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(RegioneInforma) FEDERALISMO: LA BASILICATA SUPERA L'ESAME
17 febbraio 2005
(ACR) - La politica di gestione delle risorse in Basilicata dà i suoi frutti. Lo conferma. la sua "promozione" in materia di federalismo. Quale soddisfazione allora per i lucani, e più che mai per chi quelle risorse amministra, nel leggere gli ottimi punti messi a segno e rendicontati dagli economisti del "Sole 24 Ore". La Basilicata risulta, infatti, una delle cinque regioni italiane (tra le 15 a statuto ordinario) ad aver superato l'esame in federalismo. Totalizzando un punteggio complessivo di 20 punti, la Basilicata si colloca in terza posizione, dietro l'Umbria (in pagella con 24 punti su 30) e la Liguria (21 punti). A parità con la Toscana e superando il Veneto di ben 3 punti (17), ultimo nella classifica delle regioni "promosse". Diversa sorte è toccata invece ad Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia che totalizzando un punteggio di 14 punti su 30 sono state per l'appunto "rimandate". Inutile dire quanto il risultato abbia sorpreso, soprattutto per queste ultime due regioni. Di contro tutte le altre hanno subito un'inesorabile "bocciatura". Tra queste le meno peggio risultano Puglia e Molise (11 punti), seguite da Marche e Lazio (8 punti), dal Piemonte (5 punti) e, per finire, a fare da fanalino di coda Calabria e Campania (con 4 punti). L'esame di politica economica esercitata dai governi regionali, come conseguenza degli ampi poteri ricevuti con le riforme istituzionali, è contenuto nello studio commissionato dalle associazioni regionali degli industriali e condotto da Maria Flavia Ambrosiano e Massimo Bordignon dell'Università Cattolica. L'analisi è quanto mai importante poiché risulta essere la prima ad aver raccolto i dati inerenti la gestione amministrativa di ciascuna regione e ad averli confrontati. Lo studio è aggiornato al 2001 perché è a quell'anno che risalgono gli ultimi dati disponibili. Tuttavia, grazie a quest'analisi la Basilicata attesta una buona capacità gestionale delle proprie risorse, casualmente andata a coincidere proprio con l'approvazione del bilancio consuntivo regionale. Quello raggiunto dalla Basilicata risulta un traguardo più che mai positivo, tanto più se si considera la riduzione dei trasferimenti messa in atto dal governo nazionale. Ma nonostante ciò «la Regione Basilicata» - come ha asserito il Presidente della Giunta Filippo Bubbico - «è riuscita a presentare un bilancio solido, trasparente, dotato di buona capacità finanziaria perché è aumentata la capacità di entrata». E, di conseguenza, delle risorse da impiegare per gli investimenti e le attività produttive, ma anche per le aree e le fasce sociali più deboli presenti sul territorio. Le Regioni a statuto ordinario sono le più interessate alle riforme aventi come oggetto le forme di governo. Pertanto l'analisi condotta dagli studiosi dell'Università Cattolica ha, non a caso, preso in considerazione soltanto queste. Del resto la possibilità di raffrontare le Regioni a statuto speciale tra di loro e con le altre sarebbe stata impresa quanto mai complicata, essendo esse stesse istituzioni poco confrontabili. Gli elementi presi in considerazione nella stesura della pagella di politica economica rappresentano una serie di criteri di valutazione sui documenti ufficiali. Non si tratta di "un giudizio di merito sui contenuti", come sostenuto dagli autori dello studio, ma di un giudizio inerente la completezza, la chiarezza e la precisione delle informazioni. Su una scala di valori che va da 0 a 5, dove 5 è il voto più alto, si sono misurati il "Quadro macro": dove alla Basilicata si assegnano 4 punti; il "Consuntivo di bilancio": altri 4; "Previsioni di entrate e spese": 3; "Indirizzi di politica di bilancio": 2; "Obiettivi programmatici": 4; "Omogeneità dei documenti": 3 punti. Totale del punteggio: 20 punti. E tutti guadagnati sul campo, perché frutto di un'oculata politica gestionale in grado di scommettere su competizione e capacità di innovarsi, di saper programmare in modo intelligente e di saper captare le risorse in modo altrettanto intelligente. Eppure sempre vigile e attenta alle politiche sociali e di coesione. Nel considerare questi valori non si può fare a meno di pensare all'imminente fuoriuscita della Basilicata dalle "Regioni Obiettivo 1", quando i fondi sinora goduti lasceranno il posto ad un livello di attenzione ancora più alto di quello attuale nel saper reperire, gestire, programmare e investire le risorse regionali. A conti fatti, guardando ai risultati, il futuro che pare prefigurarsi per la Basilicata sembrerebbe davvero promettente. (k.s.)