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(RegioneInforma) PAESAGGI E CONTADINI DI BASILICATA NELLA PITTURA DI ANDREA PETRONI

17 febbraio 2005

© 2013 - pianto.jpg

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(ACR) - Tra gli artisti che illustrarono con le loro opere pittoriche la rivista "La Basilicata nel mondo", pubblicata dal 1924 al 1927 presso la tipografia Giannini di Napoli, si annovera il venosino Andrea Petroni (Venosa 1863 – Roma 1943). La copertina del numero della rivista del 1924, relativa ai mesi di settembre-ottobre riproduce un'opera di Petroni, che ritrae una giovane contadina lucana. La donna, inserita all'interno di una cornice composta da rami intrecciati di querce culminanti in un'arco decorato da ghiande e foglie, si presenta a figura intera e a piedi nudi. Ha il capo ricoperto da un fazzoletto e indossa un vestito che scende a pieghe, decorato sul petto da una fascia dorata e da una più ampia che ne adorna la veste. A braccia aperte e sollevate la contadina regge fra le mani un serto di pannocchie che forma una sorta di collana attorno alla sua figura. Con lo sguardo dimesso e profondo sembra richiamare l'attenzione di quanti intendono comperare i prodotti dell'aspra e montuosa terra lucana. All'epoca il sessantunenne Andrea Petroni viveva già da diverso tempo a Roma, dopo essersi formato e aver vissuto a Napoli sino al 1911. Divenuto un affermato artista espose in numerosi centri italiani ed esteri: Milano (1906), Bucarest (1907), Buenos Aires (1910), IX Biennale di Venezia e nella città partenopea (1911). A Napoli il pittore venosino ebbe modo di conoscere e frequentare Giustino Fortunato, che esercitò una notevole influenza sulla sua poetica pittorica, attenta ad una visione verista e umanitaria. Nel corso di un suo soggiorno in Lucania (1913), Petroni ebbe modo di rappresentare e raccontare con tragico realismo una regione popolata da vagabondi, ciechi, fanciulli a piedi nudi, ma che regalava anche suggestive impressioni, come quelle dipinte presso Stigliano. Diversi studi di figure contadine precedettero la tela ad olio, "Riposo nella Val d'Agri", esposta e al Circolo Artistico di Napoli nel 1904 e dedicata a Zanardelli, che aveva percorso quelle terre durante il suo viaggio in Basilicata. L'opera dipinta dall'artista venosino nel 1903, venne da lui stesso riprodotta trent'anni dopo. È quest'ultima copia che si conserva nella Pinacoteca Provinciale di Potenza. In primo piano, lungo i bordi di un sentiero di campagna che prospetta sulla valle, siede un contadino su un masso, per la pausa del pranzo. Con sguardo pensieroso e rivolto altrove, spezza tra le mani un pezzo di pane, attirando l'attenzione, più che sulla sua figura, sull'aridità della terra da lui lavorata, rispetto alle possibili coltivazioni lungo la valle dell'Agri, dove il fumo delle capanne segnala la presenza di altri contadini. Sullo sfondo del dipinto l'ampio letto del fiume Agri fornisce una larga panoramica di quella vallata e dei dossi collinari e montuosi che ne contornano il bacino idrografico. La realtà della terra lucana era già ben presente nelle opere del giovane Petroni. Così una piccola tela del Municipio di Venosa ritrae l'interno di un casa contadina. Una giovane donna nel quadro intitolato "Preghiera al tramonto", conservato anche questo a Venosa, svela la capacità dell'autore di dare espressione intima e profonda alle figure. La sua vena evocativa lo porta inoltre a dipingere la tela dedicata a "Luigi La Vista morto sulle barricate" della rivoluzione napoletana del 1848. Al ritratto del venosino Giovanni Ninni, segue un piccolo ciclo di ritratti di personaggi illustri della Basilicata: dal poeta latino Orazio, al giurista e patriota Mario Pagano, al patriota Luigi La Vista, al poeta Nicola Sole. Prima ancora aveva esposto a Milano altri dipinti raffiguranti un "Contadino di Avigliano", dei "Contadini di Lagonegro" e "Impressione di Basilicata". A Budapest aveva esposto un "Funerale in Basilicata" e alla Biennale di Venezia si era presentato, nel 1910, con le opere "Magna Grecia" e "Dove fu Eraclea", quest'ultima acquistata dalla regina Margherita. Nella sua ultima esposizione di Napoli, del 1911, presentò ulteriori opere sulla Basilicata, che Giustino Fortunato comprò. Si trattava dei quadri "Nel bosco di San Cataldo" e "Tra Accettura e Stigliano". Tra il 1924 e il 1929, decorò il Parlamentino del Ministero dell'Agricoltura, con un ciclo raffigurante "Carbone bianco", "Vendemmia", "Pastrorizia", "Arance", "Olivi", mentre nel 1928 gli fu commissionata la decorazione per l'Aula Magna dell'Istituto Superiore delle Scienze Economiche e Commerciali, dove l'artista eseguì dei grandi dipinti dal titolo "Scienze, Vita, Politica". Il secondo quadro che Petroni realizza per illustrare la copertina della rivista "La Basilicata nel mondo"di luglio- agosto-settembre del 1925, fascicolo dedicato ai caduti della regione, raffigura una donna all'interno di un tondo, contornato da arbusti di alloro. In ginocchio con le mani intrecciate e strette tra le gambe, la madre piange i figli caduti nel primo conflitto mondiale. Ruotando la testa verso sinistra, volge lo sguardo a terra o forse altrove, con le vesti intrise di rosso vermiglio e le braccia ferite. Fu quella copertina a corredare il numero del periodico inviato al re Vittorio Emanuele III, che accompagnato dal figlio, principe di Piemonte (il futuro Umberto II), fu a Potenza il 30 agosto 1925 per inaugurare il monumento ai caduti e l'inizio dei lavori per la realizzazione dell'Acquedotto del Basento. (I.S.)

Redazione Consiglio Informa

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