società Economica della Basilicata. Emblematicamente raffigura un luogo in cui si materializzava il tentativo di migliorare la produzione agricola in terra lucana. (I.S.)