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(RegioneInforma) SVILUPPO COMPARTO PESCA – ACQUACOLTURA IN BASILICATA
18 gennaio 2005
(ACR) - La domanda mondiale di prodotti ittici, all'inizio del secolo, è nell'ordine di grandezza di 110 milioni di tonnellate/anno.A livello nazionale, alla copertura del fabbisogno ittico di quasi 22 kg pro-capite, concorrono 440.000 tonnellate prodotte dall'acquacoltura, a queste vanno inoltre considerate circa 700.000 tonnellate di prodotto che viene importato dall'estero. Anche se la produzione ittica italiana è maggiormente caratterizzata da prodotti di mare o di acque salmastre, oltre il 25% proviene dalle acque interne. L'acquacoltura risulta un settore con grandi potenzialità di sviluppo, non solo a livello nazionale, ma anche in una regione come la Basilicata che può contare su due mari pescosi – Jonio e Tirreno – e sullo sfruttamento delle acque interne oggi piuttosto trascurate pur essendo presenti in regione invasi e laghi artificiali, come la Diga di Monte Cutugno, la più grande d'Europa in terra battuta. Il valore della produzione ittica lucana oggi è pari a 700.000 c.a., per un totale di 207 tonnellate di pesce pescato contro un fabbisogno regionale di 13.000 tonnellate. Stimando una quantità potenziale di pesce di allevamento ottenibile da aziende marine oggi inattive pari a tonnellate 320 e quella potenzialmente reperibile dalla razionalizzazione e ristrutturazione della pesca marittima pari a 350 tonnellate, si ottengono valori economici di 2.500.000 c.a. pari ad un'offerta di pescato,comunque, ancora notevolmente inferiore alla domanda del mercato regionale. Si intuiscono, quindi, le ragioni per valorizzare il comparto e le notevoli possibilità economiche di questo settore e le potenzialità di crescita anche in termini occupazionali che un'oculata politica in materia potrebbe innescare. In Basilicata, però, bisogna puntare non solo a far crescere il settore con l'incentivazione di nuovi impianti ittici, sia di costa che di acque interne, utilizzando appieno i finanziamenti europei, ma, e soprattutto, a formare una nuova tipologia di imprenditori ittici che passi dalla fase attuale di sperimentazione e di dilettantismo a quella produttiva e professionale grazie anche alle competenze scientifiche presenti in regione, in particolare presso l'Università degli Studi della Basilicata e grazie all'assistenza tecnica ed alla divulgazione che potrebbe essere fornita dalla Regione Basilicata, non solo dal Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale, ma anche tramite l'attività dei Servizi di Sviluppo Agricolo dell'ALSIA. La razionalizzazione e ristrutturazione del settore che la Regione ha in programmazione e che, a breve e medio periodo, intende attuare, deve puntare anche all'utilizzazione, da una parte, delle tecnologie capaci di ottenere prodotti che garantiscono la sicurezza igienico sanitaria chiesta dal consumatore e che permettono, contestualmente, di prolungare la vita commerciale del prodotto, dall'altra, di realizzare, da pesce fresco di elevata qualità ma di prezzo base contenuto, nuovi prodotti confezionati pronti per essere consumati. Potrebbe essere questo un campo nuovo, tutto da esplorare, conoscere e valorizzare, certamente di rilevante interesse per i processi di sviluppo che, già dal recente passato, questa regione ha innescato. (M.R.D.P.)