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(RegioneInforma) ACQUA E ARIA, LE RISORSE CHE IN BASILICATA ALLUNGANO LA VITA
18 gennaio 2005
(ACR) - In Basilicata si vive bene e si vive più a lungo. A dirlo non sono i residenti in zona affezionati alla propria terra e ai propri stili di vita, ma lo conferma una voce ben più autorevole che ne parla con dati alla mano. Si tratta della Società di Igiene, Medicina Preventiva e Salute Pubblica riunitasi in congresso a Genova, sotto la presidenza di Giovanni Renga e Pietro Crovari. A confermarlo ci pensano anche i dati Istat che traducono in numeri il buon livello di vita in terra lucana, se non altro da un punto di vista qualitativo. Inevitabilmente la qualità si ripercuote anche sulla quantità. Emerge infatti che dal 1951 al 2002 le prospettive di vita in Basilicata si sono allungate di 16,1 anni per gli uomini e di ben 21,6 anni per le donne. Questi dati risultano, peraltro, in linea anche con la tendenza nazionale. In un lasso di tempo di 51 anni l'intero paese vive di più: quasi 13 anni in più gli uomini e 15 anni e mezzo le donne, contro una media europea di 10,7 e 11 anni rispettivamente per gli uomini e per le donne. Ovviamente ciò non significa che le cattive abitudini siano state messe da parte. L'abuso di alcool e il vizio del fumo proliferano soprattutto fra i giovani. Senza parlare poi dei cattivi stili di vita per ciò che concerne l'alimentazione e il comportamento sessuale in particolare. Se però si considera il contesto europeo senza fare distinzioni tra sessi, il paese in cui si vive più a lungo è risultato San Marino. A seguire la Svizzera, la Svezia e l'Italia. «Ma se non cambiamo stili di vita – commenta Crovari – e non difendiamo l'ambiente, rischiamo di rovinare gli anni che ci siamo regalati». Si consideri la qualità dell'aria, dell'acqua e lo smaltimento rifiuti. In generale in Basilicata i dati emersi dall'Istat, dall'Osservatorio Nazionale Rifiuti e dal "Rapporto Ecosistema Urbano 2004 di Legambiente" convalidano tutti una tendenza al viver sano. Tralasciando i dati relativi alla città di Matera che non sono stati resi disponibili se non per la risorsa idrica, nel dettaglio Potenza è risultata la città italiana con più basso quantitativo di biossido di azoto presente nell'aria : 4 mg/mc. Valore peraltro anche molto al di sotto del limite previsto di 56 mg/mc e in perfetta sintonia con gli obiettivi prefissati per il 2010 di 40 mg/mc. Ottimi anche i valori relativi alle polveri sottili. Potenza si classifica al terzo posto tra le città con i valori più bassi : 21 mg/mc a fronte di un limite stabilito in 44,8 mg/mc. Per ciò che concerne la risorsa acqua, ancora una volta Potenza e Matera risultano "promosse" a pieno merito. Si rileva infatti una quantità di nitrati molto al di sotto del valore guida di 5 mg/l. Nello specifico si sono registrati i valori di 2,0 mg/l per Potenza e 3,0 mg/l per Matera. Un po' meno soddisfacenti i valori relativi al sistema fognario. I dati Istat (aggiornati al 1999) rivelano infatti che su 131 comuni solo 47 effettuano una depurazione completa delle acque reflue, 61 una depurazione parziale mentre per i rimanenti 23 non avviene depurazione. E ancora, per ciò che riguarda la sezione rifiuti emerge che c'è ancora molto da fare e molto su cui lavorare. Ciò nonostante nel 2002 in Basilicata sono stati prodotti 214.606 tonnellate di rifiuti; circa 359,2 chilogrammi pro capite contro i quasi 523 chilogrammi pro capite prodotti su scala nazionale. La raccolta differenziata certamente potrà rappresentare un valido aiuto in termini di smaltimento, ma tangibili effetti positivi potranno rivelarsi soltanto con il tempo. E di tempo il popolo lucano ne ha guadagnato abbastanza primeggiando in longevità rispetto agli anni passati. Il merito obbiettivamente va attribuito anche e soprattutto alle politiche ambientali messe in atto sul territorio. Del resto, non poteva essere diversamente in Basilicata; una regione che dal canto suo ha più volte ribadito le proprie scelte. Nessuna sorpresa allora se queste coincidono con la tutela ambientale. (k.s.)