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(RegioneInforma) REPERTI PREZIOSI TRA GLI SCAVI DI CERSONIMO

17 gennaio 2005

© 2013 - cersosimo.jpg

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(ACR) - Un territorio che custodisce gelosamente le tracce di un passato glorioso ed interessante. Una parte di area sud che conserva nelle viscere più profonde i segni di una grande progenie, ancora tutta da scoprire e da valutare. E' il destino di Cersosimo, piccolo paesino tra i boschi del Massiccio del Pollino, dove le recenti campagne di scavo (nell' ultimo triennio diventate un vero e proprio appuntamento fisso) hanno riportato alla luce reperti di notevole valore, confermando la presenza di civiltà che risalgono ad oltre duemilacinquecento anni fa. Far riemergere e conservare i tesori della Storia è quindi un vero e proprio imperativo. Una direttrice che l' Amministrazione comunale e la Soprintendenza ai Beni Archeologici stanno seguendo con determinazione, con l'intento di aggiungere nuovi ed importanti tasselli al già prezioso mosaico delle bellezze dell'intera Val Sarmento. Se in passato la dimostrazione più evidente di tutto questo è stata la realizzazione di un museo, nel quale custodire e far ammirare ai turisti i «tesori» ritrovati in quell'area, oggi, la concretizzazione di questa direttrice è l'utilizzo delle nuove tecnologie per creare un percorso multimediale in cui unire sapientemente Storia, archeologia e cultura. Un galleria multimediale è, infatti, il progetto che gli amministratori di Cersosismo stanno concretizzando in questi giorni, con l'obiettivo di dare vita ad una sorta di viaggio nel passato, un percorso che i visitatori potranno fare ripercorrendo le varie tappe della vita del piccolo borgo. D'altra parte, sino ad oggi gli scavi hanno portato alla luce reperti di notevole interesse tra cui alcuni oggetti risalenti al terzo secolo avanti Cristo. Vasi, ceramiche ed oggetti in ferro e bronzo che costituiscono la prova concreta che la scommessa sull'archeologia può essere vinta. Come confermano le parole del sindaco del paesino lucano, Mario Trupo.«Al momento nel museo vengono mostrati solo i rinvenimenti degli scavi - spiega il primo cittadino - ma presto esso diventerà una vera e propria galleria multimediale». Una galleria che sarà possibile realizzare grazie alla tecnologia. Per farlo gli amministratori di Cersosimo sono andati sino in Giappone, dove hanno acquistato uno speciale software che permetterà la realizzazione di un percorso storico virtuale. Fruitori di tutto questo saranno le scolaresche, i turisti, ma anche i cittadini interessati al territorio. In questo modo, si potranno ammirare i reperti già custoditi nel museo, ma anche quelli che non sono stati riportati alla luce. A Cersosimo, infatti, parte degli scavi - una volta sospesa la campagna - sono stati ricoperti dagli archeologi della Soprintendenza, per evitare che intemperie e furti potessero danneggiarli. Prima di farlo, però, sono stati classificati e filmati permettendo ai visitatori della galleria multimediale di ammirarli. «I rinvenimenti sono stati eccezionali - continua il sindaco Trupo - è evidente che se lasciati alle intemperie sarebbero andati perduti. Il software acquistato dal comune in Giappone ci ha permesso di fare tutto questo». Così nel museo civico archologico della Val Sarmento sarà possibile vedere virtualmente l'intera area archeologica di Cersosimo. Realizzando un percorso quasi magico nella civiltà. Questo, comunque, è solo un primo atto. Perché sull'archeologia, gli amministratori del paese intendono puntare massicciamente. Anche attraverso la creazione di un parco archeologico da realizzare grazie ai finanziamenti provenienti dai patti territoriali. «Con la Soprintendenza - continua il sindaco Trupo - intendiamo dare vita ad un ulteriore progetto a supporto della valorizzazione della ricchezza archeologica che permetta proprio la fruibilità degli scavi e dell'oggettistica ritrovata». Come un parco archeologico, appunto. Un parco vasto quanto il territorio interessato dai resti archeologici, che racchiuda tutto ciò realizzato sino ad oggi. Un tesoro non da poco, se si considera che il piccolo paesino del Pollino affonda le sue radici nel terzo secolo avanti Cristo, quando tribù indigene si insediarono su un'alta collina edificando un centro fortificato. Una storia antica che attraversa fasi differenti: di spopolamento con la conquista romana e di nuovo vigore nel periodo medioevale, risorgendo come casale del monastero di Santa Maria e nel Seicento. Il tutto sino ai giorni nostri, con quelle radici che costituiscono il passato ma soprattutto il futuro. Considerato che attraverso la ricerca archeologica è possibile realizzare percorsi turistici ma anche occupazione, come nel caso delle campagne di scavo che hanno permesso ogni anno a circa quindici giovani di trovare lavoro. Un numero che con la realizzazione del parco è destinato indubbiamente ad aumentare.(A.I.)

Redazione Consiglio Informa

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