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(RegioneInforma) SVILUPPO SOSTENIBILE E BIODIVERSITA' NEL POLLINO
18 gennaio 2005
(ACR) - Che lo sviluppo sia arrivato ad un punto critico è ormai attualissimo argomento di pubblici dibattiti: stiamo consumando risorse naturali non rinnovabili e si profila il rischio di uno sviluppo da più parti definito insostenibile. Il tema della sostenibilità è stato utilizzato per la prima volta nel 1987 nel Rapporto Burtland nella Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo, quando con sviluppo sostenibile si definiva "uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni": definizione generica e unitaria con cui il concetto di sostenibilità era inteso esclusivamente in senso ambientale. Con il passare degli anni ci si è accorti che non esisteva un concetto univoco di sostenibilità e che, pertanto, bisognava ampliarlo ad una dimensione economica e ad una sociale, ciascuna con proprie dinamiche interne e equilibri, in sé, precari. Tuttavia, questi tre livelli di sostenibilità, seppur strettamente interrelati tra loro, risultano, da sempre, fortemente in conflitto là dove la sostenibilità economica fa a pugni con quella ambientale e quella sociale litiga con uno sviluppo economico meramente quantitativo. Ne è sintomatico il rapporto tra Paesi in via di sviluppo e Paesi sviluppati e l'inconciliabile distanza tra modelli di sviluppo con regole e priorità differenti. Imporre un unico modello di sviluppo ai Paesi del Sud del mondo e a Paesi forti come la Cina o gli Usa è pura fantascienza: ogni Paese continuerà a crescere secondo le proprie potenzialità, leve e convinzioni mentre il sistema planetario andrà inesorabilmente incontro alla rottura del proprio equilibrio. La macchina economica mondiale, tutta protesa nel redditizio binomio di produzione/consumo, tende ad ignorare il grave problema che le risorse naturali che usa e di cui, spesso e volentieri abusa, sono prossime ad esaurirsi e che le prossime generazioni saranno prive tanto di petrolio, quanto di acqua o di foreste: tutti capitali insostituibili perché, da sempre sfruttate oltre la loro naturale capacità di rigenerazione, risultano essere non rinnovabili. Così, mentre si fa sempre più pressante l'esigenza di avviare uno sviluppo sostenibile coordinato da azioni di protezione e difesa dell'ambiente, si sono compiuti piccoli passi da formica con il misero protocollo di Kyoto, che la Russia, storcendo il naso ha deciso di firmare, ma dalle cui restrizioni, lievi ed eppur d'obbligo, la grande potenza statunitense ancora tenta di sfuggire. La società mondiale deve essere consapevole di tutte le implicazioni biologiche conseguenti l'attività economica e il progresso tecnologico; non può più permettersi di alzare le spalle di fronte alle ormai evidenti minacce di deserti, ghiacciai e fenomeni naturali atipici; deve convergere su se stessa e ripiegarsi su strategie tanto globali quanto locali. Di fronte a fenomeni planetari che travalicano i confini politico-amministrativi una strategia globale sarebbe d'obbligo; ma nella realtà a livello globale e mondiale esistono strutturali e inevitabili problemi di governance, che allungano tempi, rinviano decisioni e congelano tutto in imbarazzanti stalli. Ecco che allora la dimensione regionale assume un'importanza capitale nella protezione delle biodiversità e nel mantenimento della vitalità economica: questo è il significato di un approccio bioregionale allo sviluppo, che forse, alla questione qualche passo concreto lo fa percorrere. Parchi naturali ed aree protette costituiscono luoghi preziosi per la realizzazione di riflessioni e attività educative sui temi dell'ecologia, delle strategie della conservazione della natura e dello sviluppo sostenibile: testimonianza della volontà di raggiungere un futuro sostenibile. Così all'interno del sistema nazionale di aree protette, il Parco Nazionale del Pollino rappresenta un serbatoio inesauribile di spunti e suggerimenti per la realizzazione di percorsi educativi finalizzati ad avvicinare le nuove generazioni, e non solo, alla conoscenza del territorio e del complesso sistema delle risorse ambientali e culturali. Il Pollino è uno splendido territorio a cavallo tra la Calabria e la Basilicata; un'area di importante interesse naturalistico costituita da una catena montuosa con cime che superano i 2.000 metri e ricoperte da neve per gran parte dell'anno. Un posto splendido in cui fauna e vegetazione sono due componenti strettamente legate ed ognuna influenza l'altra con la propria esistenza. Possiamo imbatterci in una fauna unica, nel Lupo, nel Gufo reale, nel Capriolo e nell'Aquila Reale e possiamo attraversare stupendi boschi di Faggio, di Castagno, di Cerro ognuno un preziosissimo ecosistema molto complesso in cui ogni elemento ha un ruolo preciso e interagisce con tutti gli altri. In passato l'agricoltura che veniva praticata nel Pollino era realizzata in aziende a conduzione familiare, come la masseria, in cui tutte le attività agricole, organizzate in base all'alternarsi delle stagioni, erano realizzate in modo tale da non determinare un impoverimento della terra che, anzi, veniva mantenuta fertile nel tempo grazie ad un sapiente equilibrio tra produzioni vegetali e allevamenti animali: le tecniche agricole erano tutte ecocompatibili, cioè non procuravano conseguenze dannose all'ambiente e permettevano di limitare in modo naturale lo sviluppo e la diffusione di erbe infestanti e di parassiti, senza utilizzare sostanze inquinanti come insetticidi e diserbanti. Poi, con l'arrivo delle grandi macchine da lavoro e l'intensificarsi e il concentrarsi dell'attività agricola, molto è cambiato e molto si è perso! Ora, ci restano solo le tracce di quel mondo incontaminato quali testimonianze di un passato sano e genuino che, ancor oggi, alimentano la consapevolezza e la volontà di preservare quelle preziose rarità di territori che ci appartengono. Che proteggere i nostri luoghi, formidabili microcosmi pullulanti di vita, diventi mentalità diffusa e che ispiri nel concreto e, seppur nel piccolo, a fare… perché partendo dal piccolo si può salvare il mondo! (C.L.)